I 155 di lettere, et avisi che sarano nolade qui sollo. Et scrive, Pavia par non tema francesi, et Lodi quotidianamente si fortifica de bastioni. In Crema sono sta fatte chiodane assaissime di longeza di uno bra-zo, che è per bastioni, et continue se ne fanno de li altri ; gente da piedi et a cavallo sono reducle dentro et continue se ne reduse con victuarie assaissime, maxime farine ; guasladori assai di cre-masco sono andati a lavorar, tamen pagati da quelli fano fortificar, manifesto segno che non temeno, che tenendosi Alexandria, Pavia et Lodi, pensa che li francesi farano poca impresa, et existirna il re Chri-stianissimo sarà pentito di la venuta quando el non babbi altra intelligentia in Italia. Per giornata si chiariremo meglio. Da Crema, di sìer Zuan Moro podestà et capitànio, di 4, hore 5 di nocte. Alexandro Rossetto da Crema, mandato pur il magnifico podestà di Crema a Lodi, referisse esser parlilo da Lodi a bore23, et che hozi le zente francese sono corse fin apresso Lodi uno miglio, et hanno preso molti sa-comani el cavalli et victualie che si condueeano in Lodi, con alcuni cavalli dii campo cesareo che li feva scorta. Et dice haver parlato con uno trombeta di 10 exercito francese, che era venuto a Lodi, quale 11 ha ditto che li lanzinecb dii re Chrislianissimo sono ne li borgi di Pavia da la parie verso Alexandria, et il resto di lo exercito è atorno Pavia, et che per il tempo cativo di fangi dimoravano a farli la bataria, dicendo che la Maestà Chrislianis-sitna ha deliberato non si partir de lì (prima de) obtenir la impresa. Il qual referisse etiam che se li fusse stà concesso il parlar per quelli di Lodi al dillo trombeta, li haveria dicto di le altre cose di lo exercito francese, perchè parlava voluntieri con lui referente, per esser da Lendenara subdito di la 93 * Illustrissima Signori;!. Item, dice haver parlato con uno fante di uno capitanio dii signor marchese di Pescara, che li ha ditto haver sentito dir al suo capitanio che dubitavano li lanzinecb che sono in Pavia fino ad quella bora habbino dato la terra al re Chrislianissimo, et che esso referente, di tante volte che lui è sialo a Lodi, non ha visto li signori marchese di Pescara, magnifico Morone et il Gu-bernator; mai è stali di così mala voglia come li ha visto hozi; dicendo hozi esser stà conduli a Lodi gran quantità di badili, pichi et altre mu-nition. Dii ditto Podestà et capitanio di Crema,pur di 5 hore 5 di note. Ballista da Monferà mandato dal magnifico Podestà et capitanio di Crema al cam- OVEMBRE. 156 po francese, dice, clic prima non ha potuto venir per li tempi sinistri de qui, nè haver potuto passar Adda. Reflerisse che lui gionse a Milano Sabato 29 dii passalo, dove trovati alcuni fanti sui amici che sono alla guardia dii castello, li dimandò che guarda li era. Li fu risposto che erano fanti 2000 sotto li conti di Belzoioso, il conte Marco Antonio di la So-maglia el un domino Piero Botigiera pavese, et alcuni altri, che haveano francopini nel dicto numero, quali sono male in ordine. In Milano era guberna-tor monsignor di la Trimoglia et Sandro capitanio de iustitia, el il signor Teodoro Triulcio, et de le gente de la terra ne sono poche, et dicevasi che fata l’impresa di Pavia il Cristianissimo volea passar di quà di Adda a danni de venitiani, et questo intese dal canzelier dii conte Alberto Belzoioso. La Domenica sequenle esso referente se partite de Milano et andò a Binasco, dove trotfò il signor Teodoro Triulcio che lì era venuto da Milano, dove intese che francesi erano intrati ne li borgi di Pavia sotto la terra da due bande fra Po et Ticino. Et intese che il Luni doveano meter la artellaria, zoè 11 cannoni, 4 dopi cannoni, et questo intese da alcuni de la mu-nitione, che andavano a Milano a tuor ballote de mo-nitione con assai carrette. Et dice che Marti lo a dì _ primo di questo, lirono molte bai jote di artellarie quelli dii campo et quelli dentro l’uno a l’altro, et hozi ancora haver sentito tirar molte botte di artellarie. Et il Chrislianissimo era a la Ceriosa cum lo exercito grosso. Et venendo esso referente qui Marti, trovò avanti cerca 400 cavalli francesi che 94 transcorcvano, et haveano facto tuor alcune barche del Navilio et metter in Adda per far un ponte a Cassano. Di Piacenza di 3, dii padre dii conte Alberto Scotto,che scrive. Qualmente,essendo andato el conte Alexandro suo fiol per intrar in certo suo loco, era stà preso da francesi cum li famegli e uno canzellier; et che tenuti, da poi li ave intesi esser sotto il Papa, non li lassono patir in un pontal di striga, excepto che i havea retenuto il suo canzel-liere ; et che de boca del re Christianissimo baveasi che ’1 non volea, pacto ullo, tuor, nè molestar le cose dii Pontefice et di San Marco. Item, che.AI-dana capo di fanlarie spagnole non havea potuto entrar in Pavia per esser quella terra tutta eircum-data da francesi ; che li fu dimandato se Sua Maestà voleva che si desse molestia a le gente de san Marco disse che non. Dimandato si ’1 volea che s’invadesse soldati che portasseno le croce rosse, rispose che se li dia su la testa. Item, che lì in Piasenza era gionto MDXXIV, NOVEMBRE.