579 MDXXV. FEBBRAIO. 580 Lotterà dii campo cesareo, di 12, hore 23. Spagnoli comincia a far un cavaliere, el hanno pensiero di mcllcrli sopra pezi tre de artellaria. Dillo cavaliere è a man dritta dii reparo, a l’incontro dii castello. Francesi fanno qualche riparo eum qualche cavaliere da la banda drila, et non a la cima dii Barco, più presso la terra, dove haveano veduto menar da G, o 7 pezi de artellaria. El Marchese ha mandato liozi do capitami de spagnoli per piar una casa loca li soi repari, el non hanno potuto far niente, che francesi erano ben provisti, dove sono morti parechi di una banda e 1’ altra; ma gli spagnoli li hanno menato via parechi montoni che pascolavano apresso li repari. L’artellaria de Pavia molto li saluta, et non so il danno li faccia. Et cosi questi, et il campo francese non resta far il simile, facendo a noi molto danno. Noi havemo li nostri allogiamenti sotto terra con li repari: non havemo zerca 100 guastatori, ma tutti lavorano a li repari, cum tanta atFectione che non se potria dire. Pur, da do dì in qua, è venuta lanla vernuza ch’é al mondo. 351i) A dì 15. La mattina vene in Collegio 1’ orator anglico el monstre lettere dii suo Re, scrite a Roma al suo orator è lì, el qual ge 1’ ha mandale, come parli al Papa acculandolo esser in benevolenza et paxe e liga con la Cesarea Maestà, come fu sempre, e però non si voy separar questa amicitia; con altre parole, el che ’I voi esser .conira Pranza. Vene l’orator di Ferrara per cosse parlicular. Di Cremona, di 13, di I' Orator nostro. Come in quella malina erano lettere di heri hore 20, di lo esercito cesareo, del magnifico Morene. Scrive, atendeno a far i repari soi et alzandosi più possino, nè cosa di momento è innovata nè da l’un nè 1’ altro exercilo. Quel dii Cliristiauissimo sta ben munito nel forte suo. Questi vanno dicendo che li cesarei non mancheranodi trovar modo percombater, el a questo molto atendeno : quel seguirà il nostro signor Dio lo sà. De Pavia nè da Mllan altro è. Quelli di qua di Po dii marchese Pallavicino heri a mezozorno ussitero di Casalmazor, et andorono a saltar le genie di questo illustrissimo signor Ducila, che erano in Angnsola. Le gente d’arme et cavalli lezieri di queslo signor che ivi erano parse lemcsse-no lo arsalto, et se ritirorno alquanto; la fantaria sle-leno ferma, unde quelli dii Palavicino non possendo |1) La carta 350* è bianca far frullo, se ne ritornò in Casalmazor con occision de 40 homini : di questi pochi per quanto dicono. Scrive, hozi vien qui a Cremona fanti 300 erano in Pizigaton, capo uno......Semenza per andar ancor lui con dilli fanti in Angusola. Scrive,eri sera vene lì a trovarlo el signor Alvise da Gonzaga con-dutier nostro, vien dii campo cesareo, parte terzo dì de lì, dove andò per conzar la cosa de li presoni presi in Santo Anzolo, et ha conzà di haver la persona dii signor Pyro da Gonzaga suo .... in ducati 2500, et il Gonzaga.........in ducati 500, et li altri capi a lui in vardia siano dati con far quelle taglie sarano conveniente. De li exerciti dice quanto è slà scritto et ha opinion ancor lui che qualche e (ledo si farà; et cussi questa matina è slà con lui dal signor Ducha, il quale li ha faclo grande acoglientie. Di Bergamo, di 13, liore.....Come in 351* quella*liora era ¡conto uno suo vien dii campo francese. Riporla come li exerciti sono alti loci soliti; ma che ogni giorno fanno scaramuze con far grandissimi danni in 1' uno e l’allro exercilo con le arte-gliarie. Poi dice che Venere, fo a di 10, se levò de Milano cavalli lizieri G00 el andorono a un castello nominato Subia, eh’ è di missier Zuan Arziboldo, alorno il qual castello erano fanti 500 brianceschi, li quali furono assaltati da ditti cavalli, parte morii, et lo resto svalisali. Item, è sopra venuto unoaltro, qual riporta come Venere proxima preterita, fo pur a di 10, i lanzineoh venero al Viceré et signor Hi-ronimo Morene digando voler danari, aliter se partiriano. Li qual signori li cxortono a voler restare, et li fo dato mezo ducato per uno, de modo che restorno contenti. 11 che placato, il signor Ilironimo hebbe a dire, che è forza far in giorni 4 quanto si puoi, perchè poi non li vede ordine di poter più substenire i lanzinech; et che per tal causa lavorano con molta presleza a li cavalieri per bater lo exercilo francese per tirarli a qualche fato d’ arme. Tamen francesi stanno in li soi repari con lavorar et far di continuo cose a loro defension. Di Milano non è cosa alcuna, perchè si statino a le sue custodie. Di Crema, di 12, hore 7 di notte. Come in quella bora ha recevuto lettere de li soi che sono in campo cesareo, di hozi, hore 22, per le quale li avisano, che spagnoli sono corsi fino ne li allogiamenti de li svizari et n§ hanno morti parecchi, el toltoli 150 castroni et cavalli 25 ; et che francese haveano levala l’arlellarie, et inviate alla volta dii Barco sta-gando loro restretti in bataglia. El che quelli di Pa-