389 MDXX1V, GIUGNO. 390 Venier el dotor, et referi esser stalo in la sua pretura mexi 15, zorni 7, et con gran fatica et pericolo Hi la cilà, tamen sempre lui li confortava etc. Laudò sier Alvise Barbaro stalo suo collega, et sier Toma Moro capitanio al presente de lì. Disse haver falò iustitia ; et altre particularità. Fo laudalo dal Principe iusta il solito. Vene il Legato dii Pontefice, episcopo di Feltre, domino Thomà Campezo, dicendo è più zorni che ’1 vene in Collegio con la, citatimi iusta il brieve dii Pontefice intervenendo li frati di san Zorzi Mazor, et dete termine G zorni a comparer, tamen finora niun è comparso ; per tanto richiede si compari o si scrivi al Pontefice, perché lui non poi far altro che servar quello voi raxon. 11 Principe li disse che questa materia è sta messa al Consejo di Pregadi et si vederia ; e disse li frati va cercando forsi cossa che sarà mal per loro : el con questo ditto Legalo se partì. Vene P oralor di Ferara, et poi l’orator di Man-loa per cosse particular, che qui non scrivo. Fo portalo in Collegio uno altro modello dii ponte de Rialto che fu fato far intervenendo li Proveditori al sai et sier Polo Trivixan provedilor sora le fabriche di Rialto, con far bolege in mezo, e da le bande strale coperte pur di piera. Hor fo terminato far far uno altro modello e poi si porterà in Pregadi e delibererasse quid fìendum. Da poi disnar fo Gran Consejo, et prima fo ledo alcune parie per Zuan Balista Ramusio alias prese nel Consejo di X, che proibisse il procurar per Consejo ; item, pregar si dagi prò o conira la ballota ; item di dar danari o altro per haver voxe e ballote, solo grandissime pene eie. Da poi fo leta per il dito la parte presa in Pregadi a di.....di l’instante, la qual non se intende presa se la non é posla el presa in questo Conseio ; però la meleno i Conseieri e Cai di XL, videlicet di Banchi di scrila ut in ea; la qual à molti capi et sarà la copia notada qui avanti et balolata. Ave: 2 non sincere, 95 di no, 1597 di sì et tu presa. Ne fo cazadi li banchieri e soi parenti che si doveano cazar. Fu poi fato elelion e fato Capitanio di le galie di Baruto e altre voxe, qual tulle passono; et achadete die Signor di notte di Santa Croce fu tolto sier Nicolò Tiepolo fo cao di XL, qu. sier Malio, volea dir qu. sier Donado qu.sier Malio, e non fu adverlito e rimase ; poi il Doxe lo vene a saper non fo fio de sier Malio, e chiamalo a la Signoria disse era vero, et senza altra ballotation fu ordinato stridasse ro- maso sier Lorenzo Zanlani, perchè era soto meglio de li altri, e cussi fo faclo. A dì 6. Veneno in Collegio li oratori Ferara et 230 Mantoa, per cosse particular di uno per transito con-duse per i lochi nostri legnami da far cerchi, come sempre ha condulo in danno di nostri dacii, e bora non si voi passino. Di sier Zuan Moro provedilor generai, date a Ceredo, a dì ... . Come il signor Federico partiva la matina,et voi condur con se tutte le zenle !' ha et fantarie sono in Lodi, dicendo iì re Cliri-slianissirno li ha scrilo le meni con lui. Vene il secretano di l’oralor cesareo domino Hironimo da Luchn,cl monslrò una lelera vien scrila a esso orator per uno, data a di 29 Mazo a Sto-char. Li avisa esser passa de lì domino Richardo Pazeo fo in questa terra orator dii re di Anglia, qual vien in ordine con Pangelicha (?) per accelerar l’an-data di Barbon in Pranza, videlicet porla con lui la provision di danari, et ha diio che ’1 Christianissimo re vegnirà in persona su la Franza, videlicet il re d’ingalfera che se dà titolo di Christianissimo perchè papa Leon li dete lilolo di defensor fidei, perché el fece una opera conira Lulherio. Da poi il Collegio deputato a quelli di Cinque di la paxe notalo di sopra, si redusse in camera. Da poi disnar fo Pregadi, el ordinato Consejo di X con la Zonla, et fo leto le letere sopra scripte. Da Milan, di sier Carlo Contarmi orator di . ... fo leto una letera. Come erano venuti lì alcuni signori spagnoli, videlicet il marchese di Pescara, il marchese di Santo Anzolo, Antonio da Leva el altri, et stati in consulto con il Ducila et il conte Hironimo Moron, rechiedendo iterimi il Ducila voy servir di 4000 fanti pagati per lui per 4 mexi al ducha di Barbon per la impresa di Franza. Et che ’I Ducha si ha scusato non haver il modo per la pesle granda è in Milan, e non poi scuoder li dacii e cosse ordinarie nonché poner nova angaria a li popoli per Irovar danari, eie. In le letere di Spagna, olirà quello ho scrilo è, che l’arcivescovo di Capua, si parli di là per andar in Franza ed haver la resolulion di quel Re zerca le trieve, poi passerà in Ingallera, ha dillo a lui Orator nostro il Papa é mollo amico di la Signoria, e li ha ditto che quando el deniega una cossa a l’Oorator di la Signoria li duol assai, e non fa cussi a li altri oratori. Item, non si contenta dii ducha di Sessa questa Maestà, qual è suo orator a Roma, el però vi manda questo altro; et questo perchè P ha fatlo certi protesti a fiorentini. Item, scrive e supplica