8t»3 MCCCCCIV, FLBBKAJ0. 864 Da Zara, di sier Hironimo Barbaro dotor et cavalier, et sier Bortholamio Marin rectori, di 2 fevrer. Come Laurana, Madin e Novegradi sono mal conditionati e non senza eminente perico- lo, e li muri di la forteza di Laurana è da do ladi ruinati al buso e fatoli i repari, quali più non poteno durar. La qual è la chiave di tutto quel teritorio. E ivi è stà facto zà alcuni anni una gran conchavità per far una cisterna in quel castello, e non è compita, imo è piena di aqua corotta e fa mal aiere. Però, non hessendo provisto, mal volentieri li stratioti voleno andar a starvi. Item, si proveda a quelli soldati, è in bisogno grandissimo. Item, per lettere di madona Dorathea contessa di Corbavia, a loro convicina, hanno che di proximo el re di Hongaria è per vegnir a la volta di Segna per pacifichar alcune contraversie è tra el ducha Corvino e alcuni altri aulici di essa regia majestà, e a visitation di quelli soi lochi vicini a’ nostri, et maxime perchè zercha 300 martelossi par Siano exclusi di la pace tra esso re e il Signor turcho. E per tanto venendo, potria * parturir qualche mal effecto, eo magis perchè in-tendeno in crealione ipsius regis esserli dato jura-mento inter costerà regni sui serranda, tuor in protetione e difesa el prior de Laurana, sicome el tutto hanno ditto a Alvise Sagudino secretario nostro etc. Item, per un’ altra lettera scriveno li 12 gropi, eh’ è ducati 6000, vanno in armada ancora sono de lì, ma ben hanno expedito uno gripo al ditto proveditor. IH Napoli di Bomania, di sier Marco Pizamano rector, et sier Nicotò Corner capitanio e proveditor, di 26 novembrio. Come ogi hanno ricevuto lettere dii bassà di la Morea zercha i conlini, e mandano la copia, e cussi la risposta fata presente il secretario Sagudino. E poi alcune hore zonse lì el vayvoda lassato per Alì bassà per custodia di confini a Argos, e li disse non si volesse per modo alcun lasar lavorar per nostri ne li lochi di confini messi per el suo signor Alì bassà, ma ben contentava, volendo nostri ivi seminar, andaseno da lui a ricognoscer i luogi .e pagarli la sua decima. Et loro, non volendo assentir a confin niun juxta il voler etiam dii secretario, li risposeno a bocha come. scrisseno al bassà, e cussi obvierano non vadino a ricognoscer > lochi fin la Signoria nostra altro li comanderà ; e questo per non deteriorar le raxon nostre, licet arano gran molestia di stratioti e subditi in voler seminar. E dii tutto sier Marco Zen stalo capitanio referirà. Copia di le lettere dii signor Ali bassà in la Morea, ricevute a dì 25 novembrio 1503, translatata di greco in latino, ut infra. Nobilissimi, gloriosissimi, sapientissimi et de ogni major honore et dignità degni et honoratissimi, proveditor et capitanio de Napoli etc. La degna e conveniente salutatone concedemo a vostre signorie. A le qual significhamo, come ne è venuto ulachi da la Porta, et comandato cercha la difTerentia del confin, che el confin, segondo quello havemo separato cossi fo definido et sententiado, per el qual etiam el vostro homo fo lì et tolse la sentenlia, et in do o tre zorni serà de lì, se non è venuto fina hora, et sareti certificati di tutto, qualmente, segondo che ve scrivemo a le vostre signorie, cossi e etiam de’ intenderlo anche el magnifico segretario et ambasator de la Signoria di Venetia. Imperò, pregamo le vostre signorie vogli comandar li vostri subditi de non passar ne li loci del gran Signor de far lavorar una vaneza. Si etiam ne le parte de Yri manehar, dover etiam de lì de non lavorare, perchè chi seminarà de lì le guasterò. Et in zio comandege le vostre signorie de manehar in tuto a ciò non seguisse inconveniente, et serà contra li comandamenti di nostri signori, ma cussi segondo che hano comandamento se debi far, per esser pace sì ne li nostri signori come etiam in nui. Et in questo faciase compito ordine et comandamento segondo el comandamento del gran Signor haver a cadauno el suo confili segondo fo diviso; el cadauno ned contili del suo signor possa lavorar. Nec alia. Li anni di vostre signorie molli e boni. A dì 22 novembrio. Alì bassa signor de la Morea. Besposta facta per li rectori di Napoli di Bomania, al prefato signor Alì bassà. Magnifice etc. Per el presente messo di vostra magnificentia havemo ricevuto lettera de quella, per la quale ha-biamo inteso quanto ne scrive la signoria vostra esser zonto de qua el suo ulacho venuto da la Porta per la cossa dei confini, decorandone che etiam noi, se non ha\emo havuto 1’ homo nostro, lo haveremo fra doi o tre zorni pur per dieta causa di confin, aricordandone vostra signoria quello li pare se habi a fare in dicti confini per evitar scandoli et ineonve-