183 MDXXIV, APRILE. 184 di cenere roca se fa in queste bande. La magnificen-tia voslra facia far el s^zo, e avisi la sorla el bontà et quello potriano valer, aziò quando fusse di utile se potesse farne pensier. 105 J)ie 8 Aprilis 1524. In Rogatis Serenissimm Princeps. ConsUiarii. Capita de Quadraginta. Sapientes Consilii. Sapientes terree firmee. L’anderà parte, che a tutti quelli che sono soliti et che dietio pagar decime, sia posto una decima persa da esser pagata all’ officio di Governadori nostri di l'intrade in danari contadi el non altramente, cum don de 10 per 100 a quelli che la pa-gerano per tutto 25 del presente inexe, et passado esso termine, non se possa più scuoder essa decima cum el don. Li danari veramente che di quella si trazeranno, non se possano spender, nè in altro convertir, salvo che ne lo armar predillo et ne li bisogni de le terre et luogi nostri de Levante, sotto la pena di furanti. f De parte 135 De non 58 Non sincere 7 Die dicto. Consiìiarii. Capita de Quadraginta. Sapientes Consilii. Sapientes Terree firmee. Se alrovano molli creditori in diversi officii di questa nostra citade, i quali hanno auctorità, per parte prese in questo Conseglio, de scontar li credili sui nele angarie che se hanno admeler, et essendo ben conveniente non li mancar de iusto favor sichè i siano certi de poter una volta consequir li credili soi per quella via et modo che per la spetezza di questi importantissimi tempi far si poi, et però: L’anderà parte, che tulli quelli che per deli-beration di questo Conseglio poleno scontrar li crediti sui ne le angarie che se hanno a metter, possano scontarli in se et in altri cum li debitori de 1' officio nostro di le cazude, et siiniliter com- prar all’ incanto de li beni che se venderano per esso ufficio, comprendendo etiam li beni che sono slà tolti in tenuta per la Signoria nostra, essendo però obligati loro creditori de pagar, sì ne li sconti come ne le comprede la metà de danari contadi, et l’altra mila de sconto. Ben non se possa de questo far partida alcuna se prima non i liaverano cxborsala la dilla milade in contadi, sotto pena a li scrivani che contrafgcesseno a questo de privalion del officio suo, et niente di meno lai parlide siano de niun valor. Praeterea, sicome è conveniente che li Patroni di le galle de Barbarla, che sono creditori de li sui doni habino li debitori che li sono slà promessi per li sui incanii, cussi etiam è da proveder che per questo i non tegnano interdilli li soprascritti creditori. Però sia preso che li dilli Patroni siano tenuti di haver tolto in termine de mexe uno li debitori che per la forma de li sui incanti li è concesso ; et non lo dicendo fra ditto termine, possano li predilli creditori scontar, utsupra, cum cadaun debitor, et comprar senza esser impediti da essi Patroni. f De parte 156 De non 26 Non sincere 15 Capitolo contenuto nelle lettere di Gasparo 106*'' Spinelli secretorio in Frama. Poehi giorni prima che giungessimo qui, inter-vene una bella paura di monsignor di S. Valier ca-valier dell’ ordine el capilanio di 200 zenthilomini del Re, personagio credo da voi conosciuto. Questo tale fu fallo pregione a Lion del absenlar de monsignor di Barbon, et conduto a Paris fu exa-minato da questo Parlamento el formalo il processo condannato ad esser decapitalo; nè qui interponeno molto tempo alla executione della sententia criminale. Onde il di driclo fu a son di trombetta bandito per tutta questa cita, che chi volea intervenir al spetlaculo si atlrovasse al loco consueto, perchè Joanne Loys signor di San Valier sarebbe giustizialo. Et ita, il dopo pranzo lo condussero sopra una muletla tra molti arcieri fino al solaro, dove per una bora stelle cum il suo confessor. Lo fecero poi montar, el spogliato da dui carnefici in giupo-ne, li conzorno li capelli el il coltelo acciochè più (i) La carta 105 * è bianca.