593 MDXXV, FEBBRAIO. 594 Illustrissimo signor mio. Heri li cesarei videro che li francesi moveano certi pezi di artigliarla,et pensandosi che lo facessero per volersi ritirare, vi corseno cum alcune bandiere de schiopelieri et andorono in fino a’ loro allogia-menti scaramuzando sempre con qualche avantagio; ma tosto che li francesi si acorsero di questo, cari-corono adesso a li imperiali molte gente, di sorte che li fecero retirare, et al retirarsi ne menarono uno borio numero di castrati et da 10 cavalli utili, et aleuni bagagii. Circa la occisione et ferimenti, de li cesarei ìie fumo morti 4 et da quattro o cinque feriti, et quasi tutti da la artigliarla. De li francesi si pensa che ne dovesseno morire altrettanti o più, maxime che quelli di Pavia fecero uno'gran tirare di artigliarla in verso loro. L’artigliaria de li cesarei han sbaralo due volte tulla, che sono 15 pezzi tra grossi et picoli, et stimasi che habbia mollo dan-negiato li francesi, perchè fu vista dare in uno squadrone de cavalli; el per esser ancora in loco di potersene mal diffendere, hanno li prefali francesi ritirata nel Barco certa arlegliaria grossa che tirava prima ai dritto de li nostri allogamenti a hora e per dover tirare per fianco, benché per ancora non l’habbino sbarala. Li cesarei hanno finita una loro trinzea longa un tiro di schiopedatta........ .... lonlan da li francesi medesimamente uno altro tiro di schioppo, apresso de la quale hanno principiato uno cavalier, di su dal quale cum l’artigliaria, tra a loro e quella di Pavia, disegnano cazare li francesi del loco dove al presente stanno molto fortificati de bastioni et fosse; et in sino a tanto che non è finito il preiato cavalier, et condulovi P artigliarla, non si crede che sia per innovare cosa che sia de momento. Altro non mi occorre dire a Vostra Ex-cellentia di le cose di questi exerciti, per non esserci succqssì di maggior importanza, conziosiachè ogni uno di questi principi sta sopra di sé, et zerca com-batere con il più possibile avantagio. Alli 14 Febraro in campo cesareo. Sottoscritta : Di V. K servi lor Fortunato di Vechii orator senese. Di Brexa, dii Proveditor generai, di 15, hore... Aspecta il zonzer dii Pretello che vien dii campo, et ne manda uno altro a star fermo, dal qual si averi ctiam veri advisi. Itetn, scrive esser nova l Diarii di M. Sanuto. — Tom- XXXVII. de li.....che a Milano erano zonti svizari..... rnilia. Di Crema nè di Bergamo non fono lettere questa matina. Vene domino Ilironimo da Luca secretano del-l’orator cesareo, et apresenlò una scrittura; la copia sarà scrita qui avanti. Di Mantoa eri sera si ave uno aviso, qual l’ora-tor dii Marchexe lo mandò a comunicar con il Serenissimo, ch’ò ledere dii signor suo, di 13. Avvisa come il marchexe Palavicino ch’era con le zenle in Caxalmazor di qua di Po e quelli contorni, essendoli andati da fanti 800 dii Duca, et homini d’arme .....et alcuni lizieri, par ditti Palavicini, ch’è di la parte francese, babbi rollo, morto et svalisali li dilli fanli et preso 1G homini d’arme; et scrive il modo. La copia di la lettera sari qui avanti. In questa matina in Quarantia criminal, havendo eri compilo di parlar sier Philippo Trun synico di Levante a le oposition falle contra sier Francesco Contarmi di sier Ferigo fo capilanio a Baffo, su lo qual è stato zorni 4, hozi mo li rispose il suo avvocato domino Piero di Oxonica dotor, el prima zercò disonestar ditto Sinico. Da poi disnar, fo Pregadi per expedir la materia. El non vi andò alcun papalisla, et erano per piaza il forzo, et questo fu per non star serali si longamenle suso. Et si riduse prima Consejo di X semplice, qual fo ordinalo questa matina perchè li Cai di X voleano prender non far più che si laia la testa ai porzi in piaza il Zuoba di la caza, ma in luogo di questo si fazi una fesla, in la qual si spendi ogni anno di la cassa del Consejo di X ducali 50. El non fu presa. Da poi se introno in la materia di scriver a Roma una lettera posta per lutti i Savii d’acordo, et con grandissima credenza. Nola. Prima fu posto, perii Consieri e Cai di XL e Savii: alento per lettere di sier Marco Foscari ora-tor nostro in corte de dì 4 Dezembrio passato, il Papa li havia dillo che fiorentini mercadanti non poteano mandar i so’ panni d’oro e di seda in Ponente per la via solita rispetto a le guerre di Lom- 350 bardia, pregando la Signoria li concedi il transito per la via di Verona di poter andar a Trento; et havendo questo instesso richiesto a la comuniti di Luca per soe lettere credential in Pandolfo Cinami mercadante in questa terra, et havendo il Collegio comesso lai cosa a li Savii sora la mercadantia, quali è venuti in Collegio a dir non è di danno ma utile a li dacii di Verona ; et havendo il Papa iterum ri- 38