359 MDXXIV, DJCEMBRE. 360 ciar le barche per far uno ponte sopra Ada. Itern scrive, hozi è passati di Crema via zerca 2000 fanti et molti homini d’arme et cavalli legieri de li cesarei, che vicncno da Cremona et vano alla volta de Lodi. La magior parte di loro dicono che ritornano ad allogiar nelli sui soliti allogiamenti, et cussi li lan-zinech ; et alcuni dicono etiam che dieno andar ad allogiar a l’abatia de Cereto et al Palaso, territorio lodesano. Antonio da Crema, mandato per il magnifico podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de li esser partito beri malina a di 23 a l’alba, et ivi Marti lui gionse, dove vide partire 4000 svi-zari et 100 homini d’arme, et intese che ne erano parliti fino al numero di lanze da 400 in 500, et altre fanlarie clic andavano a soccorer il signor Za-nino di là di Po, et in quel giorno gionse in campo tutti li grisoni che erano in Milano. Et dice liaver visto compilo il cavalier che si faceva da la banda deTecino et attendevano accomodarlo, dicendosi de li che, giolito che sarano in campo le monilione 218* che li vien da Ferara per via de li monti, il Ite volo dar uno assalto a Pavia ; et lavoravano cum diligen-tia per voltar cl Tccino nelGravalon, et davano danari, alle fanlarie remelendo li fanti a chi voleva. Item, dice esser stato nelle trincee sodo le mure, et haver sentito che dentro lavoravano a fortificarsi, dicendo che quelli de Pavia ogni giorno escono fori alla scaramuza dimostrando non haver paura ; et intese in campo che l’era ussiti de Pavia adimandando la clemeulia dii Re, dicendo non poter più vivere dentro et esser sforciali a rendersi over saltar fuori come desperati ; et il Re per forza li fece tornar dentro, dicendo o volerli tutli a sua descri-tione o non volerne alcuno; el in campo se dice che il Papa certo è d’acordo cum il Re. Da Cremona, di 23, hore 2 di nocte. Come hozi il signor Viceré cum li altri signori cesarei si sono transferiti alla volta de Lodi. Da novo si ha hauto adviso, el duella de Albania, per quello se indica, se ne va cum le genite che erano in Borgo San Donino alla volta dii regno di Napoli. Si ha ctiam uno altro adviso, che le gente preditte che sono in Borgo San Donino siano ritornate a Fio-renzola, el si tiene che sia el signor Zanino cum le gente sue che se ne ritorni al campo dii re Chri; stianissimo. Tamen, per questi signori cesarei é fallo poco conto di questa andata nel reame, et quanto a loro pare i siano conienti li vadino più presto che i restino. Et si fa diversi discorsi di questa andata nel reame; et sono alcuni che indicano non siano per andar nel reame, ma più presto ne la Toscana per cavar danari da qualche una de quelle cita. Tamen, di questo non li è scientia nè aviso alcuno. Questa sera è partilo di qui el reverendo prothonolario Carazolo orator cesareo per venir a la Signoria nostra, et solicilar le nostre zen-te a eoniungersi. Del partir dii signor Ducha di qui, altro perhoranonsi dice. Scrive, per esser partili questi signori cesarei, di novo de coetero lì a Cremona sarano scarsi ; pertanto bisogna haverlo per excusato, sì per esser distante de dove vieneno le nove come per non vi esser li essi signori alli qual le nove mollo fauo capo ; pur non mancherà di ogni accurata diligentia el solliciludine per ad-visar. Da Brexa, dii Surian podestà, di 24, hore 4, vidi lettere, qual manda l’aviso soprascrito di Cremona, di V orator Venier, di 3, hore 3 di nocte. Et scrive, che essi cesarei mandavano a la Signoria nostra il prothonolario Carazolo orator cesareo exislenle apresso quell’ illustrissimo ducha de Milano, il qual doveva esser in questa malina lì a Brexa, et essi reetori li haveano facto preparatimi di hospitio in el monaslerio de’ Jesuati; ma da poi questa sera, per uno di servitori dii prefato orator Venier, hanno inteso che ’1 ditto Carazolo ha fatto la via di sotto, passando perMantoa. El qual si fien, zonto el sarà a Venetia, inslarà principalmente la Signoria a darli l’armata soa iusta li capitoli in de-fension dii regno di Napoli, et soliciterà questa union di li exerciti, benché ancora non sono 8 zorni passati che nel consulto falò a Chiari è slà per il Capitanio zeneral nostro denegà questa union. Quel- lo sarà, per zornata se intenderà. Item, scrive aver dal signor ducha di Urbin capitanio zeneral nostro, che avanti che li cesarei si levasseno di loco dove erano di là di Po per ritornarsc, feno uno consejo, dove fu proposto per il Viceré do cose : la prima utrum si dovesseno levar et ritornar o non, e qui fu concluso che essendo passati Po per doi o Ire vie et coniunli da 14 milia fanti de francesi con lanze 100, et che la persona dii Re era per passar ancor lei, unde era da ritornar ; et cussi exequi-rono. Secundo, consultono che, essendo fama il ducha di Calabria dover andar verso Napoli, per il che lui Viceré desiderava haver l’opinion di quelli signori si ’1 dovea andar con le zenle verso Napoli o lassar star di andarvi, li quali signori et capitami tulli risposeno che l’andar in reame era uno diminuir la impresa di qua, e non far cosa gaiarda de lì nel regno dove bisogneria magior exercito dii