511 MDXX1V, AGOSTO. ipse bcalus Laurenlius patriarca fuit, qua quibu-svis aliis calhedralibus etiam melropolilanis et collegiali* ac parocbialibus quorumcunique locorurn etiam religiosorum ecclesiis lolius Dorainii Veueto-rum ofticium in memoriam eiusdem beali Lau-renlij patriarcae de uno episcopo confessore sub et nomine eiusdem beali Laurentij annis singulis die qua migravit ad Dominum cclebrari ac in eo-rum missis et inatlulinis ac vespcris eommemo-ratio, sub nomine beali Laurenlij palriarcbae recitari possit ab omnibus qui illue celebrare et recitare voluerint, et eius immago in ecclesiis sive Chrislilìdelium personarum domibus depingi sine tamen diademate et non tamquam canonizali sed lamquam beali, libere et licite valeal, auctorilale apostolica, tenore pricsenlium licenliuin et faculla-tem concedimus, non obstanlibus conslitulionibus et ordinationibus apostolicis ccelerisque conlrariis quibuscumque. Volumus autern quod propler prae-missa dictus beatus Laurenlius catbalogo sancto-rum ascriptus minime censeatur. Datum Romae, apu I Sanctum Petrum, sub anulo piscatori* die XV11I Julii 1524 Pontiticalus nostri anno primo. Be. Et. Cremonessis. A tergo: Venerabili fratri patriarchse Vene-liarium. 300 A dì 4. La matina, fo lettere di Roma di V Orator nostro, molto desiderate, di primo Avosto. In consonantia di le prime, et che il Papa era mollo sdegnato per il possesso dato al Cardinal Pixani dii vescoà di Padoa senza bolla over brieve alcuno. Et colloquii auli col Foieta secretano dii Papa zerca questa materia ; el altri avisi ut in Ut-leris. Vene sier Domenego Pizamano stalo conte a Trau, vestilo damaschin oremexin, in loco dii qual andò sier AJexandro Lippomano, et riferite di quele occorrenlie di Trau. Fo dal Serenissimo laudalo insta il consueto. Fo scritlo per Collegio a Roma a 1’ Orator, essendo li Cai dii Consejo di X in Collegio, zerca il vescoado di Padoa. L’Oralor si scusi col Pontefice, il dar il possesso al Cardinal Pixani, perché iudica-vemo fusse questa la mente de Sua Santità, sicome, per sue ledere di esso Orator ne avisoe volca darli il primo vescoado vacante, pregando Soa Beatitudine voglii dargielo, perchè etiam nui compiaceremo Soa Santità in altro eie. In Quarantia criminal, fo expedito quello .... amazò quel parmesan foraussilo in la capella di san Zuane in chiesia di san Marco questo Venere santo passado, el qual retenuto era in caxa dii oralor di Franza e seguì gran rumor in cbiexia; imo ch’è questo fu preso, li altri fuzite. Bor sier Zuan Antonio Venier avogador el menoe, et prima processo conira li abjenti banditi etc., poi questo presente posto. II procieder fu preso di una ballota, atenlo fu preso in loco sacro. Et posto le parte, sier Tomà Do-nado el XL parloe laudando la parte mazor, che era quella di Avogadori. Et cussi questa fu presa, videlicet che ’1 muora in prexon Forte con taia rompando etc. Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consulen-dum zerca armar di Soracomiti, chi dia esser anzian. A dì 5, fo san Domenego et la Madona de la Neve. Officii non senta, ma per la terra si lavora. Nulla fu da conto. Da poi disnar fo Pregadi, el letto le sottoscritte lettere. Da Constantinopoli, dii Bragadin baylo, di 9 Luio. Zerca la cosa seguile al partir di l’Oralor per li schiavi era in galia, qual percausa di Em-brairn bassà il lutto era passa bene, e dii partir di • una galiota con quattro fuste per vegnir in Golfo per le cose di Scardona, overo Glissa, e come li ha fallo patente cussi richiesto da li magnifici bassà; et altre particolarità. Di Zara, di sier Bertuzi Zivran conte et 300* sier Zuan Moro capitanio di .... Luio. Come, havendo alcuni sudditi nostri preso certi turchi di quelli erano a Scardona, et questo insieme con hongari, iui Capitanio cavalcò in persona et amazò alcuni di loro, e recuperò 7 turchi erano presoni, et li ha mandali a Sibinico a sier Piero Zen orator aciò li restituissa etc. et che il Signor turco co-gnosa la bona mente di la Signoria nostra in voler conservar la bona paxe. Fo letto alcuni avisi hauti per via di Man-toa. Zerca i progressi del ducha di Barbon in Provenza, qual ha per lettere di uno suo, date a santa Malgarità a dì 23 Luio. Scrive, l’armala cesarea, capitanio don Bugo di Moncada havia presa una nave francese chiamala La brava, e toltoli le ar-lellerie, et quella havia brusada poi tolto quello poleno tuor; et esser ritornala a Monaco, et havia hauto certo castello a marina, et che il ducha di Barbon aspectava li 200 mila ducali se li mandava da P lmperator, pagaria le zenle et seguiria la vittoria. Et che il Re Iranzoso pareva non mandar a