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MDXX1V, APRILE.
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    zamcnto el haver terminato andar ad alozar a Rollio, che saria solum mia 5 luntan da Mortara, dove è inimici, el adesso dove i sono è mia 7 lontani. Tamen a lui Proveditor non piace tal alozamento, perchè de facili poiria seguir, volendo andar nostri a tuorlo, francesi sariano più presto, e nostri resle-riano a la campagna : et havendo di questo parlà al signor Gubernalor, quello disse haver consegliato cl non desdiria mai eie. Item, scrive di certa lettera dii re Christianissimo intercepla, drizala a monsignor 1’ \riniraio, per la qual lo ringralia di quello el fa et lo persuade a continuar la guerra.
       Di Bergamo, fo lettere di 3, hore 3. Come in quella sera,de grisoni, haveano havuto per via di Leco che se diceva hozi doveva zonzer 4 bandiere di essi grisoni a Chiavena; tamen non 1’ hanno per certa et aspectano loro noncii, i quali venuti che sarano, riporterano la verità.
97 * Dii ditto Podestà di Bergamo, di 4, hore 3. Come, di grisoni, hanno aviso esser gionle 4 bandiere a Traona et una a Morbegno in Valtolina ; tamen si dice cussi, et non 1’ hanno per cosa certa. Scriveno dii zonzer li questa sera el capitanio Ca-gnolo, et la sua compagnia de fanti 300 intrerà da malina in la terra; el qual si manderà a li nostri confini; el qual è sta mandato de lì per il signor Janes de Campofregoso. Item, scrive haver haulo una lettera da Milan di 1’ Orator nostro, di 4, sicome dirò di snto, videlicet:
       Da Milano, di sier Carlo Contarmi orator, date a dì 4, fiore 16. Come, essendo questa malina con quel illustrissimo signor Ducha, sua cxeellentia li disse haver due ledere intercepte, una dii re Christianissimo, scrivea a monsignor 1’ Ar-miraio, l’altra di ditto Monsignor, che scrive a Sua Maestà. Per quella scrive el Christianissimo, è ditto Fonlerabia esser persa a tradimento; che ’1 re d’In-gallerra havea preparato 40 milia parsone per in-trar ne la Franza, et che lui li mandava el resto de li 50 milia scudi, et che più non li potea mandar rispeclo al bisogno grande 1’ havea de li, el però che ne havesse bon compenso. Monsignor Armiralio scrive a Sua Maestà: prima che’l morbo havea principiato a far progresso etiam ne li homini de campo, che molto disturbava la cosa di lo exercito; che lui tenia Bia.urassa per persa, però che ’I bavea inteso el signor Zanin cum 14 milia persone et assai arlellaria andava a dieta impresa, el che rotto il ponte non pelea socorerla; che lui non vedea modo del soccorso de sguizari, et li parea grisoni non voleno star fermi a lo acordo, et maxime li capi
de i loci, per modo che vedea questa impresa a inai termine, pur lui non resteria far il debito. Scrive esso Orator, esser ritornato uno in quella matina, fu mandato in campo francese. Riporla il niedemo circa il morbo, et che francesi haveano mandi 2000 fanti a Verzclli dubitando che li nostri non vi an- 98 dasseno, et che se ragionava che penzandosi avanti li nostri exercili, loro fariano peusier nictersi fra Verzelli et Novara rispeclo le vituarie quali li venivano da Pedimonte nè de altro loco ne poteano bavere, el zcrca a Bia la teneano per persa, lamentandosi mollo de quelli de Lodi. Item, li exercili nostri fino a di 2 non erano mossi de dove i erano prima alozati, eie.
   In questo Consejo di X semplice, da poi licen-tiata la Zonta, fo lecto il processo di Jacob hebreo, el non compito.
    A dì 7. La malina, se intese esser morto Nicolò Verzo capitallio dii Consejo di X, recazulo del mal I’ havea.
   Noto. Fo terminato, per la Signoria con li Gii di X, mediante lo aricordo dii Canzelier grando, di non far più in loco di Gasparo di la Vedoa secretarlo dii Consejo di X, et bastar Andrea di Franceschi et Hironimo Dodo, et al registro Tomà di Freschi el per il Collegio Zuan Batista di Vieimi ; ma ben spartir li ducati 200 havìa il prefato Gasparo di la Vedoa.
   Di Milan, fo lettere di l’ Orator nostro, di 4, fiore 24. Qu ii manda do relation abuie di le cosse de grisoni, el quelle serano notade qui avanti.
El per lettere particular scritte a sier Zuan Francesco suo fratello, vidi come advisava in Milan esser fanti 4000 a guardia di la terra, el poi la guardia dii signor Uucha et 100 cavali lizieri. È grandissima carestia, et scrive quello costano le robe da viver de li, li qual precii sono a raxon di lire imperiali, che uno soldo è qualro quatrini, videlicet: fomento il saco lire 16, il qual saco é uno staro venitian; pan collo sol li 40 il slaro, che ... stara fano uno venitian ; il vin un scudo la orna, che sono sechi 5 ve-niliani; fen solili 55 el centener pur di quella mo-neda, paglia soldi 30 el cento, biava da cavallo soldi 19 cl staro cl... slara vanno per uno venitian; carne di manzo soldi 3 la lira, qual è di onze 28, clic sono 16 di le nostre; carne di vedello soldi 4 la lira dii ditto peso.
    Et nota. Lire 100 di fen fa a do cavalli al zor-no, et lui li bisogna libre 500 di fen al dì per lì cavalli el tien, biava di cavallo sacliì uno, legne libre 3 al zorno, pan li bisogna stera 2 al zorno, che vai 98 '