133 MDXXIV, NOVEMBRE. 134 Di Bergamo, vidi le ter e di sier Tonià Moro capitanio, di primo, hore 14. Qual dice cussi : come era gionlo uno di soi esploratori overo messi, il qual riporla che eri sera gionse a Casan, loco propinquo a Adda, uno capitanio di francesi con cavalli forsi 400, qual dimandava alozamento per lanze 50 et arzieri 200, de modo che molli de quelli de Cassano fugmno di qua di Adda sopra la Geradada per transferirse a Trezo ; et dice etiarn che dilli francesi havevano dato principio a preparar una barcheta, tamen che non sapeva a che effetto, perchè poco saria a voler passar di qua. Il che inteso, 79* subilo il Capitanio preditto havia spazi a quelle parte uno altro eh’ è meglio pratico et intelligente per saper quello e di questa cosa minutamente, et avisera il riporto. Scrive, star in expectalion di messi mandati in campo di Pranza a Pavia. Dii ditto, di ultimo. Come, per riporto di uno loro nuntio, vien di campo dii Christianissimo re, hanno, come Sua Maestà era in el convento de la Certosa propinquo a Pavia, et che già erano slà fatti repari per piantar l’artellarie el batería. Expeclano di bora in hora messi che sono andati in campo ; et quello riporteranno aviserà. Da Milano si ha, come ussite fuora certa parte di le gente dii castello in scaramuza con quelli di lafguarda, e di quelli di la guarda ne fo amazà alcuni et facti prexoni. Tamen, che la Ierra pareva non star bene di peste. Scrive, che eri passò di Bergamo via el conte Bortolomio Villachiara con la soa compagnia, qual va per inlrar in Como. Scrive che quella terra di Bergamo sta meglio di la peste. Et sul tardi vene un’ altra man di lettere di le poste, con lettere. 9 Di Brexa, dii provedador generai Pexaro, di primo. Come il Viceré haviano mandato a dimandar a Brexa al Capitanio zeneral li mandasseno lanze, polvere et........... Di Brexa, dii Surian podestà, di primo, hore 1, vidi lettere. Qual scrive et manda molti avisi e letere copiose di nove,- videlicet riporlo de uno spagnolo nominato Malia di la compagnia del capitanio Brancamorte, parlilo eri dal campo de inimici, del numero e stato dell’exercito loro ; qual è questo qui soto annoiato : Svizari bandiere 16 a page 500 per bandiera, che sono page 8000, ma in effeclo non sono più di homini numero 6000. Lanzinecb bandiere 20 a page 500 per bandiera, che sono page 10000, ma in effecto non sono più di homini numero 8000. Italiani bandiere 13, non sa quanti siano per bandiera, ma in effeclo non sono più di homini numero 5000. Aventuricri et francopini, non sa quinte bandiera siano, ma non sono più de homeni numero 4000. Homeni d’arme con soi arcieri numero 2000. Cavalli lizieri numero 1500. Artellaria lutta, et che compagnia, et non ha veduti alcuni cannoni et quella di la compagnia, numero 24. Il Re slà a la Ceriosa, et le gente sono in quelli contorni, excepto il signor Federico da Bozolo è passato di là da Ticino eum una banda de artellaria et de gente, et designano far due batarie, una di qua l’altra di là da Ticino. Questo è riporto di uno venuto ne le lettere di Moron, directive all’ illustrissimo Capitanio zeneral, di 30, tamen in zifra. Item, manda una lettera anta di Bergamo, di ultimo. Come, andando una banda di francesi con fanti 4000 sotto Pavia con pezi 6 de artellaria, quelli di Pavia, li quali erano previsti, li salulorono, per modo che rompeleno pezi do de artellaria, fono morti homeni d’arme 50, de fanti assai dissipadi, per modo che ritornorono al campo, dove sono gran carestia et uno pan grande come è uno pugno vai soldi 2. Il messo, partendo di campo di francesi senti dar a l’arme ; quello sia seguilo non sa. Quelli dii castello di Milan trovando poca guardia, sono ussiti fuora et hanno scaramuzato, morto alquanli fanti et fati presoni si sono ritornali nel castello eum vittoria. Item manda avisi auti di Crema di dì dito. Come francesi erano andati sotto Pavia, et la baleno, e il signor Federico di Bozolo dovea passar Texin e batterla da un’altra banda. Spagnoli hanno levato de qui guastadori 200 per fortificarsi ; non si scia quello succederà. Item, mandoe una lettera auta dì Mantoa, dii Pazeo orator anglico, drizata a lui Podestà. La copia è questa : Quas scripsisti 27, beri sunt allalae una cum notario meo. Non solum fidem luam magnifacio, qui nihil alienum detinere vis, sed eliam conscien-tiam, quod impedimento esse noluisli, quia ego assidue bene pracari possem. Quod scribis, re melius intellecta, non ignorare quid machinet gallorum Rex, verum scribis me non ignorare quid machi-netur iste : quis enirn ignorat hoc co in presentia agi ul toti dominctur Italiae? rem melius quidem