MDXXV, GENNAJO. 472 in fuora, qual fo moicr di sier Viccnzo Grilli, si-chè fono numerale per Mi donne numero 95. Prima qualro lorzi grandi, trombe e pifari dii Doxe, con li capitani e officiali avanti, cbe fevano far largo, e per la pinza. La noviza prima vestita di ve-ludo ruosa secha, fuoza nuova; poi la cugnada noviza moier di sier Filipo Coniarmi, ila di sier Antonio da Pexaro, poi le altre donne, tutte con cadene large e grosse d’oro, assi perle. Et la moier di sier Fantin Corner havia uno colar con zoie molto bello e richo e largo, fo dii re di Cipro. Era 1’ ultima donna la moierdi sier Domenego Zorzi,ch’èTie-pola. Ilor in chiesia veneno li G Consieri et lutti li Procuratori, per numero 17, da 5 in fuora, sier Za-caria Gabriel amalato, sier Domenego Trivixan el cavalier coroto per la inoier, sier Polo Capello d cavalier amalato, sier Zorzi Corner cavalier indisposto, et sier Piero da cha’ da Pexaro è proveditor in campo. Et questi veneno a la messa con sier Francesco Contarmi fradello del novizo, e sier Michiel Ma lipiero per il Doxe per la noviza, et questi steteno in choro. La messa fo ditta solenne, con soni e canti. Era la chiexia piena di zente et la piaza, e compita, veneno prima li Consieri e Procuratori eie., poi le done, el fo poi sona nona. Fo sposada la noviza in chiexia; fo compare sier Bernardo Capello di sier Lorenzo, e li Compagni e cussi il novizo vestiti di negro,che per mia opinion fo mal fatto: in tal zorno dovevano vestir di seda o scadalo almen. E signor per ozi fato tra loro compagni Ortolani, sier Antonio Zane qu. sier Hironimo. 283 Opposition facte nel Consejo di Pregadi per sier Filippo Trun sinico in levante, contro, sier Bortolomio da Mosto fo capitanio a Famagosta. Prima. Che distandosi lui sier Bortolomio del - vitio di sodomia, et praticando con cinedi, mosso da zelosia conira uno soldato nominato el Gregeio, quello iniustamenle fece strangolar una notte in presoli, fazendolo portar in uno sachoa sepelir senza sententia nè processo ; et da poi morto fece far el processo e notar la sententia, che pareva fusse sta fata inanli la morte. Seconda. Che venendo uno Lunardo da Verona, era sta soldato, spontaneamente a denonliar de certo tralado era tra uno turcho et uno bombardier de Famagosta, intravenendo etiam alcuni da Saline, esso sier Bortolomio fece apichar diclo Lunardo senza alcun processo nè sententia, et da poi morto fece far al suo canzelier uno processo et sententia, che pareva fusse sta facta inanti la morte. Terza. Che sine aliquo fundamento lui sier Bortolomio in persona, con una alabarda in spala, andò nel monasterio di San Domenego cum alcuni soldati, et tolse de dido monasterio uno maistro Piero bombardier, et li dele circa 7 in 8 strapi di corda subito, adeo che ’1 ditto bombardier, essendo da poi per esso capitanio remesso in chiexia, in doi zorni se ne morite. Quarta. Che per vendicarsi conira una Lucretia osta, li dete de la corda essendo graveda, et visto lo eror suo, fece falsificar il processo scrivendo altramente di quel bavevano diclo li teslimonii, melando etiam nel processo assai manco corda lia-verli dà, di quello li havea data. Quinta. Che inanli l’mirasse nel rezimento, et da poi intrato, pubicamente feva mercadantia, facendo lavorar ptiblice li goloni in palazo, et lui lavorava qualche volta de sua manò, dando a quelli lavoravano li sui gotoni alcune arme et schioppi per forza in pagamento. Sexta. Che quelli che non volevano venir a la- 283* vorar li soi gotoni, lui li feva melter in zepi, et per forza li feva venir, facendoli etiam tuor a li didi li sui ordegni da lavorar, aziò i venisseno a lavorar detti soi gotoni. Septima. Che intendendo esso sier Bortolomio che qualche uno era a marcato de comperar qualche mercadantia, li feva far comandamento non se impazase, perchè la voleva comprar lui Capitanio. Oclava. Che ’1 tolse piombo, sartie et alcuni archibusi de la monition de San Marco, et li messe su la sua nave. Nona. Che ’I partecipava de la canzelleria cum el suo canzellier, et per ogni minima summa de danari voleva se facesse processo ordinario. Decima. Che ’1 tolse li cavali de li turcopili con-tra la loro voglia, pagandoli la mitade de quello i valeano. Undecima. Che ’1 fece mesedar formenti guasti con boni, et feva vender al populo de Famagosla, con grandissima mormoration de ogniuno. Questi fono a disnar questa matina col Principe, 284 zoè Consieri, Procuratori, Savii dii Consejo et Savii a terraferma ; tarnen non li fotino li Cai di XL el li Savii ai ordeni.