251 MCCCCClll, NOVEMBRE. 252 homini di la fazion di Naldi. Item, hanno nova, quelli di Ymola esser intrati in la rocha, et è stà tajà a pezi il castclano era per il ducha Valentino; ne la qual rocha è di soi di la Valle. De li ditti, di 2, liore 20, venute avanti nova questa matina. Come mandano lettere aute di Zuan Griego e Franco dii Borgo, et etiam di Vi-cenzo di Naldo aule hora, che in quella matina li avisano doveano intrar in la rocha di Faenza, et eri ebeno la Ville a devution di la Signoria nostra e introno in Brixegele; e perchè dubitano di fiorentini, li scriveno subito esso proveditor vengi con le zente. E cussi in quella hora monta a cavallo lui proveditor, e si parte con le zente e anderà a Russi. Scrive bisognerà meter zenthilomeni in questi lochi aquistadi, lino la Signoria provedi dii governo. Item, si provedi di mandarli danari per far fanti per me-terli in le roche, e in Montefior e Santo Archanzolo, e lì a Russi farà fanti, e spera trovar le cosse cussi ben disposte, che avanti il zonza a Faenza la rocha sarà di la Signoria nostra mediante qualche beverazo si converà dar al castelan. Et bisognerà tuor il cugnalo di Vicenzo e Dionisio di Naldo, eli’ è nominato Pe-ron di Carli, et Carlo di Canili pur di ditta Valle, e darli provisionati ; però non se li manchi a mandarli danari etc. Di Brixegela, li scrive Zuan Greco e Franco dal Borgo, di primo, a liore 3. Come a bore 24 introno ivi cori Vicenzo di Naldo per nome di la Signoria, visto con gran contento di tutti, e come conienzono a intrar in la Valle tutti cridava : « Marco! Marco! ». Item, avisa, esso proveditor vengi con le zente per dubito di fiorentini ; et che 40 homini d’ arme di fiorentini erano a Sai ita Rissa ; e in quella hora si partivano per andar a tuor la rocha di Faenza per la praticha hanno col castelan. Etiam Vicenzo di Naldo scrive al proveditor in confor-mità. Et per Colegio, per non indusiar a far con Pregadi tal lettere, li fo scripto che atendeseno a la Valle e non più a quelli di la terra ; e per aver la rocha lacesseno ogni promisione, e li davamo, licet l’avesseno, ogni libertà; e vadi con le zente, e li mandaremo danari cl il tutto. Di Zervia, dii podestà, di primo. Dii zonzer lì dii legato dii papa va a Roma. À dimorato 5 dì per aspetar salvo conduto dal ducha di Urbin. Item, dii zonzer de li nonlj di Fano. Li ha carezati et ex-pediti. Di Cesena. Luni fono in remor ; cridono : « Chiesia ! ». Domino Palmier Tiberti intrò in la terra etc. E il ducha di Urbin à la cossa in le man, però non scrive altro. Fo balotà mandar a Ravena peti 150 per mandarli al ducha di Urbin, me auctore. Et fo ordinato in nomine Domimi far sonar campano e far lumiere 3 zorni la sera, et scrito per tutto. Bectoribus Paduce. Cum diem suum obiisset sanctissimus dominus Pius papa III.US felicis recordationis, convenientibus de more in unum reverendissimis dominis cardinali-bus, datus est et declaratus rite et recte Ecclesia; san-ctae Dei summus pontifex reverendissimus dominus Julianus cardinalis Sancti Petri ad Vincula, et Julius ll.us est appellatus, quam electiònem speramus et ipsi Ecclesia; sancta; et christianse reipublic® uti-lem et salutarem futuram. Et quia tanti pastoris et universalis parentis dedaratione merito tetanduin et gaudendum est omni significatione lelilia;, volu-muset vobis mandamus, ut in ista civitate et juris-dictione vobis eommissa per tres dics continuos, ut moris est, processionem et omnia gaudii signa fieri faciatis, cum falodiis et sonitu campanarum. Data in nostro ducali palatio, die 3.° novembris 1503, indict...... Similes cunctis rectoribus, tam a parte terra; quam maris. 1 Da poi disnar fo Pregadi et Ietto assa’ lettere, et etiam vene le infrascripte hessendo recluto Pregadi. Di Franza, di V orator, date a Macon a dì 25. Come era nova di l’impresa di Salz, le zente dii roy erano levate e redute in Narbona, per la qual cossa il roy si partiva di Macon per andar a Lion, per esser più propinquo. Item, il Cardinal San-mallò partì per Roma questa matina, e il re li mandò drio che ritornasse, acciò lo consigliasse in le oco-rcntie presente, che importano. Dii ditto, di 26. Come, hessendo col re a messa, soa majestà li disse aver nova il re di Spagna esser passà li monti; et che monsignor de Dures capitanio di zentilhomini soi voleva star lì con zente a campo, et il capitanio Rubinet non volse, adeo se er;;no levate et redute non in Narbona ma a Olich, pocho però distante di Narbona ; et che il re di Spagna si era reduto in Perpignan, tamen, da altri ha inleso che l’è in campo; sichè il re parte e va a Lion e lui orator Io soquiterà. Qual li dimandò si havia nove di Italia ; disse di no, da (i septembrio