589 MDXXIV, DICEMBRE. 290 stia venata in Italia, dico per aiutar l’impresa conira il re Christianissimo. Item, scrive che il Capitante zeneral dubita non voy far esso Archiducha ducha di Milano. Et scrive altri coloquii auti, vide-licet che domino Paulo Vilorio nonlio pontificio era stato a Sonzin, et parlato^ col Viceré et ducha de Milano da parte dii Pontifico qual vorìa esser mediator di acordo, et rechiedeva li fosse dà in inan di Soa Santità Pavia, Lodi et Cremona, et faria 10 exercito dii re Christianissimo anderia in Aste, et cussi lo cesareo andar in reame, et Soa Santità saria poi iudice di le differenlie loro. La qual cossa el Viceré non ha voluto far, et li disse che adesso la 176* Cesarea Maestà ha uno potentissimo exercito al presente, qual desfazandolo saria fatica e spesa a refarlo. El qual domino Paulo con tal risposta era partito et va dal reverendissimo Datario et poi a Roma ; col qual esso Viceré manda uno messo dal ducha di Sessa acciò di questo parli al Papa etc. Item, scrive che dito ducha di Borbon havia richiesto .... cavalli, et li haveano fati trovar et poi non li ha voluti. Scrive hanno mandato do zen-tilomeni di Brexa ad acompagnarlo fuora dii territorio, videlicet domino Balista da Marlinengo el ca-valier e domino Jacomo Filippo Rosa. Da poi disnar fu Gran Consejo, el andate dentro, le elelione, fu leto per Zuan Batista Ramusio secretano la suplication di sier Hironimo Diodo qu. sier Arseni, et posto per li Consieri et Cai di XL di darli 10 balestrarie alenlo li soi meriti su le galle di viazi, una a l’anno. Non fu presa, et fo balotà do volte. Ave: 950, 326, 7 — 1035, 410, 2. , Et in questo Consejo, fato Capitanio a Bergamo sier Nicolò Michiel el dolor fo Avogador di comun, et ailre 8 voxe. Io fui in la seconda elettone ; mi tochò Auditor vechio; tolsi sier Zuan Alvise Sanu-do fo avocato grando qu. sier Piero mio cuxin, qual mi tolse di Pregadi, Censor et Proveditor a le biave. Et nota. Fece l’oficio dii Canzelier grando Bor-tholamio Comm secretano dii Consejo di X, perchè 11 Canzelier grando è alquanto indisposto. Da Pisa fo lettere, venute eri, di sier Andrea Navaier, va orator a l’Imperator, di 5 Novembrio. Come è ancora li molto intrigato il suo passar in Spagna, sì per li tempi cativi e hie-mali come per l’armada francese, qual come scrisse a dì 18 che non si ha aule, par havesse preso, di 7 nave spagnole carge di lane et merchadanlie che venivano di Spagna, do nave, al presente si ha aver prese le altre 5 si che tutte 7 è prese et hanno fato un rico bulino. Item, scrive come li a Pisa è Vi- / Diarii ii H Sanuto. — Tom. XXIVII. lello Vitelli, qual feva fanti per fiorentini, et che de lì, di queste occorentie di Lombardia si dicea molte cosse. Item, esser venuto lì una caravella vìen di Spagna, mancq di zorni .... di Vaiadolit. Uno ò suso, dice che l’Imperalor, inteso il venir dii re di Pranza in Italia, havia fato relenir tutte le nave a quelle marine per metcr fanti suso e mandarli in reame e Milan ; e che’1 Re havia la quartana, zoè P Imperalor, e feva zente per romper a Perpignan. Sumario di una lettera di Raphael di Gratia- 177 ni, è col signor duca di Urbin in Iìrexa, data a dì 4 Dezembrc 1524, dircctiva a sier Thomà Tiepolo. Cussi come li elicti di questa froda guerra sono rari, cussi ctiam è necessario che li avisi di epsa siano medesimamente rari; nè si perdona a la pena ma si resta per non occorer cosa degna di aviso. Bora, essendose queste nove, li notificho che essendo per diverse vie a li di passati venuti circa 8000 lan-zinech et unitosi con spagnoli, et essendo di questa loro venuta stata fatta alegreza assai in Pavia, et la Maestà Chrislianissima presentitola, subito ancor lei mandò a levare 10 milia svizari li quali di bora in bora si especta nel campo francese ; et cussi lutti dui questi exerciti si vanno ingrossando. Tuttavia hozi si è dito per vie diverse che, havendo francesi con zappe tagliata sotto et pontellata per farla poi minare una porta di Pavia chiamata porta Palacese, et essendone quelli dentro accorti, se relirorno con un bastione dentro et con fianchi assai gagliardi, el quale francesi ieri dicono haverlo guadagnalo, che saria di qualche momento. La Santità dii Papa non cessa di tentare accordo tra questi dui Re, et el suo oratore è stato ad abo-carsi con el Viceré e dipoi se ne è andato da la Maestà dii Re a la Certosa. Idio li presti gratia a fare qualche bona conclusione. Monsignor di Borbone è oggi in posta passato di qui, et essendoli andati incontra el signor Duca, Provedilore, Podestà et molti altri signori per fare che stesse qui a disnare, lui non volse et disse andare in gran fretta con 4 o sci in posta per retrovarsi post dimane in Ispruch dove die esser l’Archi-duca fratello de P Imperatore con molli principi de Eiemagna et da 8 in 10 milia lanzinech, per exorlare el ditto et quelli signori con la zente lulla accelerare la venula in Italia ; di che seria de qualche impor-lanlia se cussi fosse. 19 I