115 MDXXIV, OTTOBRE. 116 ne, et maxime le gente italiane. Dice che de la gente de la (erra ne sono pochissime, et in Milano non esser sta fatto danno alcuno per le gente francese. Et se partite da Milano Mercore de sera, et heri malina gionse ne lo esercito de francesi 67* a Lardirano lontano de Pavia miglia 4, dove è la persona dii re Christianissimo, et dicevasi Sua Maestà doversi levar et venir a Cappian verso Lodi apresso lì miglia 14. 11 signor Federico da Bozolo et el conte Zuan Francesco da la Somaglia, con zerca 5000 persone, si atrovano a San Columban ; et in Santo Angelo non gli è salvo una bandiera italiana, che se dimanda el Meserin da Manloa. Item, che ’I re Christianissimo ha seco gran baronia, et se dicea che i dia andar a lu impresa di Pavia, et chi diceva che la se haverà de acordo. Item, dicevasi che ’1 Bozolo et Somagia volevano andar atorniar Lodi. Item, dice che lo esercito francese è allogiato nel Barco et alla Certosa, lontano da Pavia circa miglia 4. Da Cremona, di sier Marco Antonio Ve-nier el dotor, orator nostro, di 28, hore 22. Come era venuto uno ila Milano, qual parli beri. Dice che francesi in Milano non hanno saehizato et apieatocome se diceva; ben ad alcuni pochi parlicu-lari e slà fatlo danno; et alla guardia de Milano li è restato monsignor de la Tramolia et Lescu con 300 francolopini ; et fin bora el Re non ha dimandalo dinari a Milano. El qual Ue si atrova al presente a la Certosa di Pavia, e il signor Viceré é ancora a Sorexina, dove li è etiam el signor Hironi-mo Morone. Et per quello ha inteso, etiam Arona si é rendula al re Christianissimo, et ne è slato causa quel signor Ancbise Visconte che alla guerra passata la difese tanto gaiardamente, a nome di questo Ducila. Si aspecla cum desiderio el socorso de la Illustrissima Signoria nostra, nel qual é lulla la sua speranza. 08 A dì 31, ultimo dii mese. La mulina fo in Collegio 1’ orator di Mantoa con alcuni avisi auti dii suo signor zerca il Re va a campo a Pavia, et altre parlicularità. Vene l’orator cesareo solicilando la expedilion di le zente, dicendo che ha haulo lettere di Cremona dii Viceré, come speravano Pavia si mantellina, et in loco di 3000 lanzinech erano lì, li liavìa mandato 3000 fanti spagnoli valorosi, et era dentro Antonio da Leva spagnol homo famoso, et altre pro-vision fevano.. Di Bergamo, di 29, vidi lettere. Come, per uno suo veuulo dii campo dii Christianissimo, hanno che Zuoba passata, fo a di 27, la Christianissima Maestà ordinò guastadori per far repari da piantar le arlellarie sotto Pavia, et dice che con Soa Maestà se alrova ancora el re de Scozia, voi dir il ducila di Albania che governava la Scozia, et il re di Na-vara ; et che Soa Maestà minaza, se Pavia non se rende, che la ponerà a foco e fiamma ; la qual impresa finita dice che torà poi la volta de Lodi et Cremona. In Pavia si ha che sono 4000 fanti benissimo disposti. Dice che nel campo se comenzava a patir per il vivere. Risona che il castello di Milano tirava fuora, et si ha che gli è andato il signor To-daro Triulzi in Milano. Avisano, il ducha di Urbino heri sera a hore prima di notte gionse in Bresa. Scrivono, fin qui in Bergamo è intrati 300 bomini di le vallade, nè mancano da loro di far ogni prò-Vision, ut in litteris. Di Brexa, di 29, hore .... Avisano el Viceré, Borbon, Pescara el Arcon sono a Soresina et stanno a veder: interim vasse preparando et danno pur danari a le fanterie. El ducha de Milano è pur in Cremona; el passo de Arona è nelle man de francesi ; il Christianissimo con lo esercito è sotto Pavia per farne experienlia. Sua Maestà è alogiata a la Certosa ; dubita che Pavia non sia cussi provisla come bisogneria, praecipue de arlellarie e polvere. Heri fo mandalo in Lodi da Cremona 8 pezi de ar-tellaria. Questa sera al lardi aspectano il proveda-dor zeneral Pesaro li in Bresa. Dii ditto, di 29. Mandano lettere di rectori di Bergamo, di 29, hore 14, qual dice cussi. Da novo nui havemo, come il campo regio è sotto Pavia a miglia 3, et che ha bisogno de victuarie, et che da parte della Maestà Regia era slà dimandata la cità di Pavia alla obedienlia sua, altramente che 68 * la farìa meter a foco et fiaina. Havemo etiam, come dieti francesi hanno sollo Pavia bocche 43 de artel-laria grossa el minuta, et che la volevano metter a segno per dar la battaglia a Pavia. Il castello di Milano discarga molte bocche de arlellaria. , Dii ditto Podestà, vidi lettere, di 29, hore 20. Come, havendosi hauto da lì la nova di la perdita di Arona, el signor Capitanio ha molto ponderata tale nova et la esislima. di mala natura, prae-sertim perchè ora el Christianissimo arà aperta la via di le viluarie, di maniera che ’1 potrà star anni et anni in Milano senza suspelto. Pensa sua signoria che Ancbise Visconte che l’anno passalo si diportò valorosamente, non abbandonò mai quel loco, bora lo babbi lassalo per qualche mal Iractamenlo che li sii stà usalo per el signor ducha de Milano,