671 MDXXV, FEBPRAJO. 672 po dii suo infortunio per la Signoria, fo delega il governo a li Procuratori di la chiesia di San Marco, qualli fin liora 1’ hanno governalo, et a questi dì essendo sta trova el capitolar di la Scuola di Santa Aguexe per el qual si vede dilla Scuola era governala per loro, et essendo venuti a la Signoria nostra il gaslaldo el fradelli supplicando esser contenti li sia dà il ditto governo dii prefato hospedal, per tanto sia preso che ’I preditto governo di 1’ hospedal sia dato a la predilla scuola, come era prima. Ave 185, 3, 4. 14 In questa sera fo fato la comedia in cha’ Dandolo: fo bellissima. Durò fino ad bore 10 di notte. Et venuto zoso il Pregadi, qual vene ad hore 23 in palazo dii Serenissimo, et essendo etiam 4 Savii dii Consejo sier Luca Trun, sier Lorenzo Loredan procurator, sier Nicolò Bernardo, sier Hi-ronirno Justinian procurator, et alcuni altri, in la camera di l’audienlia fo recita una egloga per alcuni, che fo assi bella et ridiculosa; compite a hore 3. A dì 28, Marti di carlevar. Vene in Collegio sier Eerigo da Molin venuto Podestà et Capita nio di Ruigo, vestito di veludo cremexin, in loco dii qual andoe Domenega passala a 8 zorni sier Marco Antonio di Prioli, el referile di quelle cose dii Polesene. Laudato de more dal Principe. Di Cremona, di l’Orator nostro, di 26, hore ... . Come erano lettere di beri da Pavia dii magnifico Moron a l’illustrissimo signor Ducha, qual scrive che allora sì partiva di Pavia e andava a Milano, et avisa che il marchexe di Civita Sunto Anzolo.....nome domino FerandoCaslrioti, non si ritrova; si lien sia morto. Et scrive esso Oralor lì a Cremona si dice il marchexe di Pescara è ferido in una gamba, dubita dì spada, et la bolla dii schioppo dii pedo li ha pur toco la carne et alquanto ma-cà l’osso. Bora de qui si parte il medico di questo illustrissimo Ducha et va a trovarlo. Scriveno de Pavia alcuni, et cussi altri refferiscono, che de li vengono, come sono tra morii et anegali in Tesino più di 500 homini d’arme francesi. Dicono il re Cristianissimo esser in Pavia ne lo allogiamento suo in San Paulo, servito dal signor ducha di B&rbon, et il signor Viceré, i quali assai l’onorano. Di Crema, di 26, hore 17. Come in questa bora havia aviso da li soi, che sono al campo cesareo, de heri hore 23, per far intender di la mortalità di le gente di Pranza. Dicono esser cavalcali per lo campo dove è sialo fatto la mortalità. Per tutto lo Barco, cussi dicono, al suo poco aparire ponno esser circa 4000 persone. Poi sono andadi | a Pavia per intender più cerio dii Re. Ogniuno lo fa certo, et che l’é in caxa dii marchexe di Pescara; ma doman se sarà possibil dicono volerlo veder. Poi hanno visto andar via in dui squadroni da qualro o cinque miliaspoliati svizari. Ancora li morti sono svizari et francopini, et ogniuno dice esser 412 perse assai persone et gente d’arme. Per il vero, dicono haver visto meglio che 200 homini spollaii in fra homini d’arme et arcieri. Anchora dicono francesi haver fatto allo di là da Po; ma domane lo saperemo. El campo cesareo é alozato, parte a li soi alozamenti vechii et in Pavia; ma ben dice haver per certo che 80C0 fanti venian in soccorso de francesi, et che ozi o doman giongevano in campo svizari et cerli laliani che erano verso Tortona. Et che molti baroni sono presi cum il re Christianissimo. El il suo nuntio che ha portalo la lettera, dice haver inteso da alcuni, che monsignor da la Palisa non é morto, ma che é salvato con 200 homini d’arme et li danari che erano in campo, et che bon numero di le gente francese se haveano afermato di là de Po. Et che heri se partile de Pavia el magnifico Mo-rone, et andava a Milano. Dicendo che a Pavia alcuni dicevano, che lo exercilo cesareo anderia verso li monti, et alcuni dicono che andaria a trovar el ducha de Albania; ma con certeza non se intendeva quello volesse far, salvo che presto erano per levarsi. Et dice haver visto circa pezi 30 de artellaria tolta a francesi, con gran quantità de monilion. Et che beri li cesarei acompagnarono ultra Tecino circa 3000 svizari spoliali. Et afferma la captività dii re Christianissimo, cum il signor Federico da Bozolo et molti baroni francesi. Et dice haver inteso per certo che Sua Maestà non è ferita. Dii ditto, di 26, hore 23. Come in questa bora havia ricevuto da li soi dii campo lettere di ozi, hore 16, quali dice esser siati in Pavia, el che hanno per cerio che ’I Re è presone. Non lo hanno però visto, ma ben hanno visto baroni sei di Pranza morii, quali li voleano mandar in Franza, che sono lo Armiraio, monsignor de Scudo, monsignor de la Tremoia, monsignor de la Paliza, el Gran scudier, F altro non sa il nome. Ancora dice haver inleso, che non è campalo homo di grande momento, salvo monsignor de Lanson qual non si alrova nè morto nè preso. Et dice, insino a questa bora non s’è fatto provisione de levarse el campo. Et dice haver inteso per cerio,che monsignor de Croxe è andato da lo Imperator per veder se deveno seguir la vitorias412' aut non. Et di questo dice haverlo inteso da uno de la sua compagnia. Et dice esser passalo de là da