57 Dii mexe di lujo 1503. A dì 3 lujo. Fu posto |>cr li sa vii ai ordeni, ilo galie al viazo di Barulo et 3 in Alexandria, e |mr-lino per lutto il mese di septerobre ut in incanta. La muda, a dì ‘io novembrio. E sier Cosma Pasqua-ligo el consier, messe che dite galie dovesseno to-char la Zclalonia ; e cussi fu preso et poi iucantade : a Buruto sier Almorò Pixani q. sier llironimo, per lire 77, ducati 1, sier Sebastiaii Contarmi q. sier Julio, per lire 71, ducali 6, e fato il suo capitanio sier Piero Nudai q. sier Zu.mc, fo colile a Dulzigno. Item, in Alexandria sier Beneto Ei i/./.o q. sier Francesco, lire 75, ducati 1, sier Alvixe Loredan q. sier Mathio, lire 76, ducati 1, sier Daniel Contarini di sier Alvixe, lire 85, fato capitanio sier Pangrati Zustignan q. sier Unire’. Vene sier Zuan Zantani, stato proveditor in ar-mada, con la soa galia, et a di 8 referì in Pregadi prcetcr co>u)uctum, perchè li proveditori dil’arma-da, liessendo il zeneral fuora, non referisse. Or car-gù molto Marco Kizo secretano del zeneral ; et disse I' havia fato assa’ manzarie, vadaguato più di ducati 10 milia etc. llor sier Vido Antonio Tri vixan, sier.....sier Filippo Sanudo savii ai ordeni, messeno, atento la soa relalione, che ’l ditto Marco Kizo sia manda a luor a le prexon et comesso a li avogadori; e sier Andrea lialbi, el cao di 40, messe che solum el lusso commesso ia l’A vogaria. Andò le parte : 36 eli no, 36 dii Balbi, 78 di savii ai ordeni, e fu presa, et spazate lettere di zio a Corfù. Item, si ave lettere da Corfù di Marco Uizo, secretano. Come sier Beneto da dia’ da Pexaro procuratore, capitanio zeneral, stava mal di lluxo; e le lettere è dì 7, zonte a dì 14, |ier la qual eossa subito suo ne|X)te sier Piero da Pexaro, con sier Piero Zustignan si partì con uno gripo per Corfù, et menò con loro, cou licentia di la Signoria nostra, maestro Cabriel Zerbo medico, lcze a Padoa con provision di ducali 130 al mexe. In questi zorni, fu posto parte in Pregadi dar di conduta al signor Zuane, nepote di Charzego bassa, fo fiol dii ducha vlacho el li.istro di sier Marco Loredan q. sier Antonio el cavalier cavalli 80, e lui ducali .... al mexe di prò visione; et fu presa. Et cussi el vene a Moneelese a far la compagnia, dove io era. Spagnoli in questo mezo ave Castel di 1’ Uovo a Napoli per fora, con grande occision di zonte, come I Viarii di M. Sanuto. — Tom. V. 58 ■•par per le lettore più difusamentc il modo, qual noterò dì sotto ; siehè francesi si poi dir esser spazati e haver perso il regno. A dì 13. Fo lettere di Alexandria, di 7 mazo. Come, a dì -.>8 aprii le nostre galie erano lì zonte, el nulla ancora Inviano fatto. In questa terra la |teste procedeva pur. Andava '1, 3, 5 al /.orno, et molli erano amaladi. lo ora a Moneelese. Li formenti valcauo lire 5 s. 5 el ster. La nave di Bernardi, a dì 6 fo avarada ; è bel vasello. A Koma fu |>osto bancho |>cr francesi, e soldatino zonte per mandarli in reame; et questo moderno si feva por spagnoli. Da Constantinopoli. Se intese, Pantaleo Coresi esser sta liberalo da la forctia |K-r lo mezo do amici, al qual fo imputado, che Zacharia di Freschi secretano nostro al suo partir li desse una lettera che la dovesse dar a l’orator hongaro. El il Turcho, inteso di lettera, e domandato; « Chi te l’à data ! » al profato oralor, intese che ’1 Coresi ge l’à data, si-che è sta a gran pericolo di la morte. A di 18 lujo. In Pregadi. Fu preso, atento la relalione dii principe, di risponder a l’oralor yspa-no, qual à tentalo di far Ioga con la Signoria nostra maxime poi acquistato Napoli, che senio in 1’amicitia cranio con soe altoze, et non achadeva fur nova liga. A dì 15 lujo. Fu proso eerla parlo di debitori, e lutti li oficii saldino le casse sub pana, e non li lazi sconto alcun. Item, lu posto eerla parte per li proveditori sul Polesene sier Marco Dandolo, sier Nicolò l’a-qualigo, compir certi arzori a la Polesela ete. e su 1’ Adoxe ut in ea. 15 di no, itti di sì. Item, fu posto certa exemption a quelli dii Polesene ad tempus, |>er aver auto dani di l’Adexe, 13 di no, 98 di la parte. A dì 22. Fu posto parie*, cheli zudei’pagino ducali 10 milia in certo termino a conto di le decime pagano. 36 di no: fu presa. Et fo inequalilà co-menzar da loro e non da’ christiani. A dì 25. A Parma se intese si feva una dieia dove andò monsignor di la Triinolia e morite. Vi fu etiam el ducha di Ferara, el qual zugoe li ducali 6000 (il si amaloe. Etiam vi fu el marchese di Mau-toa, qual si acordò con Franza. Etiam vi fu missier Zuan Bentivoy e consultalo di le cosse di reame. E tuta via francesi vieneuo di qua da’ monti, el il ducha di Ferara manda soe zente in reame in aiuto di franzesi ; e li fiorentini etiam li dano zente, !> MCCCCC1II, LUGLIO.