G07 MDXXV, FEBBRAIO. 608 ramuza si fcva et erano Ira le assu’ arlellarie hinc inde. Item, si ave aviso quelli di Pavia esser ussiti fuora, et aver amazati 200 fanti di la compagnia dii signor Zanino, e fatelo levar di lo alozamento. 368 Di Cremacene lettere ad hore una di note, di 18, hore 17. Come in quella hora havia hauto aviso da li soi è nel campo cesareo, di heri sera ore • due di notte, come si feze a hore 23 una grossa scaramuza, et ne morite di una parte et Paltra, fra li quali è morto uno gentilhomo de quelli dii ducha di Barbon,et preso uno altro de 1J,primi lui avesse, et ferito il conte de Gimon capitanio de collonello di la Maestà Cesarea de li cavalli lezieri, et tulio il campo se misse in arme. Et che tutte le arlellarie de P una parie et l’altra si scaricorno, et si credea fusse atacato il latto d’ arme. Spagnoli hanno preso mio gentilhomo di quelli di Casligion milanese, dicendoli non haver potuto intender il nome suo per esser l’hora tarda. Scrive etiam che le lettere furono tenute questa notte per non haver potuto mandar il cavallaro fuori dii campo, ma datoli- le lettere questa malina ad hore 12. Scrive esso Podestà che li Ire pezi de arlellaria che erano stali levati da Lodi per condur alla impresa di San Co-lumbano, sono stati ritornali a Lodi, perchè le fan-tarie italiane che doveano andarli del campo cesareo non li hanno voluto andar per non esserli dato danari. Lo illustrissimo signor Viceré havia comandalo a due compagnie de cavalli lezieri che doves-seno cavalcare, et per non haver hauto danari non hanno voluto cavalcare. Item, scrive post scripta: Sono gionli de qui alcuni spagnoli dal campo : dicono nella scaramuza de heri esser morti homini 400 de li cesarei. • Da Brexa, dii Surian, vidi lettere di 18, hore 19. Manda uno riporto da Milano, qual è questo mandalo a la Signoria per lettere dii Proveditor zeneral. Riporto di missier Sanino, qual partì da Milano a dì 10 de Febraro ad hore 19, mandato per il signor Camillo Orsino è in Bergamo, et è in una sua di 17, hore 19. Et primo dice, arrivò in Milano a di 15, ad bore 3, e la matina sequente si ritrovò esser ad porta Ticinese, dove erano circa 30 cavalli di vicluaria carchi, et non si arisicavano ussir fora per timor non esser incontrali et arobali sì da spagnoli come da villani. Et in quel dì che lui arivò, vide ritornare del signor Theodoro Triulzi circa 50 homini de arme, che ritornavano da corere. In Milano inlese ancor dir che haveano pigliali tre spagnoli, dui ad cavallo et uno a piedi; et più dice, che essendo heri che fu 16 dii presente a disnar in caxa dii cavalier di la Croce, intese dir da uno francese che erano venuti in campo dii Re 100 milia scudi, et disseli • che have butato uno taglione de dinar ad Milano, 368' et più li dise che la guardia grossa dii campo si era ritirata ad Sellafranca apresso a la persona dii Re, et che le gente che stava in Saona il Re le facea tornar in campo, ove anco se especta de novo 5000 sguizari. La strada de Milano nel campo dii Re continuamente è incorsa da spagnoli, et per questo danno grandissimo terrore. Lettera dii conte Alberto Scoto, data a Crema, a dì 17, hore 14, drizata al proveditor zeneral Fexaro. Come, per uno mio, qual partite l’altro heri dii campo francese sul tardo, mi ha refferito che ussiteno fora de Pavia zerca 2000 homini da quelo canto dove aloza el signor Joanino di Medici cum le sue gente, et trovando quella banda mal provista per esser esse gente dii signor Zanino per il campo travagliate, inlrorno ne li alogiamenli, et tagliorno a pezi zerca 200 fanti, che li trovorno, et deteno il foco alli allogiamenti, et poi ritorno-rono in Pavia con quatro insegne, che guadagno-rono (da) detti fanti dii signor Zanino. Da Piasenza son advisato, come P altro heri a Rotofredo lontano da Piasenza 6 milia su la strata romea, zerca 20 cavalli de spagnoli preseno una posta francese et quatro cavali de vivanderi, el poi andorono a passare el Po a Caginfango per andar al campo (de) longo. Et come il conte Francesco Rangon Iradello dii conte Guido ha hauto una expedilione di Re di 1000 fanti et 150 cavalli, qual con tal sue gente ha ad unirse con il signor Joanne Ludovico Pallavicino ; et come il signor Laurentio Salviati ha la expedilione di 50 lanze et 100 cavali legieri da la Cesarea Maestà, et cussi non atende ad altro che metterli in essere, cum prometterli dar il quarliron el le slanzie, et in bon locho, et mira su le terre de Palavicini. Et come di novo è rinfrescata la pratica de li dì passali dii conte Guido Rangone con il Re, et si tiene debba sortire. Et come si dice che ’1 Legato ha da cavalcar a Parma. De la cosa successa in cremonese tra quelli dii Ducha et Palavicini, altro non è.