6(57 MDXXV, FEBBRAIO. C68 personazi. El morii LaTramoglia, la Palisa, PArmira-gio, Brion, San Polo, ¡1 Gran Scudier, et anche é dillo di Bernabò Visconte. Scrive esso oralor Venicr, lo illustrissimo Ducila li ha mandato a dire diman voler andar a Pize-gatone, et cussi etiarn lui Orator seguirà Soa Excel-lentia. Di Crema, di 25, hore 24, dii conte Ale-xandro Donado, vidi lettere. Come, per gente venute di veduta da Pavia, il Re è preson, e nel combatter ne sono morti 3000 di 1’ una e l’allea parte; ma nel fugir le gente francese è slà morti assai, cussi da piedi, come da cavallo, sichè francesi ha hauta grandissima rotta. Nel primo combater, spagnoli fono rebaludi; il Re volse uscir fuora dii fosso, et la archihusaria et schiopetaria spagnola dete nel squadron. Fu morto la Palisa et l’Armiraio, et altri gran maestri subilo si messe in fuga, et mai si feze più testa. Le cose slà cussi. Per genti era in Pavia si è visto monsignor Barbon andò a basar la man al Re, e li disse : « Sacra Maestà, s’io ho fato rontra Vostra Maestà, me ne avete dato causa». El Re rispose : « Bien, bien ». L’è ferito il Re in una man drita, et il signor marchexe di Pescara si è ferito nel volto, ma poco, et de un schiopo nel corpo, ma non ha pasato. Si dize non averà mal. Li spagnoli tutti andono con le camise sopra le arme; hanno fato un grandissimo guadagno, maxime di danari e di arzenti dii Re et suoi baroni. Di Crema, di sier Zuan Moro podestà et capitanio, di 25, hore 3 di notte. Come sono gionli lì a Crema Ire napolitani li quali erano nel campo francese, et haveano conditione. Li ha referito, come beri a l’alba le gente cesaree rompeteno el muro dii Bareo da tre bande, per li quali inlro-rono spagnoli, taliani et lanzinech, i quali si messorio ad caminar alla volta di uno boscheto nel Bar-co. Et lo exercilo francese, che era nel Bareo in ordinanza, et F anliguarda era de monsignor di la Paliza, dii Cbrislianissimo re, et lo retroguarda * di monsignor di Memoransi, con lo retroguarda si spinseno conira li cesarei, li quali erano tanto avanti, che veneno ad dar al campo per fianco alle gente d’arme francese; le qual vedendo esser battilo da le schiopelerie. et archibusi, francesi se re-culorno, et li spagnoli seguendo la vittoria li seguitavano, et maxime lo gente d’arme cesaree le qual preseno il Christianisslmo re, et monsignor di Memoransi con la maggior parte de li primari dii re Cbrislianissimo, el fu morto monsignor Armiragio. Talmente che sguizari et lanzchenecli vedendo questo voltono le spalle, el alora quelli de Pavia uscirono fora el li assalirono, et li italiani che erano alla guardia de Pavia fugirono verso Ticino. Nel qual fatto non se ritrovorono le gente tanto che se posserno tirar con le piche. Et diceno esser morto zerca persone 3000, et molti anegati in Po et Teci-no, fra li quali morti ge sono molti cesarei che sono slà morti da le artellarie, le qual lirono da 80 colpi. Il resto di le genie francese parte si salvoro-110 alla volla de Piasenza, el parte caminavano verso Ticino, le qual erano seguitole da circa 500 cavalli Iegieri de li cesarei, li qual da poi si sono ritornati; dicendo dilli refferenli, per loro iuditio, esser sta facli pregioni da zerca bomini 400 fra baroni, genlilhomini et bomini d’arme. Et haver veduto il ChrislianSssimo re iti Pavia, et hanno inteso che ’1 signor marchexe de Pescara era ferito et haveva pur dii male. Et che eri a hore 2 di giorno sì sono parliti da Pavia, dove non si parlava dii levar dii campo. Item, scrive ditto Podestà et Capilanio, come, per doi cremaschi venuti da Milano, quali partiron heri sera a hore 24, afiìrmano le genie francese che erano de lì esser partile con le lor bagaglie et andavano verso Arona,sicome ha scritto per le allre sue. Copia di uno capitolo di lettere di Vkenzo 409 Guidoto sccretario nostro, date a Buda, a dì 10 Fevrer 1524. Questi prossimi giorni vene a questa Regia Maestà nova, come li bohemi tutti unili nel suo Mazor Conseglio et concordi haveano firmiter statuito, firmato et concluso di esser tutti christiani, et prestar obedientia alla Santa Romana Ecclesia, recogno-seendo per superior loro la Santità del Pontefice come fanno tutti li altri christiani, et cussi hanno iurato, et fatto notar et scriver ne la loro canzella-ria et sopra lì catastici et libri sui, dove se soleno nolar simel deliberalione attinente alla generalità, come è la sopradilla. Et hanno cleclo sui oratori che vengono al reverendissimo Legato et questa Regia Maestà per dimandar la confirmalione di quanto ut stipra hanno stabilito, et alcune cose allindile alti loro beneficii, videlicet il modo con il quale li habbino et possino lenir; cum alcune allre particu-larilà. Le qual tulle cose sono slà ventilale nel tempo sono sta fatte simel tractatione et conclusione, et nulla difficullà potrà cader, perchè loro doman-derano et li scrà concesso. Et il reverendissimo le-