18 MDXXIV, OTTOBRE. 14 f Sier Alvise di Prioli, fo savio dii Consejo, qu. sier Piero procu- ralor.........868, 650 Sier Francesco Bragadin, fo savio dii Consejo, qu. sier Alvise prò- curator........663. 853 Sier Polo Capello el cavalier, fo savio dii Consejo, qu. sier Velor . 708. 818 A dì 5. La matina vene in Collegio sier Alvise di Prioli eleclo Procuralor, vestito di veludo cre-mexin di varo, acompagnalo da tutti li Procuratori, cxcepto il Gabriel e Corner amaiali et sier Marco da Molin, sier Marco Grimani e sier Anlonio Moce-nigo, e altri più di 200 zenlhilonieui parenti et altri vestiti di seda e scartato. El io Maria Sanudo che per parte di la qu. mia moier son secondo cuxin, non vulsi vestirmi per non far mormorar a la terra. Et il Principe li usò le belle parole; el qual vene per terra a San Marco e udite la messa picola in cbiesia a Fallar grazio, ¡usta il solito. Vene Porator di Mantoa, con avisi di successi di Barbon, per lettere aule di campo sotto Marseia a di......Come haveano rote le mure con l’ar- tellarie, sichè potevano intrar in la terra 20 fanti al trato, et che il socorso intrato fo solum 500 fanti et 5 30 homini d’arme a piedi. Et par li voleano dar la bataglia. Tamen in fin di la lettera scrive quel messo si parti a di.....dito dii campo, e in quel hora haveano dato a l’arme: cbi dicea per darli la battaglia, chi perchè francesi erano parsi in campagna et che si convenivano ritrar. Vene l’orator dii duca di Milan domino Francesco Taverna, con avisi aulì dii suo Duca in consonanza; ma quasi concludeva si leveriano di la impresa di Marseia per esser entrato dentro 2000 fanti. Item, che 'I marchese di Saluzo era venuto di qua potente per voler recuperar il suo Stado, et altre particularità. Di sier Marco Antonio Venier el dotor, ora-tor apresso il Duca preditto, fo lettere date a Pisegaton, a dì......di l’instante. Come erano lettere dì 26 Septembrio di Aste, con avisi che lì era gionto uno veniva di Avignon, partito a li 14; et dice che alli 12 seguite una dissensione et risa tra li fanti italiani et venturieri di la Cristianissima Maestà, dove furono alle mano, di sorte che ne restò morti de venturieri più de 140, et de italiani da 15, el vite il Cristianissimo re, quel haveva una gamba fassata. Item scrive di Aste, come a li 27, che era il giorno sequente, il signor Viceré era per andar a Casal di Monferà. Scrive mò esso Orator, che le lettere che furono intercepte l’altro zorno di ditto re Cristianissimo, che andava a Roma al signor Alberto da Carpi, erano zifra in el non si posseno cussi facilmente cavar, ma quello si potè trazer avisoe. Bora hanno cavalo meglio la zifra, che dice, che monsignor Memoransin era ritornalo di Picardia, el haveva in commissione di la Cristianissima Maestà di far venir verso Lione parte di quelle gente d’arme che erano a quella frontiera di Picardia, et che già esse gente d’arme incominciavano ad gionger verso Machón el Ghiaione in Borgogna, et che de lì non si haveano a partire fino tanto non veniva 6000 sgui-zari, quali esso Cristianissimo domandava, olirà li altri 6000 che debbeno andare con Sua Maestà in Provenza. Et poi con altre fantarie volea mandar ditte genlealla volta de Italia ; et per haver ditti sgui-zari, era sla serillo a domino Gasparo Sormano, quale è in le parte di essi sguizari per nome di esso re Cristianissimo. Queste lettere intercepte souo di 5* 8 Septembrio, date in Caderosa, scritte come ho ditto per nome del Cristianissimo a Roma alli sui oratori. Di Viena, di sier Carlo Contarmi orator a l’arziduca di Austria vidi lettere dì 18 Septembrio particular, drízate a sier Anzolo Gabriel, qu. sier Silvestro. Scrive, come beri a hora di ... . che non era 30 persone in piaza, fo tandem brusato quel mercadatile lutheriano. Et apena si brusoe, che ’1 vene più di 4000 persone per tuorlo via dii fuocho, ma non poteiio, et era zà brusato : adeo tien che quella Maestà si concita grande odio da li popoli per questo, et tien che un zorno sequirà qualche gran scandolo. Da poi disnar fo Cousejo di X semplice per pre-sonieri, et iutrò per un poco i Savii. Di Parma fo lettere di sier Andrea Nava-ier e sier Lorenzo di Prioli oratori, vanno a la Cesarea Maestà, dì 2 di questo. Come haveano ricevuto la deliberation dii Senato, et cussi col nome de Dio esso Navaier si partiría per Pisa, dove a Livorno era una barza spagnola su la qual montería e tien sarìa securo pasazo, e lui sier Lorenzo di Prioli, per esser fiaco di la malalia aula, poi che ha auto licentia, vegneria a repatriar. In questa malina in Collegio fo fato una terminatimi a bossoli el ballote, la qual è notada in Notaiorio, et a eterna memoria ho vululo notarla qui sollo, qual dice cussi: