231 MDXXIV, APRILE. 232 altra resolulion ili dieia; i qual però non poteano esser a la più brieve in campo avanti 24 di qqesto. Di sier Zuan Moro provedador generai in hrexana, fono lettere date a Almen lontan di Bergamo mia ... a dì 16, hore 21. Scrive il modo dii partir de grisoni per andar in Val Brem-bana menando prexon il signor Renzo. Il qual fo in questo modo, che essendo lui reduto in certo orlo, vene questi grisoni a dimandarli danari, e lui signor Renzo dicendo non averne e cussi quel Raphael di Palazollo, li leno presoni, et volendolo ligarlo lui pianzeva e il capilanio Tegen lo eonlbrloe e lo fece dcsligar, et lo conducea con vardia ma non con streteza ; el qual però volse scampar e scondersi in uno fosso ma non li valse, si che vano via in loro malora, ltem, scriveno di consulti fati el signor Janus el Zanni di Medici, zerca andar a tuor l’impresa di Caravazo, unde parse a esso Provedador di licenliar li fanti di brexana eie. 13G Et per Collegio, inleso questo, subilo li fo rescrilo meravegliandosi di tal cossa, et che per niente non li lasasseno partir, perchè grisoni potriano ritornar; sì che non liccntii le zenlc. Di Crema, di sier Alvise Foscari podestà et capitanio, di 16, hore 23. Come eri scrisse che, per una spia di Lodi havia, el signor Federico di Bozolo feva preparar cari in quantità, et lui iudi-cando i volesseno venir a tuor li megii e segale su quel teritorio nostro, di raxon di contadini quali erano a la torre, fece provision subito di farle condili' in la spianala. Al presente avisa, come in quella hora per un altra spia à inteso che alcuni fanti di Lodi avendo preso tre burchii di formento si conducea in Pavia, li cari di Lodi lo andavano a levar per condurlo in Lodi; la qual cossa li è sta mollo profìcua, perochè non poteano quelli sono li dentro più durar per la penuria haveano. Di Roma vene do corieri ; il primo con lettere di 14, il secondo di 15. Prima, dii morbo che ne moriva al zorno da ... in......... El che havea lettere di Franza di 1’ arcivescovo di Capua. Dii partir per Spagna e saria presto da la Cesarea Maestà, e inteso il suo voler, andana in Anglia ; sì che sperava le Irieve si concluderla. ltem, scrive coloquii aulì col Papa zerca le cosse di exerciti et nove hanno, et par liabino aviso sguizari siano per cattar in aiuto di francesi, et il Papa non voria si facesse zornala. Scrive aver ricevuto la nostra lettera dii Senato zerca dimandar le decime al clero : andò dal Papa rechiedendo quello. Soa Santità disse che bisognava un poco aver consi- deration e poco papa Hadriano concesse: le altre, che non è ancora uno anno et dogando questo saria 4 in uno anno. L’Orator rispose che l’anno di le decime comenzava al Zugno, però le altre decime fo di P anno passato, unde il Papa disse che li cardinali mai le voriano pagar locando a loro. ltem, come si ha lettere di Genoa di 10; come hanno di campo di 9 che lo exercilo francese si era retirato in Novara, et che nostri gli haveano fato qualche danno nella coda. Li cardinali francesi numero 3, videlicet Aus, Lorena e Vandomo, clic veueno per el far il Papa, partirono a dì 13 da malina et vanno perstafeta in Franza el la fameglia el robe sono andate per mare. ltem, di le cosse di Germania, ch’el Cardinal era stà ben visto et havia bona ciera da li principali e che le cosse lulheriane non erano favorite publice si non dal ducha di Saxonia. ltem scrive, il signor Alberto da Carpi aver dillo al Papa che, volendo manlenir Italia, non è altro modo che dar favor a la Signoria nostra, perchè in loro sla il mantenir di l’autorità di la Sancta Sede eie. A dì 19. La matina. \*ene in Collegio 1’ oralor di Ferara per cosse parlicular non da conto. Vene domino Ambroxio da Fiorenza oralor dii re Chrislianissimo, et disse che la Signoria havia fato per la Cesarea Maestà e per il duca de Milan quanto 1’ era uhligata per la liga fata ; ma che volendo andar più oltra li exercili pregava la Signoria non volesse etc. ltem, disse zerca quel di Bergamo fo chiami a Milan, qual però è ritornato. Vene il patriarca di Aquilegia domiuo Mariti Grimani, qual è venuto da Roma. Di campo, fo lettere di sier Piero de ca’ da 136 * Pexaro procurator provedador getterai, date a Caxelin a dì 16, hore 2 di notte. Come a dì 14 et 15 scrisse di consulti fali in caso sguizari venisseno in socorso di francesi, ut in litteris; el che francesi sono restreli in Novara et sono poca zente, non passano 600 lanze et da 10 milia fanti in tulio tra sguizari, guasconi et lanzinech, di quali li sguizari non sono 7000. Scrive che dii soccorso di sguizari che se diceva venir, par non parano et è sferdilo. ltem, come il Viceré havia mandato 1000 fanti, videlicet 500 spagnoli el 500 lanzinech a Desana loco mia 12 lontan di Caxalin et 7 di Verzelli, qual è di la iuridilion dii duca di Savoia, dove par sia 300 fanti et 100 cavalli lizieri el molli cariazi richi de inimici, et capo di dite nostre zenle è andato il marchexe dii Guasto con 6 canoni et do colobrine, et la baievano. Per le lettere di hore 20 et poi per quelle di hore 2 scrive post scrita à hauto nova