•^9 MDXXIV, SETTEMEBE. renissimo principe li farà la sua habitalione continui. De lì spazai uno de li mei corieri a Viena a luor il mio alozamenlo, el per intender se il principe era lì, per essermi slà dito, sua signoria era ad alcune terme con la principessa. Dimorai lì tulio il Venere, Sabado; deliberai farli lui li in una giornata li 40 rnilia, e cussi la mattina mi parli il Sabado per Viena, et a uno loco chiamato Traschineir, et in strada trovai doi noncii di questo Serenissimo, uno ch’é il conte di Lupegliavo alemano, chiamalo domino Sigismondo Sfellrieh, l’altro è uno spagnolo nominalo Spinch mollo favorito di Sua Excellenlia, li quali mi erano venuti con molli cavalli ad incontrar et recever; a li qual io feci quelle acoglientie mi parse, parlando sempre seco latine perchè dicono altramente non intender. Aviali poi zerca miglia 4 lon-tan di la terra, trovai il conto di Orlimburg, che è domino Gabriel Salamancha gran lesaurierdi questo Serenissimo, et primo homo lui habbia, con tutta la corte dii signor; el qual mi fé’ molte belle parole et io che lo cognoscea per fama, li usai tulle quelle arte e parole mi parse a proposilo, et monslrai far grandissimo conto de la persona sua ; offerendomeli assai, et per mia fè mi parse forte zentil persona, sì per ha ver gratissima effigie, come per le parole usatemi.- Dapoi, per uno miglio arente la terra inconlrai uno episcopo de Scorentia de Poiana, lui è napolitano et è di la caxa * di Polenlia,vicario generale dii reverendissimo cardinale Campezo legato di qui, con tutta la corte di sua reverendissima signoria, qual mi fece una orazion-zela lileral, et io parimenti li risposi el li usai molle acomodale parole. Intrassemo zerca a hore 22 ne la terra con forsi 700 cavalli, et fui acompagnalo al mio alozamenlo, qual è mollo comodo et bello more tamen teutonico, dove gionlo mi fermai et ringra-tiai luti. Allora il Salamancha me si acoslò, el diseme per nome del principe, che io dovessi riposarmi, perché Sua Serenila mi faria intender l’ordine di l’audientia. La sera poi mi mandò cari 3 di vino et do de vena con alcuni pesci multo belli. Io acceptai li pesci el mandai il resto adrieto. Subilo sua excellenlia mi mandò do messi de li soi principali a farmi intender, che sua signoria leniva de grande disconzo suo ch’io rel'utasse li soi presenti, et maxime ili cose che era necessarie fino havessi modo di fornirmi. Io mollo recusai, tandem mi parse che ouedirlo era meglio et acceptai. L’ò vero che se non pagai la sera il tutto fu poco manco, perché donai tra tulli quelli erano venuti a portar dille robe raynes 15. La matina poi tulli li soi camerieri, porlenari, sonadori, slafieri el bufoni mi veneno a trovar, per 370 modo che io, olirà li primi raynes exbursai fino ducali 50; sichè ho pagato il tutto e mollo più. Questi sono li mei guadagni, olire raynes ó5 che mi ha costà il condor le mie robe fino a qui. Questa malina Sua Excellenlia mi mandò a dir che,essendomi comodo, hozi tre hore da poi mezogior-no mi daria audìenlia. Et cussi son sialo, et ho trovato uno mollo zenli! principe, mollo discreto per quello mi ha piirso. Io, con una breve oralione Ialina li exposi quanto liavea in mandali. Sua serenissima signoria poi mi fece risponder ordinarie a uno doclor Faba suo consier alquante parole, et cussi fui licen-lialo. Dimane fo pensier di andar a visitatione dii reverendissimo cardinale. La principessa non è qui; come venirà, farò il debito et de tulio quello succederà darò aviso, Da poi disnar fo Gran Consejo, el vene 4 signo- 33 roti todesclii con cadene grose d’oro al collo, quali è venuti qui con Io episcopo curzense oralor di l’Ar-chiduca, el fo posti a senlar con li cavalieri; i quali sleleno a-baloiar de la prima voxe el manco, et an-dono zugo. • Fu butà l’ullimo prò di la paga di Septembrio 1479, Ossoduro. Fo lelo una supplicalion di sier Polo Dolfiir qu. sier Marco, el qual era in piedi a la renga, come per viver essendo andato da suo barba .episcopo di la Zefalonia e con lui de li volendo andar in Candia, fono presi da una fusla di turchi, et il vescovo suo barba con la laia si riseose, e lui fo porlato in Barbaria per \ender, et venduto fu poslo in una galia per forza, dove è stato anni .... Dimanda di gratili G baleslrerie su le galie di merclià una a l’anno, potendo andar lui o mandar sier Valerio suo fratello, aziò possano suslentar la loro vita. El fu preso tra i Consieri l’ha hi 4 balestrerie uuo a l’anno e per li Cai di XL, et ozi è stà posta in questo Consejo per li Consieri et Cai di XL di darli 4 ut supra. Fu presa 1304, 57. 2. Fu filo in questo Consejo sier Antonio Morexini fo consier dii Consejo di X, e do zeneri soi di Pre-gadi,sier Bendo Dolfin, sier Lorenzo Loredan; et altri rimaseno, che qui non fazo nota. Noto. Morite qucsla noie sier Andrea Grioni qu. sier Marco sialo infermo lougamenle, el qual havia l’oficio sopra il fontego di la farina a San Marco, et poco è che per Collegio a di 29 Avosto otene poter renonciar dillo officio a Piero suo Gol, et fo 19, 1,0. El cussi ha renoneialo, el è contra la leze. In questa matina a Lio fo Irato il palio di le freze, che Domenega per il tempo calivo non si potè trar.