31 MDXX1V, OTTOBRE. 32 assai de bono animo, et spera che ’I ditto exercito retirándose a Niza, loco 60 miglia lontano da Marsiglia, come el voi far et pensano fare senza impedimento alcuno, dove li a Niza sarano securi et fora di pericolo per esser vicini a la Italia, e in poco tempo de li vanno a Genoa e vengono securissimi, pur si dubita, vedendo francesi liaver fallo qualche preparatane, con qualche spesa patria andarli in animo di fare qualche novo pensier et procieder più oltra. E trovando le cose senza provisione et ordine alcuno, potriano facilmente disturbare il quieto vivere; però prega la Signoria voy considerar la importanza di la cosa comune, et ricordar quello si babbi a far, remetendosi sempre a li aricordi el deliberatimi di quella, ne la qual ha poslo ogni sua speranza et molto si confi la. Et disse, l’exercilo dii re Christia-nissimo era 5 leghe lontano da Marsiglia, el il He in persona, ma che non erano gioliti li svizari lutti. Per quanto si ave per avanti, per lettere scrite da lo abaie di Nazara, si atrova esser da 4000 lanzchi-nech, 1500 svizari, 3000 italiani, 3 in 4000 franelo-pini el 2000 avenlureri, el da lanze 1200. El a l’incontro, questo di monsignor ili Barbón scrive dillo abaie esser di più di 6000 fanti alemani, 6000 spagnoli, 3000 italiani et avenlurieri francesi, 1400 legieri, et 600 lanze, oltra 400 che doveuno gion-ger con il signor Julio da Capua. Edam li disse che uno venuto di Aste gli ha ditto liaver veduto abrusciar Tolone. Et dii marchese di Saluzo non avea altro, salvo che I’ havea auto ordine dal Re per far lo effecto che per le altre scrisse; ma vedendo lui che 'I Re non li ha ateso quanto gli havea promesso, et etiam qualche bona preparalion fata per il signor Viceré, el esso signor Duca, era restato in li lochi li intra montes, senza alcuna preparalion di exercito, né per bora feva altra movesla. Et disse sperava esser ben advisato di movimenti che farà il re Chrislianissimo. 14‘) Copia di lettere dii signor marchese di Pescara al signor Viceré, date in campo sopra Marsilia, di 26 Septembrio 1524, poi mandate dal ditto signor Viceré a lo illustrissimo duca de Milano. Ante ieri, scrissi a vostra signoria tutto quello occorreva, et perchè il camino non è sicuro, con questa mando il duplicato. Già dissi ad vostra signoria come, per contentare il signor duca di Bur- (i) La carta 13* * bianca. bono, ancora che mi paresse cosa da non farsi, ha-veano accordato di dare la batteria a Marsiglia, et cosi se incominciò con selle canoni, de li quali tre non poterno servire, perchè ad uno si ruppe la capsa el l’altro se gli disconzò la imbocalura de dare il foco, et lo terzo fece segno de creparsi. Con li 4 se continuò sino al tardo,el la muraglia era si forte che non si potè fare tanto che con ragione si dovesse dare la bataglia, e così lassarno stare. Hogi il signor duca de Burbon ha fatto chiamare tulli li capilanei per dirli il suo parere, qual era di andar a ritrovar il re di Pranza, el ad essi non è parso di farlo in modo alcuno, se non mettere lo exercito in parte donde tenesse le spalle sicure et potesse ricevere il socorso che gli venisse. Et benché al prefalo duca .di Burbono paresse cosa mollo conira la vo-lunlà sua et dicesse che non voleva dare il voto suo in quello, tullavolla, vedendo quanto importava al servilio de la Maestà Cesarea la conservatione del-l’exercito, se remise ad parere de lutti, e così se risolvessimo retirarsi alla via de Brinella, et se sariano parlili lioggi, se non fosse sialo per dare tempo alla artellaria che potesse arrivare a Tolone, et che il signor don Ugo la levasse con le galere. Domane, piacendo a Dio, partiremo el ambiremo a Tres; bene credo che non potremo agiongere senza caulinare tre giornate. Dappoi da ivi scriverò ad vostra signoria quello occorrerà de più. Tuttavia mi pare ricordare ed supplicare ad vostra signoria che facia far le provisione, qual li ho scripto, et specialmente quella di Niza, mandando de quella gente da cavallo et da piede che sarà possibile, come scrivo in l’altra mia, perchè poiria essere che questo exercito non giongesse fin là e che fossa sforzato de passare in Italia, el ili ciascaduno di dicli casi saria la salvatimi lenire il passo de Niza sicuro el quello di Zenoa. Et dapoi che vedo quanlo la necessità dii danaro cresce ogni dì, suplico a vostra signoria che mi mandi più danari che potrà, perchè non scio come questa gente potrà vivere senza paga in paexe così caro come è questo. Questa nolle vene una spia che disse esser giolito ad Cavagliono 3000 svizari, el che ancora non erano stali pagali. Io ho dato parliculare adviso del tulio all’ Imperatore et ben informato el bailo de Santo Stefano che va da Sua Maestà, et scripto a Roma quello era conveniente. Credo vostra signoria cognosca bene che, per 14’ servilio de l’Imperatore el honore mio leneria poco ad resicare la vita, sebene I’ havtsse ad perder, e lo medemo credo che pensano tulli li boni de questo exercito, che sono molti. Però creda vostra signoria