U1 UDXXIT, NOVEMBRE. 142 rato della nostra Maestà, salute. La degna et condecente salulation cum conveniente affecto a vostra lllustrezza mandemo. Sia noto a vui, come per il passalo ho recepule vostre lettere con el vostro nobilissimo et fidato ambasador missier Piero Zeno, dal quale inleso de la salute et prosperità de la Vostra lllustrezza, se havemo allegrato. Da poi che havemo inteso de la honorabilissima sede quale lo optimo Dio vi ha concesso, et esso Lidio vi concieda molta vita in augumenlo de la Signoria vostra. Praeterea, ne ha referito etiqm ogni altra cosa li havele comesso particularmente ; dal quale havemo ogni cosa ben inleso, máximamente circa la bona pace et ainicitia cordial quale et per il passato ha-vevatecMi» li nostri beatificati progenitori, et al presente ctiam similmente mostrate essa islessa pace verso la nostra Maestà. Per il die, et la Maestà nostra parimente se havemo inclinato ad essa pace verso Vostra lllustrezza svisceratamente, secondo 10 havemo comesso a lo ambassator vostro a bocca, el hará a referirlo a Vostra lllustrezza. Praeterea, 11 havemo commesso l’habia a referir particularmente d’una altra certa materia, qual cose è necessario siano obsérvate da tulle do le parte, acciò babbi ad acrescer la amicitia et pace nostra alla giornata ; et in ciò quello referirà esso vostro ambassator, dateli fede, perdió la mia Maestà ge lo ha comanda a bocca. Et lo presente vostro ambasador ha dato fine óptima et prudentissimamentealla am-bassata et debito suo, come degno et prudente che è ; similmente da parie de nostra Maestà se ha fatto quello se convien verso di lui, et li havemo comandato el lo mandamo, aziò habi ad confortarvi cum la nostra salute el bona et sviscerata pace et amicitia havemo con Vostra lllustrezza, acciò habíate ad allegrarvi et letificarvi. Praeterea dicemo a Vostra Altezza, che conosciate el voslro ambassador per 84* prudentissimo et degno, perchè nel tempo che ha servilo qui alla noslra Maestà in tulle le cose si ha porlà prudentissime el degnamente. Et lo optimo Dio vi concieda molta vita. Scritta in la corte de nostra Imperiai potestà in Conslanlinopoli, a dì 15 Mazo del 930 del propheta noslro Muchmetho, el de li anni de Cristo 1524. Scrita, in............ Di Cremona, di l’Orator nostro, di primo. In consonanlia tutte le nove soprascritte, scrisse a la Signoria nostra. In questa maltina, il Collegio fo su modelli dii ponte di Iìiallo, et quasi lutti erano di opinion di far per adesso l’altra metà dii ponte, che è minato, poslizo sopra galie, acciò si possi passar per suso comodamente et non per questo ponte di campo ctiam di sotto via con barche ; ma sier Zucaria Bembo savio a terra ferma non volse, dicendo voler 11 Pregadi, per esser di opinion che si fazi quello se dia far una sola volta ; et fo terminato far ozi Pregadi per la relation di sier Piero Zen venuto orator dii Turco, e per la materia di questo ponte. Noto. La farina in Fonlego eresse lire G soldi 8 et 12 et più, tamen ne zonze formenti di Ravena con pagar soldi 20 per staro di Irata e traza chi voia, i quali è dii Papa; quello dico di Uavena, dico di Romagna. Da poi disnar fo Pregadi, et leto queste do letere di Brexa et Crema. Fo leto una lettera del Signor turco scrive in laude di l’ orator Zen, stato lì. La copia di la qual sarà scripta qui sotto. Da poi, sier Piero Zen predillo, qual è di la Zonta, andò in renga et in summario disse cbe.’l parlava davanti ad un Principe, qual è cotto a Con-stantinopoli, per usar li molli turcheschi, videlicet sle’ il terzo di la sua vita de lì, et mollo amalo. Disse di la efligie dii Signor, come dirò di sotto, qual ha anni 30, dedito a piaceri più presto che a far guerra ; un grandissimo signor, ha intrada ducati 4 miliona et 500 milia ; la spexa tre miliona, videlicet al zorno spende ducati 10 milia per l’ordinario. Ha tre bassà, il primo Embrain, qual è di la Parga nostro subdito, di anni 29, che fa il tulio e quello el voi è fallo. E disse longamente sopra di questo Embrain, el qual gli ha fatto ogni demon-slralion di amor, el il Signor l’ama grandissima-mente, &t sempre sla insieme da picoli in su. Ha conversado con lui ; el qual è zenlilissima creatura e savio e voi ben al suo Signor. Et a le sue noze, che fon sontuosissime, come fo scritto che lui vele 6000 vivande portate a uno pasto el fese. El Signor, per veder queste feste che si feva lì in Constanlino-poli, si fé far una ballresca di legname coperta di piombo con zelosie atorno, dove stava a veder il tulio. Questo Embrain è andà al Caiaro al governo di quelle cosse, poi la rebellion che lì fu falla, et starà solum 6 mexi. Et il Signor era andà in An-dernopoli, con dir non voler tornar in Constantino- 85* poli fino non tornava ditto Embrain al tempo statuito. L’altro bassà Aias, eli’ è di la Zimera e lien con questo Embrain, il terzo Mustafà che è homo di