633 MDXXV, FEBBRAIO. * 634 a corsari, esso sicr Francesco per subornatoli li ha permesso li dagi, et lasoge dar. Sesia. Che ’I se ha convertilo in suo uso el sai de San Marco, quello facendo vender et distribuir come li piaceva. Et molte altre opposilion de manzarie publiche che ’1 feva a quelli poveri subdili, condanandoli in danari senza alcuna causa nè prova, nè etiam difesa, metendoli in zepi, dandoli corda, el facendoli tagliar la barba et capelli; el de queste tal opposilion sono da numero 60, le qual manifestamente aparevano sopra li sui libri de man propria di esso sicr Francesco Contarmi. 3871) Dì Bergamo, di 20, hore 1 di notte. Come ancora non erano tornali alcuni di soi che sono ne li exerciti; ma ben si ha per uno ad viso hora venuto, che li cavalli et fanti ussiti di Milano, che forono cavalli 500 el schiopetieri 500, che fo ditto tendevano alla parte del Monte de Brianza, venero alla volta di Lodi scorsizando a Pandin, Rivolta, Spino et altri loci che sono sul cremonese et al confino di Geradada e poi a Lodi, dove brusorno il ponte, barche el assai altri mali feceno, et ritornò poi con dilli fanli in groppa li cavalli a San Colombari. Ta-men non si ha potuto sapere quello poi sii processo di la loro cavalcata. Di Cremona, di 20, hore .... Come a hora è venuto li domino Ilironimo Cigia citadino cremonese, quale era con il signor Alexandro Bentivolo, et uno suo servilor, i quali riporlano, come queste gente dii signor Dudia quale erano andate a l’impresa di Caxalmazor, hanno combalulo con le zenle dii marchexe Palavicino, et quelle hanno dissipale, fugate et di esse morti assai. Et il signor Zuan Ludovico Palavicino è restalo pregione e molti de sui genlilhomini che con lui erano. Et questo etiam si è confìrmalo per uno di questi lezieri di la guarda di questo signor Ducila, el quale ha preso insieme con uno altro compagno el ditto Palavicino; el qual legiero qui è venulo, et ancora per fede di ciò ha portalo il fioco di esso signor Zuan Lodovico a questo signor Dueha. Et dice esser miralo dillo signor Alexandro con le genie sue in Caxalmazor, havendo scaziate dille gente dii Palavicino ultra Po. Da le qual parte sono andate verso Viadana. Item, per lettere che si ha questa sera dii magnifico Moron di hozi a hore 15, scrive clic in la scaramuza di terzo giorno fu ferito don Alojis Caravagial liolo che fu del Ca- (1) La carta 386 * è bianca. ravagial morite a Padoa, el era zenero dii capita-nio Arcon. È morto da quella ferita. Scrive che lo ditte lettere di campo, di 15, scrive il Moron, come il marchexe di Pescara la malina, mollo per tempo, asaltò una caxa in el forle di lo exercito dii Chri-slianissimo dove si ritrovava tre bandiere de fanti, et quella conquistò, el dissipono dilli fanli. Li sgui-zari che ivi si ritrovavano, si mescilo in balaglione : non però li detono socorso. Di Brexa, dii proveditor zeneral Pexaro, 387 * di 21, hore 4. Manda uno altro reporto, qual è questo : Uno mandato per il clarissimo Provedilor zeneral in campo francese in questa hora ritornato a di li) hore 4 di notte, dice esser partito de lì heri ma-tina per tempo, et che già il campo era in arme ; ma non sa quello sia da poi sucesso. Clic ogni giorno scaramuzano con spagnoli, et che li preteriti giorni il signor Zanino mandò de le sue fantarie per man-lenir una casa qual era fuori de li repari, et che li spagnoli andorono li et la prcseno et amazorno la magior parte di essi usandoli gran crudellade. Che quelli de Pavia saltano spesse fiale fuori, et danno de gran speluzate a francesi, dicendo, se li spagnoli di fuori facesseno come fanno quelli di Pavia, fa-riano extremo danno a francesi. Che nella scaramuza di Venere preterito, fo a dì 17, francesi se 'portorono ben valentemente, el amazorno assà spagnoli. Et la Christianissima Maestà quel giorno volse trovarsi fuora de li repari armato. Et che ’1 signor Zanino corse la lanza con uno, qual si dicea Tesser loeotencnte di monsignor di Barbon, et poi lo fece pregione; ma conducendolo versoli allogiamenti, li venero incontro li svizeri con gran furia et li cri-davano traditore et a la fine ge lo amazorono nelle mane; dii che dice il Re hebbe gran dispiacere. Che hanno grandemente forlificati tulli lì sui repari, et etiam quelle case di dentro ove allogiano, et alPin-conlro del cavaliere de spagnoli ne hanno fallo uno altro, et etiam ne (¡inno al presente uno di sopra le due porle dii Barco. Che quelli do Pavia tirano assai cum le artellarie; ma li fanno poco danno. Che sono parliti de lì grisoni la magior parte; tamen che li sui capetanii sono restali in campo, et si dicea dovevano ritornare, et non passariano a Milano. Che aspeclavano, per quello* diceano, sguizari 6000, et che fino beri sera doveano arrivar a Milano, et aspeclavano etiam 4000 fanti guasconi. Et ha sentito dire da persone da conto, che sicome spagnoli sono venuti aproximarsi a loro con gran