215 SIDXXiV, APRiLE. 216 sopra li lochi nostri alrovarse alcune barze de corsari, e di questo nulla li è sia dato ad viso, che li par di novo ; e che li manda questo suo homo con alcune robe che sono sta cesse per venderle et comprar altre robe che l’ha de bisogno, che sono slà alcune bote do oio et panni. Li ha fallo risposta conveniente, si che doverà restar ben satisfato. Ditto Gurtogoli si atrova con una galla et una fusta a Rodi; e come ditto homo disse era slà conslrullo per rodioti una altra galla et fusta che erano in terra, e lui le leva fornir ; il qual Gurtogoli par avanti partisse di Constanlinopoli dele socurilà de non inferir danni a nostri, et che Mustaphà bassà era stato suo piezo. Li rodioti doveano esser conduli a Constati-linopoli, hanno obtenulo di poter restar a Rodi et andar dove li piace, et qua in Candia per giornata capitan molti. Scrive, a dì ... . vene de lì el maran di mis-sier Matio di Prioli vien di Alessandria con 100 et più coli di specie et altre robe, e con quello è venuti alcuni turchi con zerca 500 cantera de zuchari che Achmeth bassà dii Cayro signor li manda ad Hembraim bassà a Costantinopoli, i quali voleano prima ditto maran conducesse ditti zuchari a Con-stantinopoli e con grande fatica hanno contcnlà tuor de li uno altro navilio per condur quelli a Constati-tinopoli, el hanno nolizato il gripodil Franchini etc. Li turchi non voleno pagar il nollo di Alexandria (in quà : hanno trovato una falla nel navilio ; si farà conzar, et sono bagnati alcuni coli e ’I sora cargo ; * li ha falli metter in terra per rigovrarli. A ditti turchi li hano fato dar una casa, e il primo di loro è anialato, et li è scampalo uno schiavo el qual non si po’ trovar per proclame siano stà fate, et di questo mostrano haver displicentia ; hano richiesto se li dagi do altri schiavi fuziti de Alexandria e li hanno visti qui, ma i sono di Zara e fono presi, el di questo hanno haulo pacientia. Hanno apresenlati a ossi turchi di muschalello et carnati ; hor hanno con gran falicha limitato il nolo dii maran aspri 8000 ; tamen loro non hanno voluto dar salvo 7000. Gionse la galla Salamona de lì, et volendo l’scompagnasse dillo maran per più segurlà, el Soracomilo disse haver ordine del Proveditor di l’armada di andar a Napoli di Romania a levar l’Orator nostro da ConstantInbpoli el qual va a Napoli e torna poi per far il sopraditto efledo. Hanno lettere del ditto am-bascialor di 15 Fevrer da Constantinopoli, come il bassi tlil Cayro havia rebellato al Signor lurcho; cosa nova che turchi habbino rebellato al suo Signor. Hanno lettere dii podestà di Malvasia di 2 Marzo, che ’I Signor lurcho havia fato taiar a pezi il san-zacho di la Morea e tutti di caxa soa per esser fratello del dillo Achmath bassà, et ancor havia fato taiar a pezi tulli li vayvoda di la Morea. Avisa come di Venetia era stà mandà de lì alcuni capitoli de uno iudilio drizato a la Signoria el ledo in Pregadi, come nel mexe di Fevrer grandissimi teremoti doveano esser,undequesti si messeno in grande paura; et a dì 12 fu uno grandissimo terremoto eiiam a Rethimo et maior a la Cania, unde tulli si messeno in fuga per modo, che aspelando il terremoto di 16 et 17 Fevrer secondo quel iudltio, un grandissimo numero di persone andorono ad habilar in borgo in alcune case pieole e molte di quelle erano slà amorbaie, ma da il timor haveano nulla temevano, per modo che ’I morbo si à tachato el ogni giorno ne moreno qualcheuno ; pur sperano cesserà presto, perchè non si mancha a le provisione; grande numero de casali sono amorbati ; il signor Dio di-spona come li piace. Etiam a Relhimoa la giornata si more et è morto sier Bernar liti da Riva, era retor li, et si manda in loco suo sier Nicolò da Mo-lin consejer. Ozi havemo lettere di domino Nicolò Venier signor de Pario, el qual scrive come de lì si atrovava 4 fuste (urriiesche le qual faceva dimo- 126 slratione di pace, et dicevano che aspeclavano Cur-togoli con due altre fusle et tre galee. Questo anno è stato mala saxone di vini e la maior parte si à vastato. Ilem, manda una copia di lettere haute dii retor di Sitia. Di Bergamo, di 13, hore 2 di nocte. Co- 117v me li grisoni Itozi sono venuti in la vai di ber-gamascha di san Martino et allogiati a Cavrino ; el perchè tutte le gente di Cavrino sono fugite, el signor Renzo in nome suo et di monsignor lo Armiragio li ha mandato un comandamento che subilo (ulti li homini di quel loco debuno ritornar à caxa facendoli salvocondulo, et che debano far portar pane el carne cum altre vicluarie, che non li serà facto molestia alcuna ; el epso signor Renzo ha ordinato una cri da sotto pene grandissime non sia molestato alcuno, et fino ad hore 17 essi grisoni non haveano facto altro danno, soìum mangiar et bever. El proveditor Moro si è spinto con tulle le gente verso epsi grisoni aprosso el ponte de san Piero verso la strata dove putriano venir ditti grisoni ; è lontan di Bergamo mia 4 e da grisoni zerca mia 6, et questa sera esso Proveditor ha fato ussir li) La carta 126 * ò bianca.