563
MDXXV, FEBBRAJO.
564
           Item, dice clic li cavalli lezieri, sono a San Co-lumbano, faceano gran danno a quelli portavano viclualia.
          Item, che spagnoli baveano deliberalo mandar due bandiere el cavalli per assediarle, et che lo Viceré stava al Borgelo ad guardar quel passo.
.340' Di Cremona, di l’Orator, di 9. Manda avisi hauti, qual dice cussi: Avisi dii campo dati alli Tre Livreri a Pavia, a li 7 de Fcbraro, a bore 6 di notte, che essendo inimici uniti et posti al forte, non pare al signor Viceré e altri capitani cesarei andare ¡Danti temerariamente, poi che iudicano di potere vincere; et che non gli è gran necessità de soccorere Pavia, né de victuaria perché quelli gli sono dentro stanno de più gagliardo animo fosseno mai, el affermano, per messi mandali fora aposla, non patir alcun bisogno importante, et pregano non ai'relarse troppo per far presto : anzi adcatare li avantazi, perchè son per stare anche molti giorni senza altro rinfresca-mento. Che non si resta d<f scaramuzare ogni dì el grossamente, et il giorno preterito fono occisi più di 100 svizari, quali si sono lasciali arcogliere in una imboscata et erano tre bandiere, et manco de cento spagnoli, el li hanno fugali et expugnali, con la morte de li sopraditti. Che ad un’altra parte, li nostri hanno cargato adesso a una grossa banda de cavalli lizieri de inimici slimando far ingrossar a poco a poco la scaramuza per farla divenire una bataglia fuora dii forte loro; ma essi mai sono voluti reusire, et pur molti ne sono stali morti de inimici da schiopeli et archibusi. Che li prefali ussiti da Pavia mirano, et anche alcuni francesi captivali lo afirmano, che il giorno avanti, che fu a li 6, ussirno de Pavia il conte de Lodrone con cinque bandiere de lanzinech et una de spagnoli, et superate le trinzee pcrvenero in el Borgo Baio ove stavano grisoni et italiani con algune arltllarie, et che li asaliorno, et che coinbaterno, el ne oceiseno più de 500. et meseno in fuga il resto, et li levor-no tre pezi de artellaria grossa et uno earro di polvere, quali conduseno in Pavia; et oli ni a zio, pigliamo tanti cariazi, cofani pieni di valuta de più de 12 milia scudi, e tutti conduseno in Pavia.
  341	Da poi disnar adunca, pochi di Collegio si re-duse, nè la sera fo spazà in campo iusta il solilo.
         Di Roma, di l’Orator nostro, di 7. Come il ducha di Albania era zonlo, con le zente francese va in reame, apresso Viterbo, vien a la volta di Monterotondo loco di Orsini, et li farano la massa con il signor Renzo di Zere ; poi a 1’ Aquila et San
Zermano. Scrive nove di l’armada di Zenoa, il successo qual si ha haulo per altra via, et che si sla in aspeclation di quello haverano fato li exercili, lauto apropinquali 1’ uno a l’altro. Scrive colloquii hauti col Papa.
   Di Brexa, dii provedi ter zeneral Pexaro di 10, hore .... Come, per uno homo di Piero di Longena venuto dii campo cesareo, parlile eri sera, come 50 cavali con polvere erano intrali in Pavia, et che li exercili scaramuzavano insieme.
   Di Crema, di 9, hore 4 di notte. Come ha-vìa hauto aviso da li soi dii campo cesareo, che pareva spagnoli si volesseno levar e andar do mia presso Tecino. Item, scaramuzavano ogni dì insieme, el par 50 cavali di spagnoli con sachi di polvere, si dicea in ditto campo, erano mirati la notte in Pavia, eie.
   Di Cremona, dii Venier orator nostro, di 9. Come in quella malina erano venute lettere di beri, hore 18, di lo exercilo cesareo; ma non cosa alcuna di momento. Ilavia falò pur qualche scara -muza, non però de importanza. Di quel dii Chri-stianissimo, scrivono esser ancor loro nel forte suo: et cussi vano scorendo. Scrive, alcuni di quelli è in Cremona in corte dii signor Ducha iudicano, che per la vicinità loro poiria farse alcuna cosa oltra il pensier loro, come poi occorer in simil occoren-tie. Di le zenle dii Palavicino sono in Caxalmazor, et queste duchesche elio uscirno de qui sono ancor lì vicine; et dicesi che ’1 Palavicino ritorna di là di Po.
    A dì 12, Domenega. La malina, fo iusta il so- 341 ' lilo lettere di le poste.
    Vene l’oralor di Pranza in Collegio, con dir di vicluarie per li exercili, et si manda in campo di spagnoli etc. Il Serenissimo disse nui non mandavano, el altre parole. Il qual orator è sapientissimo et fa officio perfeclissimo.
    Vene sier Zuan Badoer dotor et cavalier, va cadiamo a Verona, dicendo era venuto a luor li-cenlia, et si partirà Marti da malina.
   Da Piasenea, di sier Lorenzo di Prioli, orator nostro, va a V Imperador, a dì 6 de l’instante. Scrive di successi di Parmada di Zenoa, et altre occorenze de lì non da conto.
   Di Cremona, di IO. Come liozi sono lettere di beri, hore 20, come quelli dii campo cesareo scriveno haver messo dentro di Pavia cavalli 46 di polvere per artellaria con munilione, el hanno acquistalo un loco picolo più apresso lo exercilo dii re Cb ris lian issi ino, el lo suo exercilo é al loco suo