259 MDXXIV, NOVEMBRE. 260 (li genie da guerra, et cussi li conferisce quel tempo clic si vede con poco profitto, et ha dato et dà tempo al suo inimico di fortificare di le altro forre, di condur socorso, di procurare el dinaro et finalmente di repigliar animo et vigore el quale era già extincto in lui, dimodoché se la guerra huverà un fine insperato, overo procederà in longo, non averà causa di dolersi di la fortuna. Adesso Sua Maestà non attende se non a trincee, a strade coperte et con le zappo procurare di minare le mura, et tutta via cerca di ruinare una porla di San Salvatore, la quale seria di qualche importantia, perchè, ruinata che fusse, potria li fare un cavaliere et danigiar assai la terra, la quale li resta li molto bassa, di modo che quelli denlro malamente potria stare adifensare; et cussi potria consequire el suo intento, ma serà via un poco lunghetta. Quelli dentro non tirano di fora con nisuna sorte di artigliarla: si existima o che fa-ciano per reservare le monitioni per uno magior bisogno, overo che di tal monition ne hahbino gran carestia. Sua Maestà ha inviato el duca de Albania, el signor Renzo et molti altri signori con 15 milia fanti, 800 homini d’arme el altralanti cavalli lizieri a la via di Piasenza, el si existima che ambiranno a la volla del reame di Napoli. Et dicesi che li sia ancora con loro el signor Zanino de Modici et el conte Guido Rangoni ; che quando cussi fosse, per haver costoro dependentia dal Papa, facilmente si potria cognoscer dove inclinasse el Papa ; et ritrovando el reame senza guardia, potriano facilmente conse-quirlo. El signor Duca hogi, cum tutti noi altri, siamo stali a vedere passare dui miglia de longi de qui 13 bandiere de lanzechenech, che veramente è una bella genie, li quali vanno ad unirsi con spagnoli ; dicono che ne vengono ancora de li altri, et che è in ordine l’archiduca d’Austria con una grossa banda per venire a questa impresa. Dubito non sia el soccorso de Pisa. Se dice che in Milano è rinovata la peste, et che esso Milano è gubernato da monsignor de la Tramoia el el capitarne de iustitia chiamalo Sadio. Alexandria, Como, Pavia, Lodi et Cremona si tiene per el duca de Milano. Arena essendo guardata 155* da un missier Anchise Visconte, senza, che’1 Re la ricercasse esso li l’ha data sperando la gratia dii Re ; ma Sua Maestà li ha fallo quella ciera che si suole fare a quelli che hanno carestia di fede. Altro non mi occorre al presente. 156 Vene in Collegio l’orator di Manloa, et monstre» lelere di Manloa dii signor Marchexe di.....con avisi auti che ’1 duca di Albania et quelle zente pas-sono Po con fama di andar in reame tornavano in-driedo, perchè par il Papa non voy darli il passo etc. Vene l’orator di Franza domino Ambrosio di Fiorenza .............. Veneno li 4 oratori cesarei comunichando lelere aute di l’Archiduca soprascrito al signor Viceré, come el vien in Italia con fanli 10 milia et sarà per la Epifania ; rechiedendo la Signoria li risponda zere.v il dar di la zenle che semo ubligali. Item, rechieso se li desse, ancora che questo Nadal dieno aver iusta li capitoli, ducali 50 milia; almeno se li dagi al presente 20 milia in tanto bisogno per poter pagar le fantarie che vien di Alemagna, dicendo che sariano vincitori di l’impresa; con altre parole. Il Serenissimo li disse che, zerca il dar le zente non era tempo di parlar, perchè non erano in ordine di ussir in campagna; et quanto a li danari, che etiarn loro ne dieno dar le ville etc. Essi oratori disseno che non si vardasse a questo in tanto bisogno etc. Di Roma, vene uno coricr zerca a terza con letere di VOrator nostro, di 25. Da poi disnar fo Consejo di X con lutto do le 15G Zonte, et leto con quella di Roma le lettere di Roma : et poi con la ordinaria posto la gratia di Zane di Santa Maria Maler Domini, che voleno far un loto di carizee 1000 a ducati 12 la peza. da poi mexi 8, atento li soi bisogni per il danno patito di la loro nave presa da francesi, et sior Beneto suo fradello ch’cra Patron esser preson in Franza. E non fu preso, et manchò do ballote aver il numero che bisognava. Item, fu posto una gratia di l’IIonoradi tellaruol debitor di le Raxon Nuove dii dazio di la mercantia, di pagar etc. di tanti imprestidi, ut in suplicatio-ne, et non fu presa. Vene a hore una di note uno cavalaro con letere di le poste. Di Somino, dii Venier orator, di 26 hore 21. Come questa matina ha inteso dal nontio dii Pontefice ch’è lì, domino Bernardin da la Barba, qual è apresso il signor Viceré, che il reverendi- , simo Cardinal Salviali legalo di Parma e di Piasenza havia fatto intender per uno suo messo a questi signori illustrissimi la resolution data per il nostro Signor al nontio dii re Christianissimo, vi-delicet, che sua reverendissima signoria aveva avuto ordine da Sua Santità di far intender amorevolmente al Christianissimo che voglia revocar 1’ or-