291 MDXX1V, DICEMBRE. 292 Ma a dire ingenuamente quel che ’1 mio debole ingegno iudicha, che essendo esso monsignor di Borbone stato causa di ruinare el mondo, et vedendo forsi che le cose sono per andare in ruina, dubito che con questa (actione non sesia levato di qua et di man di spagnoli ; nondimeno a la giornata più chiaramente ne parlaremo. 1781) Fo scritto per Colegio a Roma con mandarli l’aviso che ’1 duca di Borbon va contra l’Archiduca per farlo venir presto in Italia, et altri sumarii di francesi. Di le poste vene letere di Brexa et Sonein. 11 surnario dirò di soto, e fo nel levar di Savii di Collegio. A dì 7, fo santo Ambruoso. La matina etiam fo lettere di Brexa et Sonzin. Vene domino Zuan Iorio da Dresano nonlio dii Pontefice, et qui usò molte parole di. la bona mente dii Pontefice verso questo Stado, et li havia commesso dovesse accertar questa Illustrissima Signoria che mai non mancheria; con altre parole. 11 Serenissimo disse eramo certi di la soa bona mente ; et cussi tolse licentia et anderà a Vicenza. Fo concluso in Colegio, babbi voluto dal Papa il Breve per farsi reputazion. Vene l’orator ispano, overo cesareo, senza quello dii duca de Milan, el parlò zerca questa coniunclion si ha a far, solicilando la risposta, dicendo don Cesare di Ragona nontio dii Viceré parli per le poste et dete una scriptura.......... È da saper. In questa mallina, per esser santo Ambroxio dotor di la Chiexia, li oflìlii non sentano, licet le botege siano aperte. Et li milanesi hanno uno aitar ai Fra’ Menori dove è la loro Scuola, et hessendo el consueto farsi procession e soleva andar l’orator di chi era signor di Milan, parse a quelli di la banca di la Scuola de invidar l'orator dii re Chri-stianissimo per aver al presente il dominio de Milan ancora che ’1 Duca lengi il castello ; e cussi preseno ne la loro Scuola di far la festa, benché quelli di la faction dii Duca diceva sarìa meglio non la far ; pur terminorono di farla. Et invitono il dello orator francese, eh’ è domino Ambruoso da Fiorenza milanese, che al lutto voleva aver il loco, e si ben non era sta invidato haria da 40 di la soa parte con arme sotto; che si altri havesseno voluto contrastar el ve- (i) La carta 177 * è bianca nir saria séquito qualche inconveniente; ma la cossa passò quieta. Da Sonzin, dii Venier orator, di 4, hore 23. 178 * Scrive colloquii di quel Illustrissimo Duca zerca le presente occorenlie con lui Orator, nè altro avisa, ut in litteris. Dii ditto, di hore 16. Come quel signor duca di Milan havia auto letere da Milano per le qual era avisato come in Milano erano multiplícate gente assai de francesi, et dimonslrano voler defendersi dentro de la città facendo repari a la fossa è conira il castello; et quelle gente che erano partite dii campo da Pavia et venute a la volta de andare a Marignano o a Milano, si sono driziate a Milano et in quelli loci che sono tra Pavia et Marignano e dove solevano star genie in guarnisone sono rimasti vacui, perché tal gente sono andate a Milano, et per questo questi signori comprendeno che dentro la cita si ponerá gente grossa. Insuper, che Mercore a dì ultimo dii passalo etZobia sequente el campo de francesi se misse in arme fìngendo voler dar assalto, el tanto steteno in arme che deteno spatio a doi grosse bande de levarse tacitamente et andare a Milano, et l’artellaria quale si udiva tirar era quella di Pavia che trazeva conira francesi, et 1’ artellaria di francesi si ha esser retírala da Pavia, et che publicamente nel campo di francesi si dice che sono per retirarsi di breve, et che li forieri dii Re sono andati a fare li allogiamenti a Chiaravalle. Questo è quanto ha inteso esser di novo. Item, scrive che monsignor duca di Barbón beri partite de lì da Sonzin, e andato con 5 soi zentilomeni et la sua guardia de cavalli in posta al Serenissimo Infante et ha lassato tutto el resto di la corte sua lì a Sonzin. Di Crema, dii Podestà et Capitanio, di 4, 179 hore 5. Come ozi è ritornati do soi exploratori, uno dii campo francese, l’altro da san Colombano, et manda li inclusi reporti ; etiam una parie di lei- • tere dii conte Zuan Francesco da la Somaia, scrille a la signora sua conlessa consorte. L’è ditto etiam, per uno suo messo venuto da Milano, che francesi facevano bastioni de li per defender la terra, dicendo che francesi dicono che, ricorendo il bisogno, vogliono defender la terra et non li borgi; et che attendevano a scuoder uno taglione che haveano dalo a quelli de Milano. Malhio da Asola mandato per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de lì esser partito eri a hore 22, et che attendeva cum li guastadori a cavare sotto le mure, dove quelli de Pavia dentro hanno fortificalo, et uno bastione