477 MDXX1V, LUGLIO. 478 Gonzaga fo fiol dii signor Rodolfo, era a nostri stipendi con cavali lizieri . . . . , el qual zenlilhoino andò a capello e balotò, et senio di sora il fradello dii Doxe. Et vene a Consejo molli, che vanno vestili a la forestiera, zentilhomini, che fanno il meslier del soldo, per balolar il Canzelìer di Veniexia, zoè: Il conte Alexandro Donadodi sier Piero, i Sier Hironinio Michiel qu. sier Nicolò, I con cape Sier Alexandro Marzello di sier Lo- \ damascbin renzo, l negro. Sier Marco Gradenigo qu. sier Tadio, ] Sier Francesco Savorgnan qu. sier Zuane, Sier Camillo Avogaro di sier Matio dolor, cavalier, capa damaschili negro. Vene edam a veder, e senio fra li banchi Zuan di Naldo capo di cavali lizieri. 279 ’ A dì 18. La malina, vene lardi in Collegio domino Hirnnimo Dedo elelo Canzelier grando, vestito damaschiti cremexin, qual era e dormi stanotte a santo Agustin in caxa di sier Vido Antonio Trivi-xan suo cugnado, et poi vene con li parenti a san Moisè el poi per terra. Era con lui vestiti di scar-lalo questi parenti apresso di lui zentilhomini, et poi populari assai, et Fazio Tomasini di scadalo apresso di lui a manege . . . . >. fo cugnado dii padre. Hor questi zentilhomini erano : Sier Vido Antonio Trivixan qu. sier Marco cugnado, Sier Matio Malipiero qu. sier Borlolomio cuxin, damaschili negro, Sier Nicolò Tiepolo qu. sier Donado, ólim cugnado, Sier Francesco Zen qu. sier Alvise, scadalo a manege dogai, Sier Marco Antonio Zen qu. sier Alvixe nepote, Sier Zuan Tiepolo di sier Nicolò, nepote. Et alcuni altri zentilhomini in negro el populari so’ parenti in scarlato a manege a comedo, el vene in Collegio,el inlrato usò alcune parole ringraliando il Slado di haverlo eleclo a tanta dignità, prome-lendo fede et ogni diligentia, sicome ha fatto il qu. domino Zuane suo padre, che bave tal dignità, con altre parole. Il Principe li usò grate parole, et poi tolse licenlia et andò a caxa. Questo sta in piaza di san Marco in le caxe nuove apresso el Relogio. Fo l’oralor di Mantoa in Collegio e portò uno capilulo di nove li scrive il signor marehexe..... di Mantoa, dii zonzer lì di Antonio da la Barba stalo nontio dii Pontefice a la Cesarea Maestà, el in Pranza per causa di le trieve. Riporla che il re Christianissimo sarà in Italia per tulio questo futuro mexe con 2000 lunze et 20 milia fanti ; et allre particularilà ut in litteris. Item, se intese che, ha-vendo il Consejo di Paris per aiutar il Re imposto certa angaria uiiiversal, par che le bolegedi Puiis si serono el sleteno per tre zorni serale etc. Vene in Collegio Malalesla Baion condulier nostro, qual è pici) di mal franzoso et si è zovene, et è contento e desidera di andar a Zara e in Dalmata per veder di fortificar quelli lochi, sicome fu preso di far. Di Sebcnico, di sier Bernardin da cha’ Taiapiera conte et capitanio, di 9 Luio, vidi lettere. Come, essendo tornali alcuni de li citadini de lì stati a Constanlinopoli, referisse, che*li noncii dii sanzaco dii Ducalo, e questi allri sanzachi vicini si haveano dolesto con li bassa di le zenle di la Signoria intervenendo Clissa eie. Et era lì el nostro Oralor, e scusando la cossa fo comesso venisse a in-quirir cerio sinico eie. Item, dice che era nova dii Sophì, che veniva conira il Turcho .Item, che dia venir li in porto di Sibinico alcuni navili turchese!» con legnami e altro pf;r fortificar Scardona, pertanto dimanda a la Signoria quello eì dia far eie. Noto. Ozi zonse uno nontio dii sanzaco di! Ducato, vieti a la Signoria nostra, el alozoe a la hostaria di la Serpa, apresso il ponte di la Paia. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice per expedir li allri; ma non poleno far nulla, leto scriture. Et intrò il Collegio dentro su certa materia, et sleteno alquanto, sichè veneno zoso.et edam subito drio il Consejo di X, senza far altro, e fo terminato doman far Pregadi per cosse di la terra. Noto. Ozi se intese esser lettere particular di Cataro dii zonzer lì di sier Piero Zen vien oralor dii Signor turco con la galia...........sichè presto sarà de qui. Ancora se intese nel Consejo di X esser slà taià il spazo di sier Francesco Bollani fo avogador di Collegio; sichè sarà collegato un’ altra fiala. A dì 19. La malina, vene in Collegio il nunlio del sanzaco dii Ducato, qual sento apresso il Principe, et apresenlò una lettera scrita in schiavo al Doxe, dicendo, il suo signor manda a saludar il Doxe, et haver risposta di questa lettera. Il Principe li disse che ’1 fusse il ben venuto e si farla tradur la lettera. Questo apresentò do lettere, una dii Signor turco scrita in greco, et una dii sanzaco scrita