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MCCCCCIH, NOVEMBRE.
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     nova rii la creai ione <li! papa, à risialo mandarle? ju-dicha le vorà con lui per andar a Konia. Item, uno Piero Gainbaeurta pisano, qual alias con la Signoria nostra a la impresa di Pisa ave 60 cavali, era venuto li a dir che ’l conte Nicolò di Bagno, qual convicina con fiorentini, veria con 300 provisionali boni a servir la Signoria ; ma voria la protetione, e li basleria l’animo tuor qualche castelli a quelli confini. Etiam lui Piero Gambacurta voria soldo da la Signoria : et che quelli ductori li laudano.
         Et per Colegio li fo scrito lolesse quel conte Nicolò di Bagno che fu fiol dii conte Zuan Francesco, et fradello di Guido Guerra ; ma li altri foraussili non era de impazarsi ; el atendesse nel far di questi fanti, che non fosseno fiorentini.
        Dii ditto proveditor, di 5. Come quel castelan di la rocha e Vincenzo di Naldo à voluto scrivi a la Signoria aver auto la rocha con promission di ducati 10 milia; e lui dice non aver mai tal cossa promesso ; ma è stà Vicenzo col castelan. E scriverà a so compiacientia, e manda la copia, videlicet come ritrovò lì in rocha il castelan e Vincenzo di Naldo, il qual volse ducati 200 per il spazo et 300 arà a Ravena. Et che Vicenzo di Naldo li promise ducati
    10	milia lasando l’artilarie e monition è in rocha a la Signoria nostra per valuta di ducati 4000, qual ancora non 1’ ha vedute etc.
       Dii colatemi zeneral, date a Russi a dì 5, a hore una di note. Come era venuto di campo lì per far provision di mandar 50 guasladori per far fossi etc., perchè è gran fangi, e le zente nostre pa-l'OG tisse. Item, per proveder a le viluarie; el havia lato la via longa per non aver potuto passar il liume. Aricorda non si manchi di l’impresa ; et bisogna 2000 fan li e presto chi voi aver honor; e che scontrò Franco dal Borgo con ducati 2000 li portava da Ravena. Esso colatemi va a Ravena per aver bur-chiele per far uno ponte per pasar le viluarie, et à scripto in campo mandino lì a Russi chi voi viluarie. Item, scontrò il conte di Sojano andava verso Faenza con li cavali ; li fanti erano andati avanti. Et fo mandato per li proveditori a le biave, e ordinato mandi stera 1000 di orzi olirà li 500 eri mandò a Ravena.
        Da. Ravena, di rectori, di 6. Mandano lettere abute dii proveditor, qual li scrive ha ’uto Oriolo di Forlì e Monte Bataja di Val di Seno. Item, aricorda si mandi biave; et è venuto lì lo episcopo di Castello, dice aver callato 200 cavali dii ducha di Urbin, et il resto di le zente vien driedo per andar a Faenza; et come il secreta rio dii ducha vene a essi redo-
ri a persuaderli lassasse ditti cavali per far compagnia al suo ducha, che va a Roma. Li risposeno non haver tal autorità ; ma scrisseno di zio al proveditor, et hanno alozato li ditti cavali. Item, è venuti da loro oratori di Savignano e Gatheo dicendo hàversi dato a la Signoria nostra; e volendo un jusdicente, li hanno mandato sier Piero Morexini qu. sier Francesco con 10 provisionati, fino la Signoria nostra provedi di altro governo; et cussi li hano receputi soto l’ombra di la Signoria nostra, per la comission li fo data per avanti etc.
   Di Zuan Piero Stela secretar io nostro, va al ducha, di Urbin, di 6 a Ravena. Come è zonto lì ; vene per Po, ma stenta aver cavalchature ; il proveditor lì à menati tutti via. Item, quelli fanti di Sojano alozati in Russi fè gran danno, et quasi à sachizato quel loco. Item., si partirà per Urbino.
   Da Constantinopoli, di sier Andrea Griti, di G octubrio. Come a dì 13 avosto per Batista Sereni scrisse ; poi, per non aver messi, non ha scripto se non a dì 29 septembrio, breve, per via di Ragusi; hora, che monta in galia, à spazà per terra Atha-nasio da Corfù, con il successo.
    Prima à zerchato spazar li capitoli restava, zoè: il baylo stesse più tempo ; le anime rischatate, haven-do la carta, siano libere; le robe di mcrchadanti, le robe di morti non sotostasi a’ beltramazi, et la libe-ration di presoni è in la torre di Mar Mazor.
    Or. poi che ’l signor li fè il presente solito, a dì 26 lo fè introdur a la Porta, el qual Signor li usò queste formai parole : « Saiutè el principe da parte mia » e che poi l’havia fato la paxe era disposto di mantenirla, e se niun si metesse di mezo a interom-perla lo puniria ; e cussi facesse la Signoria nostra.
Et li dete licenlia. E l’orator exponendo à le petitio-ne sopradite, il Signor disse li bassa li risponderia il voler suo ; sichè con aiegra ciera li parlò. Item, 126 * ozi terzo zorno, il magnifico Achmat bassa lo mandò a levar di caxa. e li disse, da poi molte parole, el Signor era contento il baylo stesse fino tre anni, e cussi li merchadanti. Item, le anime siano libere, zoè quelle haverano la carta, excepto quelle di Mo-don, perchè il signor l’à prese con la sua spada.
Item, di le robe tolte a’ merchadanti, li dete un conto saldato a suo modo, come manda la copia, licet non 1’ habi aceplato perchè non li dà conto particular, ma solum in resto. Item, manda uno inventario di artilarie mancha a Santa Maura, e de li morti voi che solostasi a’ beltramazi, dicendo questa cossa si conzerà poi col baylo nostro. Quanto a li presoni, dice il Signor vuol ducati 240 milia, zoè