MCCCCCIH, DICEMBRE. 48-2 (ioli ili Santa Chiesia, si ajutasse el pontifice (ad) aquistar le (erre non potesse rehaver etc., comme-morando sopra di zio molte cosse; e che ’l papa non era per lassarle a niun modo, ma volea reintegrar Sancta Chiesia, ni che ’l ducha Valentino havesse nulla; e che quelli vicarii le haveano prima, erano stà meritamente privi da papa Alexandro, alegando il serenissimo re di romani, il christianissimo re di Franza et li catholici reali di Spagna non so-porterano mai tal cossa, con molte parole sopra tal materia, persuadendo etc, El principe li rispose gajar-damente, come da lui, che mai si renderia ditte terre si dovessamo spender (ino li fondamenti di le caxe; et che era molti emuli contra la Signoria, maxime. il Cardinal Roan e altri; e che questo non è quello speravano da Sancta Chiesia, di la qual semo benemeriti, et prcecipue di la santità dii papa, con altre parole etc. Et dilto legato con sdegno respon-deva. Et cussi stati tutta la matina in tal coloquii, il principe li disse si deduria tal materia al Senato e con quello si li risponde™. Et ninna lettera fo leto in Colegio maxime di Roma, che importava assa’; ma ben avanti messa, in camera dii principe con li consieri e pochi di Colegio, e tra li altri io. J)a Roma, di V orator, di 28, hore 20. Come il papa havia mandato alcuni cavali lizieri a Hostia per tuor il ducha Valentino e condurlo a Roma; et hessendo ogi esso orator andato a palazo; trovò soa santità in congregation di 15 cardinali, et non fu admesso. Et il papa disse aver auto aviso, per lettere dii signor Galeazo di Pexaro, aver consignà la rocha di Rimino a uno castelan di la Signoria, et etiam vi era andato uno proveditor, unde, vedendo la Signoria toleva etc., volea far retenir Valentino a ciò la Signoria desisti; e perchè, licet li habi mandà li contrasegni di le roche, potria esser non fusseno veri. Et el Cardinal Grimani usò alcune parole in favor di la Signoria nostra, et che venitiani erano ob-sequenlissimi fioli di soa santità ; et cussi fo disciolto. Et nel levarsi, il Cardinal Roan disse a esso Cardinal Grimani, credeva la Signoria lasserà quelle terre, ridendo etc. El qual Roan, come li ha ditto pre’ Lucha orator cesareo, ha fato il tutto con li oratori cesarii voglino protestar al papa non lassi uxurpar le terre 226 aspectante a la Chiesia. E par che cussi habi fato domino Philiberto, e domino Francisco de Montibus ha contìrmato. Et che ditto Cardinal Roan si parte e va a Trento per abocharsi col re di romani, expedito che ’l sia di la legation di Franza che voi aver, et che sia electo Cardinal suo nepote. Dii ditto, di 28, hore 2 dì note. Come, inten- dendo il papa diman volea- far cardinali, fo da soa santità a persuaderlo facesse un zenthilomo nostro. Disse esser stimolà di Roan, e conveniva far suo nepote acciò vadi via di Roma, et che non faceva questa volta cardinali a requisition di principi, e, facendo, si arecorderia di la Signoria nostra. Item, che lui orator scontrò il Cardinal Corner, qual veniva dii papa, perochè, per il piedi era stato fin hora in caxa. E li disse il papa averli ditto la Signoria aver auto Rimino et che aspetava risposta dii suo legato episcopo di Tioli di quello ha mandato dir a la Signoria, pria che si voy doler di la Signoria che tuo’ le terre di la Chiesia. Et par soa santità voy far 4 cardinali : il nepote di Roan, uno spagnolo acciò li cardinali spagnoli contenti a far questo di Roan eh’è francese, et etiam do soi nepoti. Dii ditto, di 29, hore 22. Come era venuto a lui lo episcopo di Grosseto nepote di Pandolfo Pe-truzi da Siena, a dirli ditto Pandolfo havia retenuto uno episcopo de Veruli, qual, per nome di Valentino andava a Fiorenza con certa instrutione, di la qual li dete la copia e l’autenticha ha apresso lui, et etiam una lettera dii Cardinal Volterà, di credenza in lui, drizata a la Signoria di Fiorenza, dicendo esso Pandolfo esser servitor di la Signoria e si offerisse, volendo, farà che fiorentini non si meterano a voler esser emuli con la Signoria nostra. Et lui orator lo ringratioe assai. 11 sumario di tal instructione, data per il ducha Valentino a Ennio episcopo di Veruli, a dì 18 novembrio, in palatio papee. Come debi dimandar ajuto a’ fiorentini contra venitiani che li vuol tuor il stadi» suo, e li dagi conduta di zente e lo fazi suo capitanio, perchè verà a l’impresa, perchè il papa presente li sarà bon padre, e voi dar piezo Roan e il re di Franza ; e che feraresi, bolognesi e mantoani saranno con lui, e si fazi presto ; e si scusa quando nel passar con le zente per Toschana fu fato danno, etiam in ajutar Vitelozo, ut in ea. La copia di la qual, sarà fortasse qui avanti posta. Dii ditto orator, di 29, hore 4 di note. Come, disciolto ogi il concistorio, fo dal Cardinal Corner, qual li disse il papa havia prononliato 4 cardinali de consensu cardinaliwn', videlicet Io reverendissimo arzivescovo de Narbona nepote di Roan, francese, lo reverendissimo arziepiscopo di Sibilia, spa-gnol, lo reverendissimo episcopo di Lucha e lo reverendissimo episcopo di Menda nepoti dii papa. Et che ’l papa, nel principio dii suo parlar, havia ditto, 226 * che vedendo la Signoria nostra volersi insignorir di la Romagna e di le terre di la Chiesia, di le qual ne havea zà lolle do, soa santità, volendo conservar