269 MDXXIVj APRILE. 270 ICO Copia di una lettera di sier Pelegrin Venirr qu sier Domenego, scritta a la Signoria nostra, data in Palermo a dì 20 Marzo 1524 ..... Serenissime et excellentissime Princeps, domine et domine semper colendissime. Al cargador de Siaca, 4 giorni fa over G zonse 4 navilii armadi di francesi, videlicet la nave che fu di don Rimondo con homini 300 sopra, do gaiioni di Salman et uno di fra’ Bernardin benissimo in ordine signanter de arlclurie, dove preseno da 16 nave, fra le allre una caraca zenovese de porlada de salme 3500, le allre de salme 2400, la inenor de salme 800, alcune cardie di fermenti, altre vacante, et olirà li furmenli ne era sede da balle 24 de Calabria, sotil, goloni Iliadi et altre mercadantie. Le hanno disarmade, et benissimo furnida la predella carnea et quella se mena driedo, et di le allre, G ha fato rescalar et per ducali 20 india, cui dice meno, vale el bulino et preda iaeta. Praeterea, in golfo de Tuui^prese una barza dilla la Perla rica deducali 14 milia et una ragusei, et questa I'ha licentiuta ; la Perla, che è ben a ordine, se la mena etiain driedo. Duo altri gaiioni pur de dicla conserva, I’ uno à scorso a Lipari e quelli contorni con far prese e riscatar, l’altro andò sopra Malia et ha fatto danni assai : se dicno ritrovar a la Fagagnana. Altri non sanno qual camino siano per prender. Dallo fama voler ritornar a Marseia ; altri che se leni-rano in Sardegna. Voleno vicluarie con li danari soi, videlicet carne et aqua, altramente ha minazato a quelli de Siaca de spianarli la terra con la artella-ria ; et dano salvocondullo a li navilii de predicti de non li far danno 20 miglia apresso lerra, che è come nulla. Di qui non si fa provìxion alcuna ; ben afermano expectarsi lo illustre don Hugo con le galle de Zcnova. Interim stanno al seguro: che Dio provedi al bisogno. Li marinai erano sopra la nave, epsi più che di gralia vanno con dicti navilii armadi, si per darli bon soldo, come per speranza di preda. Da Zerbi è venuto una nave a la Licata, parte a di 9; solum una lederà è de qui venuta. Da novo, in diclo loco si armava qualro galiole el da 12 fusle et era per ussir da Tunis. Per una caravella zonla in Trapano, si senle se armava 8 fusle el do galiole, et dii lutto ho dato adviso al datissimo Pro-ICO’ vcdilor di I’ armada drizando la lettera a li durissimi reclori di Corfù ; etiam scriptoli che una barza di missier Zuau Coniarmi se è perduta sopra Cao Pasara questo Decemhrio, et so anegò 7 christiani et 8 mori andava a Zerbi. Li scapolali furono presi per el capilanio di Nolo, et poi liberati andoronu a Sa ragosa, el il patron, nome Arseni da Corfù, ebbe licenlia di andar a pescar el rizercar le robe di queli. LI me scrive uno Borlolo di Corali, come haveauo recuperalo da 00 pezi di arlelluria meuuda el grossa, gomene el altro; pur quel capitani» di Nolo, melando in lerra (sequestrò) li presoni lutli et le robe. Dii che comparsi a questo illustre signor Viceré na-randoli il caxo. Me rimesse al llischu, li qual per-lendeno, perchè andavano in barbaria, siano per la corte. Furò il possibile le siano fate ritornar, da lo illustre Viceré che mi promele me sarà fato ogni apiacer et comodo. Dii successo, Voslra Serenità -lo intenderà. Formenti a lari 16 ili fora, le semenze bone per Zenoa si exlrae, e la mila va per conto di mercadaiili li exlraheno, I' altra mila per conio di la corte a consegnar el farne la volontà di lo orator cesareo residente in Zenoa, pagandoli da poi giouli il costo de dicli formenti con 8 per 100 di guada- • gno. A Sa ragosa se dice esser repizalo il morbo, cosi in Tripoli el in Messina ; da altra parte non si senle salvo di bona sanità, et non esser innovato altro. A dì 21 la armada francese, per lettere de eri se son parlile per Marseia. Doe barze che non sì volseuo riscalar le bulorono in fondo; lulle le altre hanno lassalo senza la artcllaria el ben sfumile, el solum la caraca messa bene iti ordine. Tenula a dì 23 dillo, lo illustrissimo signor Viceré ha voluto sia facto le robe di l’anledicla nave siano ritornato, el cussi se expedìsseno le lettere, et certo è ben inclinato verso la Sublimità Voslra in lulle cose occorrente, per la Dìo gralia. Sumario di una tetterà di Zara scrita per An- 161 Ionio Mataphari, data a di 26 Aprii 1524, drizata a suo fradello Alvixe Mataphari orator di la comunità di Zara a la Signoria nostra. Come, in quella noie passala a l’alba, che fo el di de san Zorzì, veneno turchi a cavallo 150 a depredar in el contado el Chiaschìeme et Gorìza, et forno discoverli per le var.lie de Montebaco; et fu Irato sul monle due arlellarìe, le quale fono sentite a La-vrann, el quelli di Lavrana comenzò spezegar de arlellarìe. Li turchi, non vantando il suo Irar, segui-torouo il suo camino el a l’alba lolseno tulle dui le sopradille ville,et preseno anime 70 el animali iufi-nili, el tornorono indriedo con la preda. Li nostri