MDXXIV, MARZO. 9C scndo ussiti ile Caravazo da zerca 80 fanti questa nocte et erano venuti ad uno loco nominato Mo-rengo su quel territorio bergamasco et tato de gran botini de animali et presoui, il che intendendo il strenuo Babon di Naldo capo di colonello nostro, qual si alrovava in Romano, ussite cum una banda do fanti et fece la imboscata, et quando ditti inimici fecero per mirare in Caravagio cum li botini, li nostri li assaltorono et li hanno tolti li bottini et presi zerca 20 di loro et morti circa 10, et per quanto se intende non sono ritornali in Caravagio si non 12 lino hogi lardi. Si pensa li altri siano stà malmenati et feriti, et si tien da tnò inanli impareranno quello sia a venir a danni nostri. Et mandano una lettera liauta da Milano, data eri, qual è di questo tenor, come qui sotto è scripto : Quello che occorre hora scrivere a vostra signoria è, che quelli de Lodi, pensando de fare doi effecli, zoè di incomodare li exerciti nostri de vic-tuarie, quale li venivano da la parie de Piasenza et de là de Po, et de divertire anche qualche parte de le genie de li cxereili pur inimici, erano andati el occupato uno loco quale se dimanda la Slradella, posto sopra la slrata Romea de là de Po; el essendo presentito da li noslri, subito li fono mandati da li exercili una bona banda de fanti spagnoli el altri cum alcuni pezi de artegliaria; el cussi baluto uno poco dicto loco, secondo lo primo adviso venuto, li 52 spagnoli lì introrno. Non se ha ancora adviso distinto come sia passata la cosa, zoè se siano stati amazali tulli o parte, et chi fossero li capi, et quanto numero fossero, et però non lo scrivo. Cosa certa è che sì è recuperati quella terra et el passo, cum utile de nostri et danno de inimici. Diinane credo se intenderà come è andata la cosa, et per la prima ne darò adviso a vostra signoria. Per via de li inimici, idest de francesi, si è haulo adviso oggi, come le gente de la Cesarea Maies.à, quale erano a Fonte-rabìa, hanno haulo quella terra; de la quale nova se stà nel campo francese mollo de mala voglia et me-ritamenle, se è vero, come si tene per cerio, perchè ultra che francesi non lo diriano, se haveva adviso che la slaseva a mali termini, et per lettere già in-terceple monsignor Laulrech captiamo a quella impresi! disperava quella impresa, non essendoli mandato grosso soccorso. Et a vostra signoria mi ricomando. Mediolani, die 19 Marcii, 1524. Dii ditto, di 21, hore 3 di notte. Come el provedador Moro era per redursi a Martinengo cum le zente. Di Brexa, avi lettere di sin Antonio Sa-nudo podestà, mio fradello, di 22, hore 11. Come non hanno altro di novo che il mudar di lo alo-zamento dii provedador Moro da Chiari et andato a> Martinengo, e tien vorano tuor la impresa di Castel Lion. Dice, Dio ne aiuti, vedo le cose andar in longo. Dii campo grando non hanno cosa alcuna, salvo che le 250 lanze francese vanno in Pranza in loco di lanze 400 si aspecla, et è vero di ducati 10 milia fo presi, et cussi li 4000 andava al marchexe di Pescara etiam forono presi. Item, par che uno Lorenzo Brignan da Montagnana, bandito di terre e lochi, è venuto per voler prender li danari la Signoria manda qui a Brexa per mandarli in campo. Di che è stà dato aviso a Verona et Vicenza el Pa-doa ; et par el ditto habbi con lui qualche fatile, ma non sanno ben la quantità, perchè hanno avisi diversi di questo. Item, scrivendo, è zonto ledere di campo dii proveditor Pexaro, di 20. Non zè altro, salvo esser amaialo el marchese di Pescara, iudica-se per fastidio de li ducati 4000 li è slà tolti, el come era zonto quel zorno al Viceré et a monsignor di Barbon uno nonlio dii Pontefice, non sanno ancora quello el porta. Hanno etiam lettere di domino Antonio da Castello. Di campo non zè cosa da conto. Noto. Questo nonzio dii Papa, sicome si ha di Roma, che ’I mandava per statela in ditto campo de spagnoli con brievi al Viceré, che per niente non volesseno far la zumala con francesi per non metter le cose in pericolo, et havia mandalo in Spagna da la Cesarea Maestà per le poste l’arzivescovo di Capua, el tien che haverà efiecto, etc. Da poi disnar, insta il solito, il Principe vene a matulin in chiesi# con li oratori Papa, Imperador, Pranza, Milan, Ferrara et Mantoa, et si compite a meza hora di note, el con li torzi ¡1 Serenissimo andò suso, et si reduse tutto il Collegio con li Cai di X per aldir le lettere di Conslantinopoli, trate di zi-fra, et steteno suso fino hore do di note. Noto. In le lettere di campo, di 20, hore 4. 52* Come si muleriano li alzamenti. Spagnoli azzerano a San Zorzi, nostri a Ochiobianco, et consullà, venendo socorso di sguizari a’ francesi, spagnoli intre-riano in Milan e Cremona et Pavia e li noslri in brexana ; sichè non voleno far la zornata, et che ’1 ducila di Barbon acertava li sguizari a la più curia venendo non potranno esser avanti un mexe. Item, il Governador nostro con esso Provedador erano andati a lo alozarnenlo dii Viceré, et scontrano in