MDXXIV, DICEMBRE. 368 tamburino, quale referiva che in Pavia non havean pan, ma ben grano assai ; et non hanno modo de masenare, et mangiavano carne de cavallo quale se vendeva uno marzello la lira de onz& 12 ; et non haveano sai già giorni 22. Ila etiam inleso da alcuni capetauii sui amici, clic Domenica passala a di 18 di questo, parte de le * gente francese presero Tortona per forza a sacho; et questo esser verità, perchè era affirmato da diti capitami. Ha inteso etiam che ’I signor Renzo andava a la volta de Piombino per congiongersi con il ducila di Albania et andar a la impresa dii reame. Item, dice haver veduto in uno monasterio 800 scale apparecchiale per lo assedio ; et ogni nocte do hore avanti zorno le gente d’arme se metteno in arme, et così se stanno a l’ordine per qualche bisogno. JEt ditto Podestà et capitanio di Crema scrive, che li lanzinech che doveano andar ad allo-giar a Dovara et Postino domai) dieno passar per Crema via et andar alogiar in Lodi ; et molti di questi cesarei dicono che vogliono andar a mettersi in Malegnano, et hozi sono passali de qui fanti 500 che vanno a Lodi. Da Brexa, vidi lettere dii Surian podestà, di 26, hore 5. Come di bocha dii signor ducha di Urbin ha haulo in secreto, che questi signori capitami ha deliberalo far una cava Iellata a danno de francesi, o a San Colombano o a Marignano,’ o dove li pararà meglio faclo. Diman da sera o l’altro tien saperemo la reussita. Hozi il Provedilor cenerai ha facto uno solenne pasto al signor Ducha et conduttori et loro rectori. Scrive, lì a Drexa se atrova madama Chiara figlia di Monsignori!) Visconti, moglie dii cavalier Pusterla milanese, donna famosissima et olim patrona dii signor Prospero Colonna, quale va a Milano. Il signor Ducha beri sera fu a visitarla et conferir seco in caxa dii conte Antonio Maria Avogaro, dove è allogiala, et questa sera, el conte ZuanGaleazo da Gambara, fo simili-ter lì, dà cena al signor Ducha et a la dilla madama su foze grande, et madama Madalena è fala una strenua e baldissima cortesana, et el Ducila se mon-stra ben tocho in lei. Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria e Savii, intervenendo sier Alvise di Prioli procuralor e sier Daniel Renier deputati per aldir li frati di San Zorzi mazor ; et vene don Egnatio presidente con Ire altri .di primi, et portò un gran disegno per parlar zercha i confini e il Foresto. Era etiam sier Gasparo Mali-piero fò uno di quelli che messe li confluì, et li oratori di Chioza per suo interesse. Parlò ditto sier Gasparo Malipiero mostrando dove è stà posto li confini veri, e che ’I Foresto è di la Signoria. Li rispose domino Bortolamio da Fin dotor, avochato di frali, e confutò; et mandati tutti fuora, restò dito don Egnatio con li frali et propose voler componer la cosa con danari. Da Constantinopóli, dii Baylo, fo lettere di 2 Novembrio replicade, e non fo lecte. E se intese le galìe di Baruto erano al Zanle a di.....et la nave Molina e Malipiera a dì 5 di questo a Ragusi. ! \ Ferdinandus Dei gratia princeps et infans 224 Hyspaniarum, Arcidux Austriae, Dux Burgandiae etc., comes Tyrolis et giiber-nator. Fideles dilecti. Decrevimus tandem negolium restilutionis honorum venelorum in conventione Vormacensi com-prehensorum absolvere, et suo fini commitlere. Quum ergo vos in dieta reslitutione benda et ius quodam pretendati, staluimus omnibus ita ius pre-tendenlibus simul atque possessoribus et occupato-ybus eorumdem bonorum, ut prima die proxiuie futuri mensis Januarii, hic coram nobis aut deputato consilio, cum omnibus eorum iuribus comparerò debeant. Quare vobis itidem ornili serio precipimus et districtius iniungimus, ut eadem die hic ornili ve-stra post habita dilattone compareatis, iuraque ve-slra et que vobis ea in reslitutione inservire censue-ritis aducalis, vel sallem procuratore!« veslrum destinelis, ubi nos negolium ea qua decet dexleri-tate et studio amplexabimus et suo debito fini co-mendabimus, ne amplius quicquam in eo laboris nobis subeundem sit, hoc vos lalere noluimus. Et in eo parituri eslis voluntali nostrae. Data in Ispruch, die 21 Decembris anno Domini 1524. Ferdinandus. Ad mandatum serenissimi domini principis Archiducis proprium. Beatcs..... doctor vice cancelarius A tergo: Fidelibus nobis dileclis N. fralribus Del Bene civibus oppidi nostri Rovcredi.