53 MDXXlV, MARZO. 54 tursi servir sopra questi depositi di danari, facendo qualche zivanza. Di campo, vene lettere di 8, hore 3 di note, date a Tormello. Come erano in bona forteza. Scrive, sier Piero da cha’ da Pexaro procurator, provedador zencral et il ducha de Urbin governa-dor nostro atendeva più a fortificarsi et faceva certa strada. Da poi licentiata la Zonta, restò Consejo di X semplice et feno certe grafie ad alcuni, et taiono una concession fu fatta per ditto Consejo di X alias a sier Julio e Mathio Marin nepoti di Alberto Tealdi-ni, dii capitanià di la Zefalonia, perchè .... Di Brexa, avi lettere di sier Antonio Sa-nudo, di 10, hore 2i. Come hanno di campo, spagnoli, parendoli haver oltrazo che francesi fossero venuti a trovarli, si mosse uno squadron et andoro-no a trovar loro francesi, i quali non se mosseno fuora di stechadi, tamen nostri preseno cercha 10 sguizari et 3 over 4 altri; sichò stanno su queste pratiche; Dio voglia che uno giorno non fazino da seno. E1 provedador Moro questa mattina se dia partir da Iiovado et v a Chiari col signor Janus, et meterano in Roman fanti 2000, in Martinengo lan- ze 100, e fanti.....et cavalli lizieri....., Ai Orzinuovi starà domino Pelro da Longena con la sua compagnia de zente d’arme; sichè si tien èrano provisto che il bergamasco non haverà più danno. Scrive, vien a la Signoria domino Lioneto Avogaro citadin brexan, qual per voler dimostrar il suo bon animo e fede, vorìa li fosse dato condula de fanti. Di Bergamo, vidi lettere di 9, hore 3. Come qupsta note gionse un’altra posta di campo, di 7, hore 3, per la qual se intese come in quel zorno francesi erano ussiti di Vigevene et venuti apresso Gambalo per uno migliaro, dove alozano spagnoli, et se erano posti in uno loco situato basso et munito di uno boschetto verso dillo Gambalo, quale li leniva oculti, et pensavano spagnoli dovesseno ussir a scaramuzar disordinatamente sicome solevano di qua da Ticino. Tamen non li andò fatto; et erano imboscati, si per trovarli a la sprovista, come perchè erano in ordinanza quasi lutto el campo in ditta imboscata, e lì sono stali per spatio de bore 5, che da alcuno non fumo visti, nè mai ussite alcuno de dilla imboscata, aziò che scaramuzando non fusse preso qualcheuno de li soi et revelasse lo aguato. Ma li illustrissimi signori Viceré et ducha di Urbino gubernator nostro non lassono an--9 dar fuora solum pochi certi pochi cavalli de li nostri, quali ad hore 24 scopersero dicla imboscata che si retirava; ch’é stala cosa mollo al proposito, perché se li nostri havesseno fatto un minimo disordine, francesi erano in pronto di far la zornala, Dio sa come saria andata, perchè loro erano tutti in ordinanza, et avanti li nostri se havesseno posti insieme, haria possuto seguir qualche scandolo; ma Idio non volse tanto male, e loro ritornorono a lo alogiamento senza lo effeclo desiderato. Et el giorno avanti, el signor Zanino de Medici si parlile di campo con tulle le sue zente da piedi el da cavallo, el era andato verso Pavia e dicevasi che l’andava a Roma, perchè havea servito 8 giorni di più olirà la paga senza averhaulo danari, elsi se partirà sarà caliva nova, prima per esser de li boni et valenti capitani fusse in campo, poi et tanto amalo da soldati quanto mai alcuno altro. Item, queste gente de Lodi non hanno fatta altra incursione, et si spera non faranno più danni, perchè el provedador Moro con quelli capitani hanno concluso de metter in Martinengo 2000 fanti, lutti li cavalli lizieri et bon numero de lanze. Et facendo questo, li inimici non si meterano a sbaraglio, perchè soriano in me-zo di questi et di quelli nostri sono in Crema. Et si tien caverano questi 300 fanti sono iu questa terra per metterli in Martinengo; sichè le cosse di qui saranno assecurate. Scrive la iaclura grande fatta iu quel territorio per le corarie et incendii fati per inimici et far presoni, di quali hanno cavato assà danari. Scrive, quelli di Lodi mò non potranno ussir a danno di questi territori, perchè voleno etiam metter zente sul cremasco, el volendo andar verso Milano, quelli di Milano li potrano dar fastidio: et è do mexi non hanno hauto danari. Di sier Zuan Moro provedador generai in brexana, etiam fono lettere. In consonanza, di consulti e deliberation fate, ut supra. In questo zorno, in Quarantia civil vechia fo expedita la sententia di ducati 500 fé sier Zuan Emo qu. sier Zorzi procurator, conira sier Zacaria Gabriel procurator. Eri parlò per lui domino Piero de Oxonica dotor, avocato. Li rispose per l’Emo Santo Barbarigo avocalo, et andò una bona et una laià. Poi ozi parlò domino Bartolomio da Fin dotor avocato per lui ; li rispose domino Alvise da Noal dotor. Poi sier Marco Antonio Contarmi avocato ; li rispose sier Alvise Badoer avocalo fiscal. Andò la parie: 6 taià, 6 non sincere, 21 bona, et cussi fo falta bona. A dì 12. Sabato. Fo san Gregorio : per la terra 30 si lavorò, ma li officii, nè banchi non sentono. Se intese la nave di Bernardi, di boti 1000 e più,