465 MDXX1V, LUGLIO. 466 Consejo di X. Sier Andrea Basadona. Sier Andrea Mudazo. Sier Mario Corner. Sier Jacorno Badoer. Sier Zulian Gradenigo. non Sier Nicolò Zorzi. Sier Priamo da Leze. Avogadori Sier Francesco Morexini. Sier Zuan Antonio Venier. Sier Domenego Trivixan. Ancora fu preso una parte, che in el far si farà dii Canzelier grando, alcun non debbi procurar in palazo, nè su le scale, nè in corte, nè etiam andar a caxa di alcun zenlilhomo, nè prometter danari o altro di dar, avanti romaso, o da poi, nè dar, nè far dar, ut in parte, sotto pena di privatimi, exilio etc. La qual parie sarà publicala in Gran Consejo. Et noia. Fo ditlo saranno tolti 6 Canzelier grando, qualro di Canzelaria et do fuora, zoè questi per li Consieri, che cadaun torà un per uno, Tomà di Freschi secretano dii Consejo di X, Hironimo Dtdo secretano dii Consejo di X, Andrea di Franceschi secretarlo del Consejo di X, Znan Balista di Vieimi secretano ducal, Vetor Ziliol di la camera de Irn-preslidi, Alvixe Fileti canzelier grando in Candia. Di Roma, fo lettere di l’Orator nostro di primo, 4 et 6, il sumario dirò poi. Unum est, la terra di Roma stava meglio di la peste. Di Napoli, di Lunardo Anseimi consolo, qual manda letere. Di sier Alexandro Confarmi capitanio di le gaiìe di Barbaria, di ultimo Mazo di Catania. Scrive la sua navigalion, et conio non havea-no voluto locar Saragoza per il morbo vi era, et erano venuli lì in Catania per aver li peoli. In quesla ntalina, in una caxa serata a santa Maria Mazor, qual fo per aversi impazado con li Triulzi di san Zuan Grisoslomo, era una donna et uno puto amaiali di peste. Fono mandali aLazareto, et tulli di caxa altri, Ira i qual uuo prete, e le robe porlade a Lazareto nuovo; sichè tutto fo nelado, et nulla seguite. È da saper. Essendo scampa di la caxa smorbata quel domino Gasparo Triulzi milanese stava a san / Viarii di M. Sanuto. — Tom. XXXVI. Zuan Crisostomo in ca’ Morexini, nè si sapeva dove fusse andato, fu per li Proveditori sora la sanità pu-blice proclamà che ’1 si vengi a presentar, solto pena de esser apicalo venendo in le forze, et chi quello prenderà havesse ducali 100. El qual fo visto a Padova, nè poi se intese altro; ma resta bandito di terre e lochi eie. In questo zorno, da poi disnar fo portà a sepelir 273 la mojer del conte Mercurio Bua condutier nostro, la qual era di nalion greca, di Bocali, et morite in questa terra, et con grandissimo honordi congrega-tion 5, capitoli do, iesuali 32, lei vestila d’oro con zoie e cadeneel.... assai, fo per la piazza di san Marco per terra portata a san Biaxio. dove si officia a la greca, accmpagnata da soi e grechi. Dove feno in chiexia li pianti, et ivi con le cerimonie greche fo sepelita in uno deposito. Ha lassalo uno tiol di anni .... nominato Flavio. A dì 9. La malina non fo nulla di novo da far nota, solum el Canzelier grando, che era al loco solito, nè lo voleno lassar andar a caxa soa fin non vadi al confìn. Da poi disnar fo audienlia publica di la Signoria. A dì IO, Domenega. Fo fatto la comunion per tulle le chiesie per il jubileo, sì che parse il zorno di Pasqua. Da poi disnar non io nulla per le comunion fatte. Fo per una nave di sier Mattio di Prioli qu. sier Francesco venuta di Constantinopoli lettere vechic, nulla da conto. La qual nave riporta esser al Zante grandissimo morbo. A dì 11. La malina nulla fu in Collegio. Veneno 10 episcopo Borgasio e il protonutario Regini exa-tori de le decime papal, fo concesse per papa Ha-driano a la Signoria, et disse quanto si reslava a scuoder di lai raxon eie. Fo il Collegio sopra expedirzente d’arme ecapi di fanlarie, et era sier Piero da ca’ da Pexaro pro-curator, stato Frovedilor zeneral in campo. Di sier Carlo Contarmi orator, da Casal, fo lettere. Come ha inteso la parte presa in Senato che ’I vadi a la sua legatimi in Austria, chiamandolo disobediente. Risponde non si poi dir disobedienle, però che mai lì è stà scripto che ’I vadi, ma fin che 573* vegni in trivixana dove se li manderà la commis-sion et sovenzion. Scrive poi che ’1 dia haver re-storn, atento le lettere di la Signoria scritoli che se 11 provederà ; sichè è preparato di andar, dummodo li sia provisto ; poi di suoi cavalli e mule ne è morti ole. ut in litteris. 30