283 MDXXIV, dicembri. 284 Da poi disnar fo Pregiteli. Vene il Serenissimo et leto le ledere. Venero solo Ire papallsli in Pregadi, quali ve-ncno zoso per non star serali iusla il solilo, intendendo voleano scriver a Roma. Da Costantinopoli, fo leto lettere di sier Piero Bragadin baylo, di 20 Octubrio molto ridieulose clic tulio il Pregadi se ne rise, et il Serenissimo, di tanto rider li veniva, si messe la ma-nega al viso. Primo diceva che ’I non havia auto li formazi per presentar come el scrisse se li mandasse, et riugratia il Consejo di Pregadi, ma si duol dii Serenissimo e dii Collegio ; e ha scritto a so’ Gol lì mandi lui, et ha convenuto donar 8 peze li fo do-nade a lui per missier Lorenzo Loredan procurator, missicr Alvise Barbaro e alcuni allri. Scrive che li era venuto uno cuxin (gonfiezza) di la jandusa in uno brazo; infiù el brazo, si le’ trar sangue, è venuto bianco tutto, sì che non si poi dir più rosso. Item, dice che a San Biasio da le munege imparò che ’1 dar feva assai et............ 173 Fo leto le lettere di Roma, si come ho scriplo di sopra. Di Sowstn, dii Venier orator, di ... . Fu poslo, per li Savii dii Consejo e terraferma, che erano soli 3, et sier Zacaria Bembo savio di terraferma nulla volse meler, di scriver a 1' Orator nostro in corte, in risposta di sue di ullimo dii passato. Come esso Orator acerti Soa Beatitudine et viva securo che in niun tempo siamo, per adversa fortuna che ne possi venir, di alienarsi da Soa Santità. Ben è vero che li oratori cesarei e di Milano instano si unissa le nostre zente con le sue in campagna, tamen nui scoremo e semo stretti a la risposto. Tamen il Pontifice voy farne intender quello spera di l’acordo con il r<^ Christianissimo, di far, perchè si andana interlenuli con li cesarei, e si po-rìa far lo acordo e riservarne loco a inlrar, acciò li cesarei non possino dir perchè poi nui semo per inlrar. Et fu presa. 173 * Fu posto, per li Savii dii Consejo, terraferma, el sier Donado Malipiero, sier Borlolo da Canal savii ai ordeni, et sier Polo Valaresso proveditor sora lo armar, che sia dà licenlia di venir a disarmar a sier Alvise da Canal capitanio al Golfo con 3 Soracomili vechii, videlicet sier Vicenzo Salamon, sier Piero Vituri et sier Zorzi Guoro, et sia scritto al Proveditor di l’armada le mandino a disarmar le ditte 3 galìe insieme col prefato Capitanio al Golfo. Et aziò le zurme non si perdano, zonle che le saranno qui, subilo il Capitanio dii Golfo con dogalie meli banco. El sier Velor Soranzo savio ai ordeni, voi la parte con questo vengi dillo Capitanio al Golfo con do sole galìe, di le più vechle, et zonle di qui, poi si deliberi di le altre. Et parlò dito sier Velor Soranzo, e ringraciò il Consejo. Li rispose sier Donà Malipiero. Andò le parte : 0, 0, 52 dii Soranzo, 121 di Savii, e questa fu presa. Fu posto, per i Consieri, Cai di XL e Savii dii Consejo e di terraferma......... Fo leto una altra parte posta per li ditti ; ma balotlandosi la prima, fo leta la supplicalion di sier Zuan Francesco Loredan qu. sier Marco Antonio, qual dimanda questo inslesso; ma visto esser persa la prima parte, non volseno mandar questa seconda, la qual sarìa etiam sta persa. Fu subito leto le letere, posta per li Consieri -una (aia a Feltro, videlicet come apar per lettere di sier Michiel Capelo podestà et capitanio a Fel-tre, di 27 Novembrio, di alcuni, ai quali ha basta l’animo di trar di prexon et liberar uno Menego Ferro ut in litteris, debbi proclamar chi acuserà i delinquenti babbi lire 500, et si un di compagni acuserà li allri sia absolto el babbi la taia, el poi inteso li delinquenti, babbi libertà di ponerli in bando di terre et lochi etc., con (aia lire 500 vivi, et 300 morti, et confiscar i beni, ut in parte. 139, 1, 3. Da Crema, di sier Zuan Moro podestà et 174 capitanio, di 3, hore 23. Come, per uno noniio ritornato ozi dii campo francese, ha inteso quanto apar per la sotoscritta deposition. Sandrino cremasco, mandato per il magnifico Podestà di Crema al campo francese sotto Pavia, dice de lì esser parlilo eri malina a bon bora, et che Zuoba, fo a dì primo, da poi disnar, verso sera, francesi detero l’assalto ad uno bastione che era faclo sopra le muraglie de Pavia verso Ticjpo, nel qual era la guarda, et lo pigliorono, dove li morite poche persone ma feriti alquanti nel scharamuzar. 11 quale bastione fino al suo parlire francesi el lenivano; et haveano faclo fare gran numero di scale, et dicevasi che ’1 Re faceva preparare per dar uno assalto a Pavia. Et il signor Zanino havea adomandato la prima balaglia, et Sua Maestà ge l’havea concessa. Item, che lui ha visto tre mine che si fa-