m MDXX1V, APRILE. 278 165 Sumanio di lettere di Raglisi, seri te per Jaco-ino di Zulian, date a dì... . Aprii 1524, drizatc a messer lo Canzelier Grondo nostro, domino Nicolò Aurelio. Come, per uno olacho che vien da Constanlino-poli, che se parli a dì 28 Marzo, dice che uno zorno avanti el suo parlìr de là fo porlata a Conslanlìno-poli la lesta de Aehmat bassà lo quale se haveva fatto soldan del Cayro, et dice che P è sialo causa de fargela taìar cl chìchaza del dillo bassa, lo qual chìchaza parlò secretamele a tulli homìni da conio de la corle, cnm dir che questo noslro signor se ha movesto leziermenle et non sa lui islesso zò che 1’ ha fato, et alle fin tulli noi insieme con lui faremo el mal fin; el determìnorono amazarlo et portar la sua testa al signor Gran Turco. El tal oililio uno zorno quando lo dillo soldan nuovo era inlrato in bagno volevano fare ;'ma lui si accorse et ussì del bagno per un’allra porla, dicono in camisa, montando a cavallo scampò fuori dii Cayro, el andò da uno signorotto arabo che si dimanda per nome Baca rogli, lo qual signorotto non lo volse lenir, ma lo prese el lo mandò a uno sanzaelto vicino a luì, non so in che luogo: lo dillo sanzacho li tagliò la lesta et la mandò a lo imperador Gran Turco. 166*’ Vene in Collegio il Legato dii Papa solicilando la expedition dìi posesso dii vescoado di Vicenza al Cardinal Redolphì. Il Prìncipe li disse si havia da far assai e si vederia. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice; feno li. Cai di X per Mazo: sìcr Andrea Basadona, sicr Nicolò Zorzi el sìcr Priamo da Leze stali altre fiale. Fo preso che Jacob ebreo, qual era in li camerali per la bararia incolpato dii diamante a quel zudio polono, prima che ’1 sia expedilo di Collegio, perchè alcuni di quel Collegio non volleva fosse expedilo, et per lanlo sia mula di prexon e posto in 1’ Armamento luì et Jacob zudio fio di Abram dove stagìno fin rnezo Zugno, nel qual lempo potrà esser venuto l’oralor di Poiana che andò a Bari et pregò fusse aspelato il suo ritorno, el non essendo venuto, che poi si deliberi quesla maleria. Et non feno altro e ¡1 Consejo di X vene zoso a bona bora, perchè il Doxe non havia dìsnalo ozi e fo in dito Consejo. Di campo, fo lettere di sier Piero da cha' da Pexaro proveditor generai, date a Castel Boldran, a dì 20. Come francesi erano ussiti di Novara et alozati a Borgo Manier. Haveano con sè molle burchlele, nè sapeano la causa, ovcro fusse per passar l’aqtia di là dì la Sesia et andar verso Susa, overo per tragetar sguizari da loro che sono poco lontani. Spagnoli et nostri cavalli lizìerì stano intenti per veder di devedarli, el hanno fermo deliberalo quelli signori obslar non si conzonzino e venir a la zornata. In questo zorno, in mezo le do Colone fo impi-calo uno ladro qual havia fato assà ladronezi in più volle, e ultimate preso perchè l’havia robalo farine a sìer Nicolò Bragadin qu. sìer Arimondo, e il fratello sier Pelegrin. Di campo, di Raphael Gratiano, date a 167u Castel Boltran a dì 26 Aprii, vidi lettere, qual dica cussi. Quesla malina, havendo inteso questi signori dii noslro cxercìlo che, hcssendo ve- ^ nulo un soccorso a francesi de circa 5000 Ira sa-vogeni, pìamonlesi et alcuni de li confini de sguizari con forsi 50 cavalli in una terra dii duca di Savoia chiamata Ivrea distante da Novara miglia zirca 34, et che sì voleva unire con li inimici, tulli dui li exerciti, spagnolo e il noslro, lassando li primi allogamenti, sono venuti ad alozar spagnoli a un loco chiamato Viadra et Vigolongo su la strada dove si spera li possa venire il soccorso, per obviarlo, verso più che non era a la montagna distante da lor primo ufògiamcnlo mia 4, da Verzelli miglia 7, da Novara miglia 6. El signor Duca con le genie è venuto ad alogìare. a Casal Beltrame lerìlorio di Novara disiatile da Casalin noslro allogiamenlo miglia 5, da Verzelli miglia 7, da Novara miglia 5, si per negare el soccorso, come etiam alcune vicluarìe che li andavano tra-fugà el in furtiva parie. E per molle vie se intende li inimici patir assai de vicluarìe, e nel noslro cxercìlo è venuto una mostra de pane che manzano, la magìor parie meglio et segala tre a la pnrpaiola, lanlo picolìnì che ad un mangiatore mediocre non li basterà sei di lai sorle pani al pasto; di vino un bocale che non è multo più di un golto, el la maggior parte aqua, una parpaìola l’uno, el è dì sorte che ogni ferito ne possìno beverc. In quesla bora, un fante trasfuga in conspeclo del Provedìlor ha dil- lo al signor Duca noslro, che havendo francesi quesla malina messo in un eampaniel di Novara alcune vedette, et per esser li nostri campi cussi (li La carta 165 * è bianca. (i) La carta 106* è bianca.