87 MDXXIV, OTTOBRE. 88 3 in loco loro dii Consejo di X per lutlo questo anno. Et cussi fono chiamati li infrascripli dentro nel Consejo di X, i quali sarano notadi qui sotto, ma sier Andrea Badoer el cavalier era a Mirali e non potè intrar: li altri do introno ben, li qual fo questi : Elee ti tre dii Consejo di X in loco di tre papalisti. Sier Matio Vituri è di Prcgadi, qu. sier Bortolomio, Sier Nicolò Coppo fo consier, qu. sier Jacomo, Sier Andrea Badoer el cavalier, fo cao di X, qu. sier Zuane. Et steteno dentro poi con la Zonta sopra le cose di Roma, cazadi li papalisti, fino horc .... di note. Et in questo mezo vene una posta con lettere di Bergamo di questo tenor, qual fo mandate a lezerle al Pregadi. Di Bergamo, di reofori, di 23, horc 11. Come in quella hora haveano liauto doi avisi per do messi, l’uno pnr lettere di uno che sta a Trevi, qual disse et atesta esser gionto uno suo da Milano ohe ha visto intrar in Milano Venere di note a dì 21, venendo il Sabato, il capitanio Arcon con lan-ze 400 et fanti 4000 et che tuttavolta vi gìongeva. L’altro loro messo afferma la intrata di ditto monsignor Arcon con cavalli et pedoni assai, et fo a horc 8 di note, et stette in Milano tino a hore 19, 48* che fo eri, che poi li gionse nova come una cavalcata de francesi partila da Biagrassa veniva per intrar in Milano, de modo che ’1 ditto capitanio Arcon con le zente ussite fuora, e andò alozar nel zardino apresso il castello. Quello seguirà et sarà di loro non sa dir altro, perchè ’I non vele l’ora de venir a riportar tal nova lì a Bergamo. Di successi aviserà etc. Fu posto, per tutto il Collegio, che havendo compido il pagar con il don di le decime dii clero il termine statuido, però sia perlongado el ditto termino ancora fino a dì la del mexe di Novem-brio, nel qual tempo si possi pagar con el don. Ave: 152, 6. Di Mantoa, fo lettere dii signor Marchese, scrive a la Signoria nostra, di .... Di questi andamenti de francesi et de spagnoli, et come l’era cavalcato con le sue zente a li confini, etc. Et è da saper. Questo signor Marchexe doveva andar a Roma dal Papa ; ma al presente per queste novità di Lombardia et per mantenir il suo Slado convien restar di andarvi. El qual si parli di Mantoa insieme con la Marchesana sua madre, qual voleva andar a veder Roma, et zonto a Bologna intese la venula di francesi in Italia, et ritornoe a Mantoa e la madre andò al suo camino. Copia di capitolo di lettere di Roma, scritte 49 per Valerio Lugio a dì 21 Octubrio 1524, drizate a sier Francesco de Zuane de la Seda, in Venetia. Et perchè per vostre lettere pigliate piacere intendere li progressi devoti et laudabili che per giornata qui succedono, come fu di quello dii reverendo episcopo Theatino et missier Gaetano nostro con quelli altri dati al spirito, resta ancora per consola-tion vostra svisarvi di una compagnia già molli anni principiata qui in Roma de gli primi hominì et in mollo numero di questa corte, la quale ogni zorno acresse el di numero el di devotione et di entrata per la opera della carità, che così se intitola. Credo ve ne scrivesse altre volle et mandasse di molti loro privilegi: hora il Nostro Signore li ha concesso il monastero do Santo llironimo qui in mezo Roma, dove stavano certi frati di san Fratv cesco de observantia, et quelli remessi ad altri suoi luochi che hanno qui in Roma; nel quale monastero fanno la loro congregatone, dove hanno posti per adesso 12 capellarri, tutti homini sufficienti et di buona vita con bona provisione, che con le debile solenilà et devotione tengono ogni giorno officiata la chiesia, con tanta devotione et ordine quanto altro luoco di Roma. Questa compagnia è tanto crescuta et crescie ogni giorno, che pare sia stato il soccorso et la mano di missier Domenedio sopra tutti li poveri el il populo di Roma. Loro soven-gono ad hospitali et monasterii, ad poveri vergognosi, ad impiagati, ad infermi, ad incamerati, ad se-pelire morti, et ad tutle le opere pie che se possono pensare, dimodoché altre volte si ritrovavano homini morti infiniti per le strade, et impiagati infinita moltitudine, et le stride de poveri affamati fino al cielo con la crudeltà de incarzerati : bora con tanto ordine questa santa compagnia soccore ad ogni caso, che è una meraviglia, nè più si senle 0 vede % alcuna delle predicte cose abbominevoli. Adgion-gendo poi questo, che la Santità de nostro Signore, quale sino a qui cum ogni studio attende alle opere iuste, sancte et pie, nè pensa ad altro con maggior efficatia che ridur Roma in uno slato come se ricerca il luoco, dove è la sedia el capo di tutto il