27 MDXXIV, MARZO. 28 territorio, et molti di quelli genthilomeni et eiladini sono venuti da loro condolendosi di le iacture pa-tide, dicendo che hora che speravano un poco reha-versi de li danni che hanno hauto per lo allogiare di lo exercito nostro sopra questo territorio se ve-deno maior ruma, et ogni giorno dubitano de pezo, perchè diete gente in effeclo dicono voler metter in preda tutto quel paese di bergamasca, sicome per tutti li presoni et scossi et fugiti vien referto, però che hanno fatto presoni uno gran numero di persone, a le qual fanno fare taglie excessive. Però essi pregano si fazi qualche celerima provisione acciò non patiscano tanti danni, perchè quelli di Lodi non sono tanto numero che non se li possi proveder Et loro reclori li hanno risposto, facendoli certi la Signoria nostra haverli per carissimi et fedelissimi et li farà bona provisione. Pertanto scriveno il tutto acciò si possi proveder a essi poveri subditi, che pur di le depredatione, al meglio poleno, se la passano; ma de le captività et incendii sono in despe-ratione, perchè questi è in Lodi ogni giorno dicono liberamente esser per far magior male. Et in le lettere di Roma, di VOrator nostro, di primo. Olirà quello ho scrito è, che zonlo lì monsignor Reuret, vien di campo, afirmava al Papa non haver mandalo di la Cesarea Maestà di tratar trieva, nè pace; ma contentando far tHe.ve francesi con dar Lodi e Bià in man dii Papa, havia expedilo a posta con sue lettere do, uno in Spagna, l’altro in Anglia per causa di dille Irieve. El che ’I ducila di Sessa solieitava il Papa si adalasse con il ducha di Ferara, perchè, fato questo, el saria con nui, et che ’1 volea dar danari per haver indrio Modena. Ma il Papa teme e persuade a li Cesarei a deponer le arme; ma quelli non voleno farlo, dicendo non haver in mandatis. Il Papa ha scritto a Bologna che li 30 milia ducali di fiorentini li mandino a Mi-lan, ancora che fiorentini voriano prima haver le sue cauzione dii recever. ltem, il Papa dà parole a francesi; ma è lutto imperiale, benché li oratori francesi li oferiscano Parma e Piasenza et Cremona, ma il Papa si traze. 14 Di Bergamo, di sier Hironmo Barbarigo podestà, vidi lettere, di 5, hore 20. Come in quella havea hauto lettere de lo illustrissimo signor ducha de Milano di questa continentia, videlicet : Magnifici amici honorandi ! Essendone venuto in questa hora adviso de la presa de la terra de Garlasco per forza, quale era ben munita de presidio de gente el de bastioni falli da molto tempo in quà da li comuni inimici, come vederano vostre magnitìcentie per lo incluso adviso del qual ne mandiamo copia dii nostro magistro di le poste, quale se ha retrovato ibi, ne ha parso comunicare el (ulto con loro per esser la causa comune, et esser seguilo lo effecto mediante la virlute et opera dell’ illustrissimo signor ducha de Urbino et sue genie. Però pregamo vostre magnitìcenlie sieno contente fare partecipe el magnifico Provedilor de la Illustrissima Signoria et tulli quelli capitani vicini aziò cum noi insieme ne possino havere piacere. Et tanto più ne congratulamo del soprascritto per esser causato da la ¡lividissima parte di le zente de la Signoria Illustrissima, capo el signor ducha de Urbino. Et a loro se offerirne. Mediolani die 4 Martij, hora quarta noctis, 1524. Dux Mediolani, eie. A tergo : Magnificis dominis rectoribus civi-latis Bergomi, amicis nostris honorandis. Copia di lettere di missier Abramo de Taxis a missier Simone de Taxis, date a Garlasco,, a dì 4 Marzo, hore 20. Ve adviso, come in questa hora li nostri intrauo in Garlasco per forza. Vi erano dentro circa 700 fanti, quali lutti se tagliano a pezi et la terra va a sacho. El signor ducha de Urbino è stato el capo de l’impresa, et I’ ha battuta da questa nocte sino ad hora. De li nostri ne sono morti pochi. Abramo Taxis. Scriveno da Bergamo. Come hanno hauto lettere di campo, date in Tremello, a dì 3, hore 19. Come erano slà presi et morti cavalli 50, el circa * 100 schiopelieri de francesi, de quelli che erano in dieto loco de Gorlasco ussiti fora, et forono presi da li cavalli lizieri dii signor ducha di Urbino, et domino Zuan di Naldo. Et era gionto il provedador Pexaro in quello proprio giorno in campo. Da poi disnar, fo Pregadi per meter le galìe di 14* viazi, el provar li piezi di sier Andrea Arimondo qu. sier Alvise, qual voi levar banco in Rialto di scripta. Etiam publicar quelli non hanno porta li bollelini, iusta la parte. Fo parlato in Collegio, di metter hozi una decima persa, con condition di melerla a conto a quelli sono tansadi, et quelli non sono tansadi pagi secondo la decima, ut in parte.