67 MI1XXIV, OTTOBRE. 68 licular dii Capitario, qual scrive a sier Hironimo suo fratello. Come, ozi a bore ‘23 et "24 fo scritto a la Signoria, con il riporlo di uno mandato verso li monli, per intender di l’exercilo francese. Scrivendo questa giouseno do man di lettere di uno di Tassi, qual per le ultime scrisse che tulli haveano abandonà Milan. Et poi a hore 4 di nolle è gionto Davul cavallaro, che Limi a di 15 fo manda verso monli, qual riporta : tulio di là da Texin esser francese, el che questa stira o da reatina si aspectava in Turin il re Chrislianissihio, et che li cavalli lizieri soi correvano per fino a Tesino ove haveano hozi preso l i boche de arlellarie che venia condule a Milan. Dice che poi gionto che fu in Milan et in Corte vechia, trovò che l’era il Consiglio suso, et tamen la terra era mal disposta, et dice che la non se te-nirà do giorni, eo maxime penzandosi il Re avanti. Lo exercito cesareo è sparpagliato in Alexandria, in Pavia et in astesana, et par che poco curano, stando in diversi lochi. Scrive, el capilanio di Bergamo avea expedilo per queste vallade per far venir -dentro gente per custodia di la cita ; ma non crede sia per venirli, poi di la terra la più parte è fuora per su-spetto di la peste è stata. 34* Venero in Collegio li oratori cesareo et di Milan, per li qual fono mandali, el leloli li avisi si ha-vea ; et come francesi bavera il Slado de Milan, perché spagnoli non pareno. I qual oratori si dolse, dicendo francesi è venuti molto presto et spagnoli non poi star che non zonzino. Di Brexa, fo lettere di sier Antonio Su-rian dotor et cavalier podestà, e sier Francesco. Foscari captiamo, di 21. Come erano passa de lì.....muli con lellere patente di l’oralor Venier da Pizigaton, che vanno a Trento, et si tien sieno robe dii ducha de Milan. Et di Crema, di sier Zuan Moro podestà et capitanio fo Questo eliam aviso. Et parse al Serenissimo rimandar per li oratori, quali erano za partiti, et lezerli queslo altro aviso ; et par che 300 cavalli de foraussiti za erano intrali in Milan ; i qual oratori (erano) apena smontali di le scale, che tor-norono suso. Di Udene,fo lettere di sier Andrea Foscolo luogotenente, di.....Manda lettere baule dii capilanio di Gorizia et capilanio di Pesili, e altri avisi, come turchi, cavalli IO milia benissimo in hordine erano venuti in la campagna di Grobonich sopra Segna, et una parie voleano corer in Lubiana, l’altra in Ilistria. Di Montona, di sier Francesco Memo po- destà, di ...., fo eliam lettere. Di ditti turchi 12 milia cavalli, che erano mia 12 di sora Buia per correr a danni non si sa de chi, etc. Gionse in questa malina sier Piero Zen, vieti di Dalmalia, dove è stalo alcuni zorni et vien orator del Signor turco, et è venuto con navilio picolo, e da matina vera a la Signoria. Da poi disnar fo Pregadi, per far un Pagador in campo et lezer le lettere, et poi chiamar Consejo di X con le Zonte per scriver a Roma. Di Bergamo, vidi lettere di rectori, di 20, hore 10. Come in quella bora era gionto uno di soi cavallari mandato a Milan, qual a boca riporìb, Milano esser destiluto e abandonato, et il Ducha esser in Pizigaton con l’Orator nostro. Riporta lettere di missier Borlolomio Rozon secrelario ducal, che scrive, missier Hironimo Moron ussito per una porla de Milan, lutto il resto son fuziti ita che è in poter di francesi. El Chrislianissimo si vien di longo, et dubitano essi rectori che ’1 non si contenterà di Milano, ma vorà e tinnì altre terre, per ser-virse di danari. Lia Bergamo non hanno alcuna pro-vision etc. Copia di una lettera scritta per Boriai omio 35 Rozon secretarlo dii ducha de Milano a li rectori di Bergamo, e mandata a la Signoria per lettere di 20 Ociubrio 1524, a hore 20. Molto magnifici et durissimi signori mei ob-servandissimi. Se quesle mie saranno male composte, le vostre signorie lo tribuiranno alla incomodila el alla indisposizione dell’ animo. Pur saranno ben sincere et conveniente alla affectione et desiderio quale sempre ho tenulo de fare servicio a le cose della Serenissima Signoria, et cosa grata a le signorie vostre. A le quale adunche significarò, come mi scriveno desiderare, come passano le cose de Milano infelice, el le nove se hanno de lo exercito cesareo e francese. Primo. Vostre signorie sapiano che ’1 Re (ha) unito uno exercito de 22 milia fanti, de li quali gli ne sono 401)0 italiani, 6000 svizari, 4000 lanzmeeh et 8000 francopini, che sono de le gente de Pranza, se dize 2000 lanze et una banda de arligliaria se inviò allo sor orso de Marsiglia, dove era il campo cesareo; el quale (l’ha) ben battuta, ma per esser munita do 4000 fatili el 2‘jO larize, capi monsignor de Briono el el signor Renzo, et havendo el soc- g