411 MDXXV, GENNAIO. 412 de lì esser partito Luni passato a di 2 a bora de di-snar, et esser sialo di là da Tecino dove lavoravano a far uno cavalier per batter al longo il ponte per tuor le deffese da quella banda a quelli de Pavia, et parendoli, far cascar il coperto dii ponte. Et attendono a lavorar per cavar il Ticino del gebbo suo et voltarlo nel Gravalon, et è tanto basso che passandolo a guazzo non se li andava a meza gamba. Dicendo che hanno falò grande aparecliio di Ielle incende per levar lutta l’acqua quando vorano dar lo assalto a Pavia, et sopra tal opera la Maestà dii He in persona se conferisse. Dicendosi che voleano dar Io assalto predicto fra diece giorni; el altendeno etiam a lavorar a l’altro cavalier che hanno fatto da la banda de qua. Et dice che hanno dato danari a li italiani et li lanzincchi da la banda negra, et dieno andar driedo pagando tutte le gente. Et in campo se diceva che a Milano si aspectava da 5000 svizari; et che il ducha de Albania andava alla volta dii reame. Da Brexa, dii proveditor zeneral Pexaro, di 4, hore . . . di notte. Manda la infrascripta relation per uno partì dii campo francese sotto Pavia ai 2 a mezo zorno. Dice come hanno voltato francesi il Ticino nel Gravalon, et che l’è sugato di sorte che l’aqua è mollo bassa e si po’ guazarc a piè ; e che atlendeno a fornir il cavalier per killer ne la terra. Eia dì primo, Domenica passala lirorno alcuni colpi de artellaria per veder come bilicano, et par facesseno grande danno nella terra. Che Sabato a dì 30 il signor Renzo tornò in campo in posta al re Chrislianissimo, et seco menò uno inze-gnero qual si offeriva al Ite di far rumar Pavia cum facilità, et non voleva a far tal cffecto salvo con • guastadori cum zappe, badili et piche, et per tal causa haveano radunato gran numerode guastadori, quali erano allo allogiamento de monsignor de la Pelissa. Et che cum il prefato signor Renzo erano venuti quatro zentilhomeni siciliani al Re a dimandarli la libertà di governarsi a comunità, et davano quello paese alla Sua Maestà. Et Sabato, a dì 30 da sera, il prefato signor Renzo se partite in posta per 24G •andar a ritrovar il ducha di Albania che andava a la volta di Bologna per andar alla impresa dii reame, dove etiam dicesi doverli andar il signor marchese di Mantoa et li signoriPalavisini cum boli numero di gente mandate dal Papa in favor dii Re. Item, che in campo sono zontc 4 bandiere de svizari, et che etiam se ne aspectava altre 4, quale pagavano svizeri a sua posta, el questo perchè il re di Franza li levava cerio datio che pagavano al Re alla volta de Franza. Item, che in Milano li sono 8000 fanti et le compagnie de monsignor Gran maestro, di la Tramoglia el dii signor Theodoro Triullìo ; et in campo, francesi dicono non temer le gente cesaree. Item, che in Pavia di pane in fuori non hanno victuarie di sorle alcuna ; el che alli tre, a la riva di Po forno imbarcati alcuni pezi de artelaria che già erano in piacentina dii Papa; et più che le genie che erano in piacentina doveano cavalcar et non si scia dove. Nota. Questo riporlo, è notà di sopra in li avisi di Crema. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta di Roma et la Zonta ordinaria. Et con quella di Roma, fato un vicecao di X, in luogo di sier Sebastian Justinian el cavalier è cazado, sier Andrea Badoer el cavalier ; et fato venir li tre dii Consejo vice, sier Nicolò Coppo, sier Andrea Badoer el cavalier et sier Malio Vituri, scrisseno a Roma nescio quid. Item, con la Zonta ordinaria, messeno la gralia di Zuan Papa merchadante di viti bandito per ho-micidio, et fo assolto per i Cinque di la paxe con falsità, el qual donava ducati 200: et non fu presa. Et questa è la seconda volta è sta messa. Fu leta la gralia di Ferigo di Axola condannato per Quarantia per zuogo e barar, sier Piero Zi-vran eie.; voleva prestar ducati 1000 per do anni. Et remesso al suo foro competente, videlicet ecclesiastico perchè mostra aver le bolle; tamen fo intrigata et non fo mandada. Fu posto et preso una parte optima, che de coetero non si possi parlar di acelar et promover alcuna gratia di quelli rechiedeno grafie, si non con donar danari et non più con impresiedo come si faceva ; et questo per il tempo de li do mexi che fu preso si potesse parlar di far gratie con dar danari, non obslante le streclyre di le parte eie. Di le poste, vene letere. 11 sumario dirò qui avanti. Morite hozi sier Marin Morexini vechio di anni 84, qu. sier Domenego, qual andava con veste di seda con la Signoria. Questo fu Domenega pasata in chiexia di Castello a veder il Patriarcha ; era gran pressa fo schizato alquanto, vene a caxa, li vene la fìevre et in zorni (j è morto. Non havìa heriedi; lassa bona facullà, dà poi alcuni legali, e una mansioneria perpetua a San Zuan Crisostomo di ducali 25 et ducati 5 per le cere, et ducali 50 a sier Velor Morexini qu. sier Jacomo; il residuo, per uno terzo ai poveri da dia’ Morexini desesi di la soa stirpe di sier Marin Morexini ; uno terzo