509 MDXXV. FEBBRAIO. 570 di certi villani de Avian contra sier Anzolo Gabriel qu. sier Silvestro e sier Polo Pasqualigo qu. sier Cosma conti di San Polo per causa di loro consorte, uno certo privilegio novo fatto per la Signoria nostra per Zorzi Franco secretorio, il qual dice li dà ditto loco con merum et mixtum ini-perium et il privilegio vechio diceva cum ornili-moda potestate. Et redulo il Pregadi, sier Alvise Mocenigo preditto andò in renga et introduse il caso presente, le parie con li soi avocbati, et par-loe, ma malamente, adeo lutto el Pregadi li sentiva contra ; sichè par babbi gran torto. Li rispose domino Pietro de Oxonica dotor avocalo, et compilo, satisfeze el Consejo. Et 1’ Avogador non volse mandar la parie, dicendo voler parlar ancliora, et fo licentiato il Consejo ; tamen si tien se lorà zoso' di la inlromission, perchè tulio è una cosa medema, ut dicitur. Vene a hore 22 lettere di le poste, videlicet di Crema et Brexa. Vene etiam poi lettere di Boma et di Eiemagna. Di Yspruch, di sier Carlo Contarmi ora-tor, di 9. Come quel Serenissimo Principe ha cominciato a scuoder parte di denari di le Ydre, over minere di arzenti vivi. Item, ha ordinato una dieta provincial per la selimana prima di quaresima, a fin di trovar danari, videlicet di tulli quelli dii conta di Tiruol. Di Roma, di V Orator, di 10. Come il ducha di Albania era mia 20 luntano a Monte Rosello e lochi circumvicini, et dia venir a Boma a basar li piedi al Papa. El la massa si farà a Monte Rotondo. Et scrive poi, il Papa haverli ditto, che, vedando li cesarei esser in boni termini, se ritrovavano haver ducati 200 milia, et se diceva il re de Ingallerra calar su la Franza, per il che il re Christianissimo convenirà lassar la impresa de Italia, però voria far una liga trina, Soa Santità, la Signoria nostra et fiorentini, per potersi prevaler in ogni caso. Et che ’1 signor Alberto da Carpi havia trovà esso nostro Orator, dicendo era a proposito si mandasse danari a Roma per far cavalcar le zenle francese di longo in reame, zoè che la Signoria noslra servi il re Chri-svanissimo di scudi 20 milia. Di Roma, di Marin da Poso, drizate a Francesco Spinelli, di 10, qual vidi, et dice cussi : Lo ducha de Albania con le gente sono in questo di Roma, el hanno falto un ponte sopra il Tevere a Monte Rolun lo 12 miglia longi de Roma, castello de Ursini, et dicesi passerano dimane, lo credo che vanno temporegiando per aspettar la re- solulione de questi campi, de li quali si ha lettere di G dal Legalo, che erano uno miglio e mezo lontani, et che havea sentito quel giorno tirar gran artellaria et fochi. Qui si sta aspettar che vongi la nova dii falto d’arme. Di ragion non può esser vili-cilor se non il Re; pur son cose de forluna. C’è una lettera di 5 dii secretarlo dii signor Alberto di Carpi, zoè missier Sigismondo, eh’ è in campo dii Re, che scrive la gagliardia de francesi, et dà il gioco vinto, et dice che ne l’antiguarda sono 12 milia sguizari et G00 lanze, eh’è bel sguadron. Poi il Re cum li grisoni et vallesani molto ben in ordine, et che gli è primo armato e 1’ ultimo disarmato, et in campo adoralo. Lui scrive, et tutti dicono, che venendo al falto d’arme, che non si lassino pigliar Svantaggio, francesi saranno vincitori. Per Roma va il tamburo, et fano genie questi Ursini. Ogni giorno continuamente vieti gente in Roma che fu-zeno de questi castelli convicini. Mi par veder quando a Venetia veniva quelli de le ville cum putini et forzieri et letti. Queste gente francese che sono qui vicine sono cagion di questo movimento, et poi serà nulla, perchè la cosa dii reame non credo procederà. Altro non vi dico. Di Crema, di 10, fiore .... Manda una let-* tera haula di Lodi, qual dice cussi : Ex litteris cuiusdam Organimi, diei X Februarii. Come questi doi dì passati hanno fallo grandissima scara-rnuza, et ne son morii de una parte el l’altra assae, abenchè li spagnoli hanno levato una zanza cum dir che li havoano tolto uno bastione el che haveano amazali 500 grisoni, e tolto pezi tre de artellaria, la qual cosa non è vero; et come li lanzinech vanno con Dio a pezo a pezo, et più come doe compagnie de fanti che erano in Lodi sono andati via, et la maggior parie vanno in campo francese. Et che li francesi ogni dì passano Ada et coreno per tutto. Et come beri di notte arrivò una gran cavalcala a 345* piedi et a cavallo alla Pescara de Boromei, la qual gente assai dubitano che non vengano ad mellerse in Geradada per poter scorer tulle le strade de le viclualie, perchè el governador de Como ha mandalo a dimandar soccorso dubitandose di quelle gente che sono a Givenilì (?), quali dubitano che non se metono insieme con quelli che sono alla Pescara. Et hanno fatto uno contestabile per mandar a Como, el qual ha zercato (ulta Geradada per far la compagnia, et non ha possulo fare 100 compagni, perchè manda la paga per nop li dar se non uno scudo per homo. Et che le victualie ogni dì se incariscono, perchè le strade sono rotte de ogni banda.