403 MDXXV, GENNAIO. 404 f Sicr Nicolò Tìepolo el dolor, fo podestà e capi-lanio a Ruigo, qu. sier Francesco. Sier Bendo Zorzi, fo avogador di Commi, qu. sier Ilironimo el cavalier. Sier Beneto Valier, fo capilanio a Zara, qu. sier Antonio. Sicr Ilironimo Polani el dolor, fo di Pregadi, qu. sier Jacomo. Sier Santo Trun el savio a terraferma, qu. sier Francesco. A dì 4. La matina, fo lelere di le poste, Brexa et Cremona et Verona, il sumario di le qual scriverò qui avanti. Vene l’oralor di Ferrara, et comunicò alcune nove dii duella di Albania, che con le zente era a la Grafìgnana a la volta di Luclia con fama di voler andar in reame: et dii signor Renzo etc. nove che per avanti si ha inteso. Di Cremona, di 2, fiore . , di V ora-tor Venier. Come altro non era di novo, si non che francesi a Milano haveano fato stropar tutto le porte excepto quella Comascha. Di Brexa, del provedUor Pexaro, di 2, horc 4. Come la cosa di Pavia non è successo altro, imo era zonto rie li uno ussilo di Pavia, nominato .....qual dice li è abondanlia di pan. viti el carne salaria, et non temevano. Et qual era stato a trovar il Viceré, et andava a Cremona a trovar il signor ducha de Milan. Da poi disnar, fo Consejo di X un pocho con la Zonta per scriver in certo locho, el poi semplice per expedir alcuni monetarii, parte banditi, parie condanati in presoli ad tmpus. A dì 5. La matina, fo lettere di Roma di l’ Orator nostro, di 2, venute molto prestissi-simo, in liore 45. El par sia la resolution dii Papa ; le qual letcre fo lede con li Cai di X. Et per letere particular intesi esser morto .... el principe di Salerno chiamato el signor...... di età anni.....qual è morto a.....senza heriedi. Havia ducati 35 milia de intrada ; il qual Stado è pervenuto in man di l’Imperador, qual volendolo vender si servirà de ducati 200 milia. Da’ Crema, di 2, fiore 3 di notte. Come heri sera non scrisse pelinoli li esser ritornalo alcuno di soi exploratori, et meno havia d’altra banda ; che molto si meravigliava. Pur li è ritornalo uno suo di Lodi : referisse che li lanzinechi che sono de lì hanno tochato uno dopione per uno, et che alendeno a fortificarsi. Et haver parlato cum uno Irombela dii conte Zuan Francesco da la Somaglia, qual hozi partiva da San Columbano, quale li ha ditto die nella corte dii (litio Conte nulla se diceva di le cose de Pavia, et meno de altre novelle. Da Cremona, di V orator Venier, di 2, fiore .... Come, hessendo sialo con quel illustrissimo signor Ducila, nulla di novo di loro alcuno ha ritrovato, ancora che ’I iudicava qualche cosa da Pavia intender per certa voce venuta lì a Cremona per via di Brexa, die diceva esser aviso che monsignor di la Palissa era intralo in Pavia per tratar acordo con quelli dentro. Diio signor Ducha disse non saper di ciò cosa alcuna, nè per lelere heri da Lodi haute ha di questo alcuno ad- 242 ' viso, salvo ¡1 secretano di Genoa qui existente li ha ditto tenir lelere dal signor Doge suo di 30 dii passato, per le qual gli dinota l’armata sua esser in ordine, et quella esser de vascelli 24 alla quadra, 15 galere et 5 breganlini, nè altro aspec-tano che fanti 1500 i quali li deveno esser mandati dal signor Viceré, et dice che non venendo quelli per lutto dimane, voleno con quelli che si atrovano ussir con la dilla armata et andar a ritrovar l’armata francese, la quale si alrova in Sao-na et è de vaselli 18 alla quara, 10 galee et 4 breganlini; et se essa armata francese non li aspetterà lì in Saona, voleno genoesi seguitarla dove quella andarà. Et questo, scrive, esso signor Ducha haver fatto intender al prefato signor Viceré, il quale ha immediate inviati fanti 1500 fra italiani et spagnoli, quali heri sera gionseno lì a Cremona, et hozi se ne sono parliti per continuar il camino loro verso Genoa dove se ne vanno in dili-genlia per salir sopra l’armata predilla. Don Ilugo di Monchada capilanio di essa armala di Genoa, ha etiam scritto al predillo signor Viceré che, andando l’armala francese nel reame de Napoli, lui la seguilarà cum l’armata sua radendovi sopra li fanti che li manda sua excellentia, se saranno a tempo; in caso clic non fussero gionli, torà 1000 fanti che 1’ ha ordine de trazer de Alexandria, et parte de quelli che se atrovano esser in Genoa, et cum quelli se melerà a sequilarla dove la andarà. Heri sera gionse lì a Cremona il signor Sforzino, veniva da Parma, di dove heri malina se partì, et dice che ’1 signor Renzo il giorno avanti passò per Parma cum cavalli 200 e andava a ritrovar il ducha di Albania, il quale parea che molto inanti non procedesse, ma andasse ritardando il camino suo, et questo faceva per haver nova de l’armata francese se fusse partita da Saona ; la quale,