45 MDXXtV, OTTOBRE. 46 I * A di 13. La ma lina fo lei fere per tempo di Pizigaton, di sier Marco Antonio Vcnier el dotor, orator, dì 11. Come sono al visi certi lo esercito cesareo esser giunto a li sei dii mexe a salvamento et senza alcuno nocumento a Niza ; ben però seguitali da fanli 200 et 800 cavalli francesi, da li qual non hanno patito danno alcuno Quelli signori capitane! cesarei designavano venir alla volta de la riviera cum lo exercito. L’armata cesarea si alrova a Monaco et la francese a Villafrauca, la qual haveva tentato di nocer la cesarea, non però haveva fallo cosa alcuna. Vene in Collegio l’oralor di Franza, parlando secondo il consueto ohe il suo Re è ben in ordine et veri in Italia, et che la quiete de Italia è che Soa Maestà ha Libi Milan, eie. Vene l’orator cesareo, et ave audientia con li Cai di X. Da poi disnar fo PregaJi, etiam perii Sinico,el reduto,compite il suo parlar sopra 0 altre oppositiou, el ili aver fallo aniazar uno altro homo et una dona contra iuslilia, et altre cose, adeo dimostrò il prefato sier Bortolouiio da Mosto meritava grandissima pumlion, et compite, ¿tele il Consejo suso linohore do e meza. Et il Collegio fo a consultar, aleuto che a fiora di vespero vene un’ altra posta di Pizigaton con lettere di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator nostro, di 11, hore.... Come el signor ducha di Milan havla mandato per lui e mostratoli una lettera di Aste dii signor Viceré, dì IO, el manda la copia, qual scrive come francesi vengono a la volta de Italia, el zà el niarchexe di Saluzo con 8000 fanti o siano zelile del paese, et 400 lanze erano in la valle di San Piero, et a dì 15, eh’ è Sabato, sariano a Susa per passar in Italia. Et .questo aviso ha auto per via dii ducha di Savoja, et par vengi il re Cristianissimo in persona a l’impresa de Milan. Pertanto lui farà ogni cosa di adunar le zente et conzoiizersi col campo stato solo Marseia, per esser a rincontro di dille zelile. In questo mezo esso Ducha fazi poner zelile et vituarie in li castelli di Milan el Cremona, et debbi advisar li signori venitiaui vo-' gliano far quello è ubligati per li capitoli di la liga. Item in le lettere del Viceré, par il re Cristianissimo vengi con -¿0 milia fanti el 1200 lanze, el ha in questo numero 6000 sguizari; con altre paiticularilà, ut in litteris, 22 El per Collegio fu fatte tutte queste provisione, Prima fo scritto a Milan, zoè a l’Orator nostro apresso il Ducha, inanimandolo a ben fornir li castelli de Milan el Cremona, et che faremo meter in bordine le noslre zente, et alenili a far unir le zelile cesaree el le soe a uno. Fo scritto al signor ducha de Urbin capitatilo ze-neral nostro, qual se dia partir dii suo Stado et venir alozar a Padoa,et zà li é stà depulà sul Prà di la Valle in la caxa di sier Antonio Venier, dove sleva el signor Bortolouiio, con altre 4 caxe vicine per li soi. Hor li fo scrii lo accelerasse la sua venula senza dimorar più, alenlo le nove si ha, el mandato a visi di quello c’è di novo. Fo scritto a Roma con mandarli li sumani acciò esso Orator li comunichi col Papa, perché di novo vien guerra in Italia. Fo scritto per le noslre terre, cheli conleslabeli vengano qui, che sono a provision nostra. Fo scritto un’altra lettera al Capitanio zeneral, che meni con se lauti da 1200, sullo quelli capi li parerà. Fo p rialo tra li Savii di poner in bordine le nostre terre eh’è a li contini, videlicet Crema, Bergamo, Brexa; etiam le zente d’arme. Fo parlalo, èslà mala deliberalion la parte presa di far li Procuratori, perché non è un soldo da poter meter le man suso, linde bisogna tuor li danari dove i sono, videlicet di Molili. Et io Mario Sanudo da molti fui laudato di aver contradilo al far di Procuratori e che son stà profeta, perché si dovea veder l’exito di exercili. A dì 14. La malina se intese esser zonlo a Lio uno orator dii Signor turco venuto con un briganti^ unde fo man lato per il masser di le Raxon ve-ehie a farli aparechiar da disnar in la caxa dii Con-s jo di X, et zà la casa a la Zueca da dia’ Morexini era stà preparata, unde da poi disnar si manderà a levarlo el condurlo a la dita caxa, e se li farà lespexe. Fo aldilo in Collegio sier Piero Bol lii era savio a terra ferma, tornato di padoana di aver visto la rota di PAdexe fata........la qual padoani voria, per beneficio di quel territorio, che la .... ......serasse Et ha man lato oratori ili questa terra a questo deputali, videlicet domino..... .........Et al incontro veneno oratori di 22’ Chioza, dicendo dilla rota......serar, perchè l’è la ruina di Chioza et potissimum dii porlo di Brondolo, qual si vien a terrar; etiam faria danno al porlo di Chioza. El con il desegno si parlò in Collegio; el perche vene lettere di Roma, fo rimessi a domali. IH Poma, fo lettere di V Orator nostro, dì 10. Con avisi dii levarsi di l’exercito cesareo di Mar-