69 sinxxiv, MARZO. 70 si haria pensato etiam ili cazar spagnoli, e cussi doveri» far la Signoria » e che lui Oralor nostro li rispose che la Signoria leva il lui lo per compiacer a la Cesarea Maestà e aiutar l’impresa; con altre parole, ut in litteris. Di Pranza, fo lettere di sier Zuan Badoer dotor et cavalier, orator nostro, date a Paris a dì i. Come havia auto lettere dal Re andasse da lui, e cussi anderia, et Soa Maestà era lontana de lì mia 60. Di campo, di li, hore 17, venute la sera tardi. Come Zanin de Medici era tornà in campo con meza paga ; il qual era posto a la slrada et havia arnazà do spagnoli avanti el venisse, e il Viceré lo mandava in Milan con la sua compagnia per star apresso il Duca. Et che tutti d’acordo haveano lerminà non moversi nè andar ad alozar a Gravalon, ma concluso alozar a San Zorzi e Ochiobianco, ma prima si movino, fortificar Garlasco, mettendoli pressidio dentro et do pezi de artellarie di quelle sono in Pavia, el questo per lenir le villuarie vauno a francesi ; et far etiam uno ponte sopra Po. Et come Vitello Vilelli, con le sue zenle era di là di Po, è in-tralo in certo loco. Item, li cesarei non voleno più far la giornata, come dicevano voler far da prima. E Hironimo Moron è andato a Milan; et era zonto danari a spagnoli si chè hariano da pagar le zenle per tulio il mexe di Aprii ; et che francesi pativano mollo di villuarie et sono per levarse di Vegevene e andar in Novara. Et per uno borgognon preso, qual si ha lassato prender per venir a parlar al duca di Barbon, ha referito francesi hanno in campo sguizari 9000 e altri fanti 5000, lanze 700, il resto di le lanze fin 900 sono in le altre terre di qua da Texin, et esserli zonti danari ili Franza per pagar le zenle d’arme, ma li hanno dati a sguizari ; di che le zente d’arme è malcontente. Et scrive, volendo il Viceré il Governador mandasse di nostri fanti in Garlasco, il Governador disse non li pareva, el mandasse de li soi. 39 A dì 17. La matina per tempo fo leto le lettere venule eri sera. Di campo, di li, hore 5 di note. Come erano stali quel zorno in consulto, et spagnoli, zoé el Viceré et quelli altri erano aquietadi di non voler venir a la zornata, exceplo domino Hironimo Moron, qual pur instava. Et che era zonto danari in dillo campo, di Bologna, di quelli li mandavano fiorentini, sichè potrano dar meza paga a le zente; ma ben haveano concluso moversi di dove i sono et andar ad alozar tulli do li exercili a do lochi più vicino Po, i quali sono Ochiobianco e Sartigiana. Item, che hanno aviso francesi pativano di viluarit*, et erano per levarsi et andar a Novara. Di Bergamo, vidi lettere di li, hore 3. Come era do giorni non era venute lettere di campo, e come haveano auto lettere di campo che aspecla-vano la tregua. Item, scrivono a li signori Capi di X, lassino venir a Bergamo il conlin da Brembalo. Item, come questa sera hanno parlato con uno vien di Milano, parlile hozi de li; dice non li era cossa alcuna di novo de grisoni, e risolti totalmente in fumo. Etiam hanno parlato con uno vien da confini de sguizari : dice non li era movesta alcuna ; ta-men loro rectori aspeclano il suo messo. Di Brexa, di sier Antonio Sanudo podestà, di 15, hore 5. .Manda una lettera aula di campo, di domino Antonio di Castello, la copia è questa : Magnifici et clarissimi signori, patroni mei observandissimi. Ho recevuto una de vostre signorie, quale ne ho auto singolarissimo piacere, e ho inteso le nove che vostre signorie me avisa. Apresso, in questa sera a hore 22, el signor Viceré con el signor marchese di Pescara sono venuti da lo illustrissimo duca de Urbino con intentione de andare inanzi ; ma per le bone rasone assignate dal clarissitno missier Carlo, è sopraslato e non so quello succederà. El luoco dove volemo aloziare si è apresso el campo inimico da miglio uno e mezo; qual luoco si é in campagna cum uno certo fosso grandissimo e luoco mollo forte et eminente, che sopravanza da l’altra banda el terreno verso el nemico, ma solum li è verso el nemico uno allro luoco non meno eminente che ’I nostro, ita che se el nimico sapesse noi volere aio-giare lì che loro li piantasse la sua arlellaria, noi non li poresemo alogiare; ma se per caso noi andamo prima che non se n’ acorgano e ne diano poco de-spacio de poser fare uno loco de reparo, quello loro poteriano fare noi farimo adesso con la nostra arlellaria, in modo che facendosi dillo alogiamento, li aslrengeremo si de vituaria, come de altri fastidii, che male poteriano passare le cose loro, essendo, come semo, in luoco fortissimo. El signore Vitello se aspetta domane a parlamento cum el Viceré ; penso sia bona nova, per esser lui soldato del Papa. Apresso, li francesi seno intrali hogi in doi ca- 39* stelli, quali sono sopra Po, se chiama uno Serti-gnan, l’altro Bisignera. Altro non havemo de nove,