135 MDXXIV, MARZO. 136 par francesi non voglino venir a la zornala, et quando nostri si mosseno da gli allogiamenti, alcuni pochi cavalli feno un poco di scorarmi za, venuti per veder quello facevano li nostri exerciti. In el campo francese è gran infirmili, se iudica sia peste, perchè ogni giorno ne moreno in quantità. El signor marchese di Pescara ha hauto, avanti si levasseno, uno poco di male per tre giorni, tamen sta bene. Hor subito levati li nostri de li primi alogiamenti e de 77 Gambalo, francesi sono intrati in Gambalo, dove non era salvo quelli di la terra, et l’hanno brusado et tutto excepto la roca. L’artellaria se udite heri fu il prender di Sartirana, et li 600 fanti erano dentro hanno facto difesa. Si iudica li nostri debano butar uno ponte sopra Po, per accomodarsi de victuarie. Dii ditto, di 28, horc 13. Come era ritornato uno loro nunzio di paesi de grisoni, quale afferma haver inteso che li capitani de grisoni hanno locato 15 mila scudi per far 5000 grisoni, e cussi tutti essi capitani sono andati ne li loro comuni per far questi 5000 grisoni, et ditto nuntio è stato a Trahona in Valtollina dove li era uno capitanio, di quelli ha tocalo denari, che faceva li sui fanti, et l’instesso si faceva per tutte quelle terre; sichè è certo che presto serano in essere. Et tutti questi grisoni se debbono alrovarc in uno loco nominato la Campagna de Dubino a li 30 del presente per far la mostra. El dicono voler venir in Geradada per voler divertir il nostro campo eh’è ultra Ticino; eh’è quello li dà più molestia che il resto di le gente. E dicono voler calar per una di tre vie, over per Val Brembana di sotlo di questo territorio bergamasco, overo per Tracci), che venirano a referir apresso Bergamo 5 miglia, overo per Val Saxena eh’è dii ducalo de Milano. Scrivono aver altri nuncii, quali subilo ritornati aviserà il riporlo loro. Di Crema, fono lettere di sier Alvixe Fo- scari podestà et capitanio, di.....Come in Lodi era la peste, 9 caxe amorbaie et 12 serate per sospelo, et erano morte 5 monache di uno mo-naslerio, etc. Di sier Zuan Moro provedador zeneral in brexana, date a dì 28, a Martinengo. Come voleano tuor la impresa di Caravazo, tamen quelli di Lodi li haveano mandato dentro 200 cavali el 400 fanti; et altre occorentie, nulla da conio. Di Roma, di l’ Orator nostro, di 26, in cifra. Come havia parlalo al Papa, qual sperava le Irieve succederia, et che l’havia mandato in li campi nontii acciò non si venisse a la zornala. Item, che francesi de lì non deniegano la perdita di Fontera-bia, et che ’I dueha di Sexa con efficlo non ha libertà nè commission da l’Imperador di trattar trie-ve. Et scrive coloquii li ha dillo il Papa, che ’I signor Alberto da Carpi orator cesareo havia dillo al Papa, che l’oferiva una neza dii re Christianìssimo per moglie al ducha .... fio fo dìi magnifico Juliano suo nepote, con darli per dota ¡1 reame di Napoli, et Soa* Santità fosse con lui. El qual rispose non voleva lassar li amici vechii eh’ è l’Imperador, poi il re Christianìssimo non havia in le man il reame di Napoli che li potesse prometer per dola eie., dicendo: « Domine orator, cussi porave prometer Veniexia n. Di Napoli, di Lunardo Anseimi, consolo, di .... di V instante. Di alcuni segni apparsi de lì ; il capitolo nolerò dì solo. Veneno in Collegio l’orator di Milan, dicendo la viloria haula di Sarlirana, et come Zanin di Medici era andato sotto Biagrassa con zente per averla. Nolo. Eri zonze Zorzi Grifi fiol naturai dìi Serenissimo, venuto con la nave Dolfìna carga dì fermenti, cargnla a Salonichii. È zorni 24 parti de lì. Heferite al Serenissimo, come de lì era nova dì la rebellion del Caiaro fala per Achmalh bassa, el qual tra turcomani et altre zente havia da 30 mila disposti a mantenirlo ; el che hessendo suo fradello nominato......bassa di la Morea, el signor li scrisse che l’andasse a Modon a far la descrizion dì tulio, perchè’I vole tuor impresa conira venitianì. El qual andò, et zonlo lì, quel cadì mandò a dirli li andasse a parlar, e lui bassa over sanzaco de la Morea non volse, dicendo lui venisse da lui, et cussi andò. El qual cadì li disse, have'* hauto lettere dii Gran Signor che li laiasse la les»a; e lui rispose: « So che non è per mia c ausa, ma per mio fradello » e disse: «son conlento ub dir il Gran Signor» e si dìsense el fazuol, et cussi lì fo taìà la testa e mandata subito al Signora Conslantinopoli.iiem, come era nova el Signor feva armata. Nolo. L’orator di Milan slato in Collegio in questa malina, monstrò ledere di 27 dii Ducha. Come francesi erano levati di Vegevano e andati a Morlara, et il signor Zanin di Medici havia conduto in Milan molli presoni, et si metteva in ordine l’artellaria e tulio per mandar a luor l’impresa de Bià ; qual haula poi quelle zente si spinzeriano verso Lodi. Dii provedador Moro, di 28. Come il signor Janes havea mandato in Bergamo Babon dì Naldo con 2000 fanti, per causa di li grisoni dicono venir; et che il conte Alexandro Donado et Banibal di Lenzo capi dì cavali lizieri erano lornali da Milan.