209 MDXX1V, DICEMBRE. 300 tirare di l’artellaria a quella volta e non lassorono ussir fuori alcuno ; et l'u sentito cridare misericordia a quelle povere anime. Nè altro è di novo liogi. Dìi Surianpodestà vidi iclcre, di 6, hore 3. Come si ha per diversi avisi circa lo esercito sotto Pavia, et tamen tulli conformi,che più non tiravano ma atendevano solum a far Irinzee et impire per darli arsallo, benché altri advisi dicano che la cosa é reduta che ’1 Re solum alende a volerla per assedio, havendosi già che dentro non vi sia victualie nè modo de manlenirsi più. Et in segno di questo, quelli di Pavia haveano determinato mandar fuori el popolo inutile per uno baslion rumalo, con dir come 182 ‘ le (donne) sarano fuori, francesi non le offenderanno con le artellarìe ; et messo la cosa ad cxeculion, loro furono accorti et tirorono le artellarie, onde quel populazo incominziò a cridar misericordia nè è po-sibile più che le mandino fuori. Tal cosa hanno dato ad intender ad ognuno, che in Pavia vi sia il bisogno grande. Da Soncino si ha: 11 duca di Traieclo dover andar in el regno de Napoli per far GOOO fanti, ma non si dà fede et si tien sia nova exeogitata per servirsi di tal reputazion. Iicm, scrive..... Di sier Carlo Contarmi orator uprcsso Varchiduca di Austria fratello di V Impera-tor, date a Yspruch, a dì 2 di V instante. Come a dì 26SoaExcellenlia zonse lì et lui orator insieme, et havia expedito 6 zenlilhomeni per far fanti per Italia. Item, mandava uno suo al Viceré per intender il bisogno era. Item, vidi lettere di sier Zuan Francesco Contarmi fradello di V Orator, di 2. Come nel viazo di Vienna fin lì in Yspruch, ch’è stalo di zorni 19, havia patito gran senestri et continuamente per 9 zorni sempre ha cavalcato per montagne et boschi, quasi ogni zorno per neve che haveano di solo e di sopra. Hor zonseno lì a Yspruch a dì 26 dii passato a hore 4 da poi mezo zorno, et questo per aver per strada questo serenissimo Principe fallo veder a l’Orator dove el fa cavar Parzenlo, piombo et rame et fonderlo et parte uno di l’allro; ch’è bella cossa a veder. Scrive questa terra de Yspruch è pi-cola ma bella et ridia ; et ha falò uno suo itinerario, qual lo manderà per uno altro corier, Vene in Collegio l’orator di Franza, dicendo come è tempo di scoprirse in favor di la Chrislia-nissima Maestà, qual ama questo Stado e non atender a li cesarei che voriano far precipitar le zente di questa Signoria come faranno le sue; et che '1 Re Christianissimo haverà Pavia, et li vien grisoni et svizari in gran numero; con altre parole di questa substantia ; qual è savio e compone ben parole. El Serenissimo li disse .......... Veneno li oratori cesarei e dii duca de Milano, solicitando se li rispondi sì volemo darli quello semo ubligali a la defension dii stado di Milan etc. Et l’o-rator cesareo usò parole mollo alte. Il Principe li disse che sin bora si era stà in aspeclation che ’1 Pontifice havesse fato qualche bon acordo, et che era stà manda uno secretano nostro fin a Brexa a intender l’opinion dii nostro Capitanio zeneral duca de Urbin, qual ha pratica di guerra ; con altre parole dandoli longole. È da saper. In questi zorni don Carlo di Ragona che vene qui per nome dii Viceré, partì e tornò dal Viceré ; restò ben il cavalier Bilia orator et nontio dii signor duca di Milan. Da poi disnar fo Collegio di Savii a consultar la risposta si ha a far a questi oratori che instano di averla. lo andai a la Certosa con sier Alvise Gradenigo qu. sier Domenego el cavalier a vespero, et hessen-do li in la capella di messer Orsalo Justinian, dove i oficiano, vidi uno monacho nominato don Anzolo . Moro, fo fiol di sier Alvise Moro qu. sier Gabriel naturai, dicendosi vespero, andò in estasi come è solito far et stete cussi fin hore 2 poi vespero sempre in piedi. 11 toehai per moverlo e lo scantinai, e stava saldo. È solilo far cussi. Tamen va fuora dii monasterio et è procurator di la caxa; fa vita exem-piar, manza poco e fa gran abstinentia. A dì 9. La matina fo lelerc per tempo di le 183’ poste. Da Crema, di sier Zuan Moro podestà et capitanio, di 6, hore .... Manda uno reporto dii conte Alexandro Donado, di coloquii auli con il signor Hironimo Morone, el qual fo secretissimo, e col tempo sarà posto qui solto. Christoforo da Morlara, mandato per il magnifico podestà di Crema al campo francese soto Pavia, dice de lì esser partito beri matina a terza, et che Zo-bia a dì primo francesi fecero una gran baiaria a Pavia da la banda del Tecino fra il fiume et la porta di Santa Sophia ; ma tal baltaria li rellevava podio a francesi, perché dentro vi sono li repari el bastioni grandi el fossi. Quali francesi pigliorono uno baslion dove vi salirono molti homeni, et il Re vedendo questo, credendosi inlrar in Pavia, promesse al primo bandiraro che li portava la bandiera scudi 4000,