621 MDXXV, FEBBRAIO. 622 In questa malina, in Quarantia Criminal, per il caso si mena di sier Filippo Trun sinico, compile di parlar l’Oxonica avocalo di sier Francesco Coniarmi fo capilanio a Baffo. In questa sera a Muran, in la caxa di Molini dal Banco, fo Priola, fu fato una comedia bellissima per Cherea, et uno festin a spexe di 4 Procuratori zoveni, quali feno la spexa sier Andrea Lion, sier Marco da Molin, sier Francesco di Prioli et sier Marco Grimani, con donne, poi baiato, e altri parenti zoveni, e tutti cenono lì zerca 80 a laola. 377* durissime mi domine observandissime. In questa hora ho ricevuto lettere da Vostra Magnificentia et inteso quanto la me ordina, per il che le notifico come beri zonsi qua a le bore 22, et ho ritrovato tutti li corpi sepulli et cum fatiche latti dissepelire 6, uno de questa terra et cinque de li soldati, de li quali qualro ne erano stati sepulli a Precalio in 2 loci, cossi nudi come naqueno, et penso ge ne siano molti altri, licet non me lo habbino voleslo discoprire. Et il magnifico Provedilor et suo Podestà cercano ogni modo de voler ascondar questo caso ; pertanto io reputo sia necessarissimo el formar prima un poco de processo de quà avanti me parta, sì per esser caso de importantia, come che me é molto aricoman-dato per il clarissimt» Provedilor generale. Io me affrettarti quanto sia possibile, et fallo quello me apparerà più necessario, andarù a la dilla volta de Varolavegia. Et non dubiti Vostra Magnificentia, che io spiero haveremo la verità. Io haveva portalo la copia del conslilulo cum meco de mia mane, el ho allre informatione de testimoni, che non dubito un pelo, el li sarà secreto et alla improvista a le spalle diman cum ogni modo ad qualche hora, et avanti ritorna quà raandarò la copia de quello harò fatto ad Vostra Magnificentia, che la poterà far lor il conslilulo, se la vorà, de Domenico. 11 caso de qui, iudico a principio sia sialo per culpa de soldati et del suo capilanio, ma per la poca prudentia si del magnifico Provedilor come Potestà processo più olirà de quello doveva; ma poi habbino morii per colpa et diffello predillo quelli se sono ritrovali alli allogamenti et spoliali et secretamente sepulli, che come ho predillo, quelli sono siali ritrovali fin questa hora, sono tutti nudi posti al leralio et feriti de molle ferite de ogni (i) La carta 37$ * è bianca. sorte de arme tulli lagliuzali. Come liabia facto, quello poco me appare più de bisogno, et necessiti in questo caso subito, subito andarò a Varola, et Vostra Magnificentia se ripossi sopra de me. Nec alia, ad Vestram Magnificentiam humiliter me ricomando et a la magnificentia de madonna et tulli- Ex Urcisnovis, die 18, hora 7 noetis. Rapte : E M. V. servilor Johannes Fiìanciscus Martinengus Judex. Clarissimo domino Antonio Su- 378 * riano doctori et equiti potè- ') stati Brixice degnissimo, et domino, domino observandis-simo. A dì 21. La malina, vene in Collegio tulli cin- 379 que li Oratori, videlicet do cesarei, l’anglico et do di Milan solicitando risposta per la union di le zelile, dicendo che non è più tempo di scorer, con altre parole. E il Serenissimo, iusla il solito, che non era tempo de moversi, perchè de facili francesi si vol-leriano conira de nui, et perhù è savia cosa aspec-lar il tempo e veder se francesi si volesseno levar, poiché P exercilo di la Cesarea Maestà è in loco forte. Non fu teiera di le poste, nè di altro loco da conto. In questa malina, sier Filippo Trun sinico in Quaranlia criminal itcrum parloe per il caso di sier Francesco Contarmi fo capilanio a Ballo, per risponder a l’Oxonica avocato, et non compite. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla, et vene lellere di Roma di l’Orator nostro, di 18, et il cavalaro overo coriere disse haver scontralo il nostro con le letere dii Senato Domenega, a dì 19, mia 12 lontano di Roma. Il sumario dirò poi. Vene a vesporo letere di le poste con li infra-scripti avisi, videlicet: Di Bergamo, di 10, hora 1 di notte. Come in quella hora era gionto uno di soi messi, che parlile heri a bore 18 dii campo francese. Riporla come Venere di notte vegnendo il Sabato, a dì 18, il signor Zanino di Medici con bona cavalaria andò a la volta di la Slralella di quà dii ponte di la Stella, (1) La carta 373 4 bianca,