459 MDXXV, GENNAIO. 460 Il prefato di, sul basso, scaramuzorno li nostri a Santo Stephano, ove era il signore collonelo et io a vedere sul bastione. 11 nostro........... vene da Lodi con lettere el nove bone, et prima cbe entrase, slava a scaramuzare cum francesi conira li nostri, el intralo in Santo Stephano fingeva tirare a nostri, poi quando si la vide bolla, voltò il schioppo contra francesi et tiroli una bota, et se ne vene al bastione eridando : « Duca, Duca. » 11 secondo di de Genaro, parve cbe francesi levassero una boca de arlegliaria di porla Chiosa et doe da Monte Olivelo; pur non si sa certo. Il terzo dì de Genaro,dopo disnare, li inimici co-comenzoron a battere porla Chioza, zoè la spalla dextra, el li fecero una feneslra a bolle forse 50, pur nulla a noi. A Pavia, a 6 Januarii 1525, hora prima noctis. Ilogi, alli 7 di Zenaro, li inimici ha pur tirato, ma poche botte, et questa notte passata vetieno a circa 6 bore di notte al bastione de la Calzinara cum scalle, el al nostro, zoè del Torrello et a Santo Sle-phano et a porta Chiosa credendose a trovarne a dormire; ma da ogni canto li fu risposto et fati fu-gire come pecore, et se la nebbia non era cussi ob-scura morivano quasi lutti. Ma la nebbia li aiutò; pochi di loro fumo morti, molli feriti, de li nostri uno morto, zoè uno lodescho Sergiace, et uno ferito. Papice, 7 Januarii 1525. Questa sera, su le 23 bore, fazendo riparo al Dan-cho del Torazo, vene uno canone et dele nel riparo et ne portò via tre collone, et un sasso dele nel petto al miolocolenenle de la compagnia, zoè a Cabrino: pur spero non baveri male. Ilabbiamo recepuli li dinari mandali et molto sono stali al proposilo, et li nostri lanzinech sono molto ben restati salisfati, promettendo far cose ma-zor de I’ usato. Se le altre mie consignalc ne le mano de l’illustre signor Antonio vi serano dale, vederete il lutto a sufficcnlia, et consigliente alla excellenlia del si-276* gnor Ducila una cheli scrivo, et cussi quela altra aligaia nel presente plico, significandoli quanto scrivo a voi dì tutto il successo, et quanto qui ne la cilli si è proveduto el riparato, di modo che non tememo assalto alcuno. Questa notte passata,a bore una di note, li inimici ad uno tratto scaricorno tutta la artellaria di Monte Olivelo 1’ una subito dietro P altra, el poi sul fosso sive ne le trinzee sue fe- cero una schiopetcria, et cridavano: « Marco, Marco ». Nui tutti el todeschi et spagnoli el pavesi alli bastioni et muri secondo l’ordine nostro. Altro non fu poi : questa matina si partì la nebbia più a bona hora dii solito. Nui giorno et notte lavoramo et si riparamo. Hoggi poi sono sii mollo più quieti del solito, nè alli gabioni che vi^fco scritto che posero la nolle de la Epiphania ne le parte de Fazardo allro non hanno fallo, nè vi hanno condullo altramente di artigliarla. A l’hora del vespero, li inimici hanno tirato una lettera cum uno pasador in el nostro bastion del Torrello, quale conteneva come el Papa et veneliani erano uniti cum il Ite ; il che non credemo perchè cognoscemo le sue zanze. Hoggi tre todeschi sono ussiti de Santo Stephano, el zoso hanno spoglialo 3 over 4 francesi ; altro non hanno fatto. Uno bolognese è fuzito dentro da noi con dir che havea guasto uno vivandier, et che se ne è fugilo, et dice che P arlelleria et schiopetcria da beri sera fu fata per alegreza de veneliani, segondo li hanno dito il suo capo di squadra. Papi ce, 8 Januarii 1525, liora prima noctis. Lo illustre signor Antonio questi dì è stato alquanto opresso dal male, pur adesso è quasi deduto in convalesentia, e spero sua signoria stari benissimo. Tra questo mezo mai ha mancato de la sua solita prudenlia, vigilanza el diligeutia al lutto. Io me-demamenle, a li 3 di questo mi cascò il poledro a riverso adosso,et solo mi leze male al zinochio slancilo, di modo che per doi dì non mi son possulo mover; ma savendo il terrore el la ballaria de francesi. subito per travagiarla son guarito, nè ho perso tempo per questo. Dii reslo ogniun sla ben. Aspetto risposta dii lutto. La notte di Domenica a dì 8 di Zenaro venendo il Lunidì, a bore do li inimici feno uno foclio sive uno fumo sopra il Campanie! di Santo Antonio, uno altro ne ferno ne li prati di Santo Salvator dietro la cassina de missier Thebaldo, un altro sopra lo suo cavaliero, et lutti sempre cridavano : t Marco, Marco, liga, liga, Chiesia, Chiesia et Franga ». Il che noi tutti pensamo siano zanze. Alle Ire bore, uno allro se ne feze a la piaza dii Re al signor Lafrancho; poi a le qualro bore delero uno asalto al baslion de porta Chiosa, et erano loro in ordinanza li parse 4000 persone ; ne lo qual asalto de nostri moriteno 6 todeschi et 4 feriti, de loro non dico pen-satil voi, el nel principio de lo assalto, per haver li